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A R T E  P O V E R A
UN CORTOMETRAGGIO DI WOODY ALLEN


MAGIA Production presenta un film di WOODY ALLEN
" A R T E  P O V E R A "

 

con
Woody Allen
WOODY ALLEN

Scritto da MAURIZIO GIANNINI da un'idea di Vittorio Cozzolino

Prodotto da MAGIA Production

Diretto da
WOODY ALLEN


Buona visione


NOTA: Il film è supportato da brani musicali che lo accompagnano dall’inizio alla fine. Tutti i dialoghi risultano muti (sono in lingua originale ma coperti dalla musica) e solo le frasi pronunciate dal protagonista sono tradotte con sottotitoli in italiano.

 

Vediamo la Mdp che inquadra un gruppo di turisti appena sbarcati all’aeroporto. Li segue mentre si apprestano ad espletare le formalità doganali. Un uomo si rivolge ad un altro.

 

ALLAN (Woody Allen): Atterrati in perfetto orario. E così abbiamo sfatato il primo dei luoghi comuni negativi sull’Italia che mi sei andato propinando da quando siamo partiti.

 

Partono le note della canzone “A’ malatia ‘e l’America” cantata da Eduardo De Crescenzo. Soggettiva di Allan che viene salutato dall’addetto al controllo passaporto. Iniziano ad apparire in sequenza i titoli di testa.

 

MAGIA Production presenta un film di Woody Allen

 

Dopo sole poche battute Allan passa la dogana ed entra nella hall dell’aeroporto dove ci sono altri turisti del gruppo ad aspettarlo. Altri ancora si aggiungono mentre si susseguono i titoli di testa.

 

con Woody Allen

Sceneggiatura di Maurizio Giannini da un’idea di Vittorio Cozzolino

 

La comitiva riunita segue il capogruppo verso l’uscita dell’aeroporto.

 

Prodotto da MAGIA Production

Diretto da Woody Allen

 

Soggettiva di Allan che esce all’esterno. È una splendida giornata di sole ed il cielo ha un colore azzurro intensissimo. Allan volge lo sguardo verso l’alto con espressione soddisfatta. Partono le note della canzone “Sole” cantata da Eduardo De Crescenzo.

ARTE POVERA

 

Alla fine dei titoli di testa vediamo il gruppo avvicinarsi ad un pullman. Dissolvenza. All’interno del pullman tutti hanno preso il proprio posto e dal fatto che una dopo l’altra alcune persone alzano la mano capiamo che il capogruppo è intento a fare l’appello. Il pullman lentamente si avvia. La MDP inquadra l’autista, un omaccione bruno con grossi baffi e pochi capelli. Indossa una camicia a righe aperta sul petto villoso. L’immagine torna su Allan che è seduto vicino al finestrino e si rivolge al suo vicino.

 

ALLAN: Visto? Dogana velocissima, pullman puntuale e nuovissimo. Poltrone fini e delicate, tivù, radio, toilette e bar, insomma, di lusso. Mi sa tanto che il tuo amico italiano ti ha spaventato per niente, erano altri tempi quelli nei quali lui ci ha vissuto. Ehi, non ti sarai messo paura perché dovremo visitare il centro storico a piedi? Hai sentito, le strade sono troppo strette ed il bus non ci passa, non è meraviglioso? Dai! Vedremo il cuore della città del sole, del mare, della pizza e degli spaghetti, a piedi, da vicino, gli amici schiatteranno di invidia! E poi, tutte quelle raccomandazioni di tenere in luoghi sicuri il denaro, macchina fotografica e di stare sempre al centro del gruppo, sono cose che sento dire dagli accompagnatori ogni volta che vengo in Italia, sono frasi di routine.

 

Il pullman si avvia lentamente. Stacco. Vediamo il pullman immerso nel caotico traffico cittadino. La MDP segue il bus che si ferma al semaforo rosso. Alcune auto dietro iniziano a suonare poi lo superano ed attraversano l’incrocio inseguite dai clacson delle vetture che le incrociano evitandole per un soffio. All’interno del pullman Allan guarda fuori ammirato.

 

ALLAN: Guarda, non è incredibile? È vero che anche da noi c’è il traffico ma qui ha un che di magico, di misterioso. Come fanno migliaia di veicoli a mettersi d’accordo agli incroci e nelle colonne visto che i semafori sono ininfluenti ed i poliziotti inesistenti? Che sia per questo che ci sono tanti piloti italiani in formula uno?

 

Il pullman avanza molto lentamente nel traffico ed Allan scruta con attenzione la sfilza di negozi ed esercizi. Lo vediamo cercare di leggere le scritte.

 

ALLAN: Com’è affascinante! Negozi di abbigliamento uno accanto all’altro, con capi firmati a prezzi irrisori! Trattorie, pizzerie e bar che si susseguono senza sosta, e quasi ogni bar pubblicizza una marca di caffè diversa, il buon caffè italiano. Non sto più in me dalla gioia! E poi guarda, come a New York anche qui gli artisti sono liberi di esprimersi creativamente, con le più varie scritte sui muri, per terra, sulle auto, non ci capisco niente ma le trovo estremamente pittoresche. Ma qui si va ancora più in là. Non solo le pitture sono ammesse, ma anche le sculture! Ammira quegli enormi cumuli di piccoli sacchi grigi, ammonticchiati in forme e posizioni sempre diverse, quasi ad ogni angolo di strada. Ed ho notato che ogni tanto qualcuno esce da un palazzo o da un negozio ed aggiunge uno o più sacchi al cumulo, liberamente, mutando impercettibilmente il senso dell’opera. Fantastico! Vera arte creativa popolare! Tutti devono partecipare con gioia all’edificazione di un’opera d’arte! Da noi, non si è ancora giunti a tanto. Mi chiedo come mai questa tradizione, così fantastica, non sia pubblicizzata né dalle agenzie turistiche, né da quel che si dice in tutto il mondo di questa città. Forse nessuno l’ha trovata interessante, e invece sì che lo è! Potrei fare un servizio fotografico sull’argomento, farò soldi a palate una volta tornato.

 

Allan comincia a fotografare avidamente. Man mano che il pullman si inoltra nel centro i cumuli aumentano di numero, forma e dimensione. Poi il pullman si ferma ed i turisti scendono. Allan si dirige subito verso un grosso cumulo di sacchi e continua a scattare fotografie. Da un portone esce un uomo che si avvicina al cumulo e vi getta sopra un sacco. Vediamo che Allan si fa coraggio e tenta di dire qualcosa all’uomo che lo guarda con aria interrogativa. Allan va per prendere un sacco ma l’uomo lo ferma e, nel silenzio più assoluto, pronuncia l’unica parola che sentiamo in tutto il film.

 

UOMO: MUNNEZZA!

 

L’uomo se ne va scuotendo la testa ed Allan rimane a fissare l’enorme cumulo di sacchi. Sullo schermo appare la scritta:

 

Non ho capito bene il nome e quando ho chiesto se potevo portare un sacchetto con me mi è stato fatto capire che non si poteva assolutamente. Peccato, mi sarebbe piaciuto portare con me un souvenir di quelle sculture ma ho notato un po’ di nervosismo nella voce del mio interlocutore così non ho ritenuto fosse il caso di insistere: probabilmente gli abitanti sono molto gelosi delle loro opere. Ma quando sarò di nuovo a casa, ed appena avrò fatto sviluppare le fotografie, chiederò in giro qualcosa di più su questa originale usanza della città e sull’incredibile bravura dei suoi artisti che, con le loro mani magiche, sono in grado di fare qualsiasi cosa, perfino capolavori come questi “Munesya”.

 

Dissolvenza. Schermo Nero. Parte in sottofondo musicale il brano “MANI” di Eduardo De Crescenzo che accompagna i titoli di coda.

 

WOODY ALLEN……Allan

Scritto da MAURIZIO GIANNINI da un’idea di Vittorio Cozzolino

Musiche originali e canzoni di EDUARDO DE CRESCENZO

“’A MALATIA ‘E L’AMERICA”

SCRITTA DA CLAUDIO MATTONE

CANTATA DA EDUARDO DE CRESCENZO

“SOLE”

SCRITTA DA CLAUDIO MATTONE E FRANCO MIGLIACCI

CANTATA DA EDUARDO DE CRESCENZO

“MANI”

SCRITTA DA CLAUDIO MATTONE E FRANCO MIGLIACCI

CANTATA DA EDUARDO DE CRESCENZO

 

SI RINGRAZIA LA CITTA’ DI NAPOLI PER ESSERE COME È ED I NAPOLETANI PER ESSERE COME SONO

 

FINE

"Arte Povera" is Copyright © 2002 MAGIA Production

® All Rights Reserved

This screen adaptation is for purposes of internet game Cinematik
and is not for commercial use.

 

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Presentato a Cortimatik il 01.02.2002


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