MAGIA Production MAGIA Production crea l'impossibile ...i films in sala

C E N T O  N O T T I
UN FILM DI MAURIZIO GIANNINI


Grazie per avere scelto questo film. Buona Visione...

MAGIA Production presenta un film di MAURIZIO GIANNINI
" C E N T O  N O T T I "

con
MAURIZIO GIANNINI e GLORIA STUART
e con
VALENTINA CERVI  FLAVIO PISTILLI  TOM JONES

scenografie di EIKO ISHIOKA  direttore della fotografia JOHN BAILEY  musiche composte ed eseguite da ANDREW POPPY  scritto da MAURIZIO GIANNINI  prodotto da MAGIA Production  diretto da MAURIZIO GIANNINI

Il Cast


Maurizio Giannini
è Il Poeta

Gloria Stuart
Gloria Stuart
è La Vecchia

Robert Carlyle

Valentina Cervi

Flavio Pistilli
è L'Uomo 1

Valentina Cervi
è La Donna 1

Tom Jones
Il Poliziotto

Il Regista:


Maurizio Giannini

Scritto da MAURIZIO GIANNINI

Prodotto da MAGIA Production

Diretto da
MAURIZIO GIANNINI


Buona visione


 MAGIA Production
 
presenta 

ESTERNO - PARCO PUBBLICO - NOTTE

È notte. L'inquadratura è all'interno di un parco pubblico. Cinque coppie si abbracciano con espressione estasiata sulle panchine disposte a semicerchio. Ci sono alberi e lampioni accesi che illuminano la scena.

 un film di 
 MAURIZIO GIANNINI 

Compare una vecchia mendicante dall'aspetto spaventevole che raccoglie mozziconi di sigarette.

 con 
 GLORIA STUART  MAURIZIO GIANNINI 

 e con 
 VALENTINA CERVI  FLAVIO PISTILLI  TOM JONES 

Continua a raccoglierli davanti e dietro le panchine, incurante delle coppie, poi si avvicina alla panchina centrale e vi si siede.

 scenografie di 
 EIKO ISHIOKA 

 direttore della fotografia 
 JOHN BAILEY 

Un giovane uomo vestito in modo trasandato avanza verso il lampione centrale, vi si appoggia come un ubriaco ed osserva la vecchia.

 scritto da 
 MAURIZIO GIANNINI 

 prodotto da 
 MAGIA Production 

La coppia seduta sulla panchina al centro mostra fastidio e si alza di colpo, rabbiosamente: i due ragazzi se ne vanno tenendosi a braccetto. La vecchia ormai sola sulla panchina, spiega un giornale ed incomincia a contare i mozziconi di sigarette raccolti. 

VECCHIA
Uno, due, tre, quattro, cinque - uno, due, tre, quattro, cinque...

Ne solleva uno contro la luce del lampione più vicino, vede che è abbastanza lungo, va a farselo accendere dalla coppia a destra.

 musiche composte ed eseguite da 
 
ANDREW POPPY 

Comincia a fumare. Quando poco dopo è ormai troppo corto lo spegne schiacciandolo, lo butta sul giornale e ricomincia a contare.

VECCHIA
Uno, due, tre, quattro, cinque - uno, due, tre, quattro, cinque...

Il giovane uomo si stacca dal lampione e si avvicina alla vecchia. Abbassa lo sguardo per osservarla.

 diretto da 
 
MAURIZIO GIANNINI 

La vecchia rimane a capo chino.

VECCHIA
Vuoi fumare? Se vuoi te ne do uno.

Sceglie un mozzicone abbastanza lungo e glielo porge.

POETA
Grazie.

Estrae i fiammiferi, accende il mozzicone e comincia a fumare.

 C E N T O  N O T T I 

VECCHIA
Perché mi hai seguita? Hai qualcosa da rimproverarmi?

POETA
...No, niente di particolare.

VECCHIA
Tu sei un poeta. È il tuo commercio, vero?

POETA
Hai indovinato, di tanto in tanto compongo poesie. Per questo sono senza dubbio un poeta. Ma non è un commercio...

VECCHIA
E già, se non si vende non si commercia.

Alza per la prima volta lo sguardo e fissa il volto dell'uomo.

VECCHIA
Sei ancora giovane. Però non vivrai a lungo. Hai la morte stampata in faccia.

Il poeta non sembra stupirsi.

POETA
In passato facevi la fisionomista?

VECCHIA
Mah, chi può dirlo? Ho visto tanti volti umani, forse troppi... Siediti, non ti accorgi che hai le gambe malferme?

L'uomo si siede e tossisce.

POETA
È che sono ubriaco.

VECCHIA
Idiota... Almeno fino a quando si è in vita bisogna tenere i piedi saldamente piantati in terra.

POETA
Senti, vecchia, tutte le sere mi pongo una domanda. Perché, sempre alla stessa ora, vieni qui, fai fuggire coloro che stavano seduti sulla panchina prendendo posto al loro fianco?

VECCHIA
È di questa panchina che volevi parlarmi? Non sarai per caso un teppista o uno che viene a chiedere spiccioli a chi se ne sta seduto?

POETA
No, è solo perché la panchina non parla e allora parlo io in vece sua. Tutto qui.

La vecchia guarda l'uomo con aria distratta.

VECCHIA
Non sono io a scacciarli, sono loro ad andarsene quando mi siedo. E poi su questa panchina possono stare sedute quattro persone. 

POETA
Ma di notte è destinata alle coppie! Quando ogni sera attraverso il parco e vedo tutte le panchine occupate da innamorati, mi sento sereno. Passo davanti a loro in punta di piedi. Anche se sono stanco, se talvolta mi sento in preda all'ispirazione, non oso sedermi, sebbene ne abbia un gran desiderio... Tu invece, vecchia, da quando hai cominciato a...

VECCHIA
Ho capito, questo è il territorio dei tuoi traffici.

POETA
Che dici?

VECCHIA
Il territorio in cui peschi gli spunti per le tue poesie.

POETA
Figuriamoci! Parco, panchine, coppie d'innamorati, lampioni: un materiale a tal punto volgare...

VECCHIA
Presto non lo sarà più. Non c'è nulla che in passato non sia stato considerato volgare. Con il trascorrere del tempo, i gusti nuovamente muteranno. 

POETA
Dici cose molto interessanti. Se è così, a nome della panchina io ti esporrò una ferma protesta.

VECCHIA
Che stupidaggine! Di' semplicemente che sedendo qui io offendo la vista.

POETA
No, la tua è una profanazione.

VECCHIA
Ai giovani piace cavillare.

POETA
Ascolta... Come vedi sono un poeta da tre soldi, e nessuna donna mi prende in considerazione. Ma io li rispetto i giovani che si amano, e quanto si riflette nei loro occhi, ed il mondo che contemplano, cento volte più bello della realtà: io rispetto tutto questo.

L'uomo indica le coppie sulle altre panchine.

POETA
Guarda, non si accorgono che stiamo parlando. Sono saliti in alto, sino alle stelle. Puoi ammirare lo splendore degli astri sotto i loro occhi, intorno alle loro guance... E questa panchina, sappilo, questa panchina è, per così dire, una scala che sale fino al cielo. La più alta torre d'avvistamento di tutto il mondo. Un belvedere. Quando due amanti stanno qui, possono ammirare le luci di tutte le città del mondo. Ma se io...

L'uomo sale in piedi sulla panchina.

POETA
...salgo qui da solo, non vedo nulla... Ecco, distinguo anche laggiù un gran numero di panchine. Qualcuno che fa ruotare la luce della lampadina tascabile... Ah, un poliziotto. E poi dei falò. Vagabondi che si riscaldano al fuoco... fari di automobili che s'incrociano, si allontanano, verso il campo da tennis. Per un istante l'ho vista, un'auto carica di fiori... forse torna da un concerto... o da un funerale.

L'uomo scende dalla panchina e si risiede.

POETA
Tutto qui quello che ho potuto vedere.

VECCHIA
Che idiozia. Perché mai rispettare cose simili? È proprio per questa tua natura che riesci a scrivere soltanto invendibili versi sdolcinati.

POETA
Ed è la ragione per cui non invado mai queste panchine. Se siamo noi ad occuparle, tu ed io, non sono che insignificanti sedili di legno. Ma quando si siedono loro, queste stesse panchine si trasformano in qualcosa da ricordare, hanno il tepore della vita umana con i suoi fuochi di artificio, sono più morbide e tiepide di un sofà. Incominciano a vivere... Quando, come adesso, ci sei seduta tu, vecchia, sono fredde come tombe. Quasi fossero pietre di marmo. È insopportabile.

VECCHIA
Bah, sei giovane e privo di talento, e non hai ancora gli occhi per vedere. E così le panchine su cui sono seduti quei mocciosi e quelle sgualdrinelle sarebbero vive? Ma smettila. Loro sì che si strofinano su una tomba! Guarda: come una luce che filtra tra le foglie le loro facce sono pallide come cadaveri. Hanno gli occhi chiusi, uomini e donne. Non ti sembrano morti? Mentre se ne stanno così sono morti.

La vecchia annusa l'aria.

VECCHIA
Ma certo, si sente il profumo dei fiori. Di notte i fiori delle aiuole profumano più intensamente. Proprio come in una bara. Sono defunti sepolti nel profumo dei fiori... Stammi a sentire, siamo noi, qui, gli unici viventi.

L'uomo ride.

POETA
Hai voglia di scherzare? Tu, vecchia, pensi di essere più viva di loro?

VECCHIA
Ma certo, ho vissuto fino a novantanove anni e sono ancora arzilla, come puoi vedere.

POETA
Novantanove anni?

La vecchia rivolge il viso verso la luce del lampione.

VECCHIA
Osserva bene.

POETA
Ah, che orribili rughe!

In qual momento un ragazzo, seduto sulla panchina di destra con una ragazza, sbadiglia.

DONNA 1
Che fai? Maleducato.

UOMO 1
Su, è ora di tornare, prenderemo un raffreddore.

DONNA 1
Sei odioso! Ti annoi così tanto?

UOMO 1
No, mi è venuta in mente una cosa strana.

DONNA 1
E sarebbe?

UOMO 1
All'improvviso mi sono chiesto se domani pioverà oppure no. È seccante.

DONNA 1
Cosa significa?

UOMO 1
Non significa niente.

DONNA 1
Basta! Tra noi è tutto finito.

UOMO 1
È l'ultimo tram. Su, sbrighiamoci.

La donna si alza e guarda fisso l'uomo.

DONNA 1
Hai una maglia orribile!

L'uomo tace e si allontana al fianco della ragazza.

VECCHIA
Finalmente sono tornati a vivere.

POETA
Non sono tornati a vivere: si sono spenti i fuochi d'artificio.

VECCHIA
No, io lo so bene, ho visto infinite volte i volti di uomini ritornati a vivere. Volti tremendamente annoiati. Sono questi i volti che mi piacciono... Un tempo, quando ero giovane, mi sembrava di vivere solo se qualcosa mi mandava in estasi. Mi sentivo viva soltanto quando mi dimenticavo di me stessa. Poi mi sono resa conto dell'errore. Quando il mondo mi sembrava un luogo bello da viverci, e misere roselline mi apparivano grandi come cupole, e mi sembrava che i piccioni volando cantassero con voci umane... che tutti gli uomini si scambiassero grandi saluti al mattino, che oggetti cercati da dieci anni potessero far capolino dal fondo di un armadio e che il volto di una qualsiasi fanciulla somigliasse a quello di un'imperatrice..., quando mi sembrava che da un rosaio morto spuntassero rose, allora... sì, da giovane simili idiozie si ripetevano una volta ogni dieci giorni, e, a pensarci adesso, in quei momenti io ero morta... Più scadente è il liquore, più rapidamente ubriaca. Nell'ebbrezza, nelle sensazioni sdolcinate, tra le lacrime, io ero morta... Da allora non mi sono più ubriacata. Questo è il segreto della mia longevità.

La MDP inquadra il viso dell'uomo in primo piano che assume un'espressione ironica. 

POETA
E allora, vecchia, qual è il senso della tua vita?

VECCHIA
Il senso della vita? Vuoi scherzare? Vivere non è un valore sufficiente? Non sono un cavallo che corre perché desidera la carota. I cavalli corrono comunque, fa parte della loro natura.

POETA
"Corri cavallino, senza guardar di lato."

VECCHIA
"E non distogliere gli occhi dalla tua ombra"

POETA
Quando cala il sole l'ombra si allunga.

VECCHIA
E si deforma. Si perde, nell'oscurità della notte.

Una dopo l'altra le tre coppie rimanenti si alzano dalle panchine e se ne vanno lasciando completamente soli l'uomo e la vecchia.

POETA
Ma tu chi sei, nonna?

VECCHIA
Una che un tempo era considerata bellissima, mi chiamavano Stella.

POETA
Come?

VECCHIA
Tutti gli uomini che mi dicevano bella sono morti. Così ora penso: gli uomini che mi dicono bella devono necessariamente morire.

L'uomo ride.

POETA
Allora io posso stare tranquillo. Ti ho incontrata ora che hai novantanove anni.

VECCHIA
Sì, sei fortunato... Ma gli sciocchi come te pensano che tutte le donne con il passare degli anni diventino brutte, non è forse vero? Che errore madornale! Le donne belle restano belle per sempre. Se ora io ti sembro brutta, ebbene, la mia è soltanto una brutta bellezza. Per settanta, ottant'anni tutti mi hanno ripetuto che ero bella, e sarebbe imbarazzante per me ricredermi, pensare che non sono bella, che sono qualcosa di diverso da una bella donna.

POETA
Che pesante fardello essere stata, un tempo, bella! Posso capirti. Quando un uomo ha partecipato a una guerra continuerà poi a parlarne per tutta la vita. Tu naturalmente eri bella...

La vecchia batte forte i piedi in terra.

VECCHIA
"Eri"? Sono ancora una bellezza!

POETA
Ho capito, parlami dei tempi passati. Di ottanta, o forse novanta...

L'uomo fa un rapido conto con le dita.

POETA
...no, di ottant'anni fa.

VECCHIA
Ottant'anni fa... avevo vent'anni. In quel tempo veniva a trovarmi il maggiore generale Cruz, del Quartier generale.

POETA
Bene, allora interpreterò la parte di quel maggiore generale.

VECCHIA
Non dire stupidaggini. Era un uomo cento volte migliore di te... Sì, gli avevo detto, se verrai a trovarmi cento volte esaudirò il tuo desiderio. Fu la centesima notte: durante un ballo al Palazzo dei ricevimenti, io ero accaldata e un poco stordita da quell'animazione e riposavo seduta su una panchina del giardino...

Parte la musica di un valzer che si fa sempre più alta. Con una dissolvenza incrociata la vecchia e l'uomo si ritrovano seduti su una panchina nel giardino di uno splendido palazzo.

VECCHIA
Guarda, arriva a gruppi la gente più volgare di quell'epoca.

L'uomo guarda verso il palazzo e vediamo gente intorno ad uno spazio predisposto per le danze.

POETA
Volgare? Ma se è gente stupenda!

VECCHIA
Ma certo. Su, balliamo questo valzer.

POETA
Un valzer con te?

VECCHIA
Non dimenticarlo. Tu sei il maggiore generale Cruz.

L'uomo e la vecchia si avvicinano al luogo predisposto per le danze e cominciano a ballare. Sono subito raggiunti da giovani coppie che volteggiano nella danza, vestite secondo la moda dell'epoca.

Finisce il valzer. Si affollano tutti intorno alla vecchia.

DONNA 1
Signorina Stella, come siete bella anche stanotte!

Una seconda donna tocca un lembo dello sporco vestito della vecchia.

DONNA 2
Come vi invidio. Da chi è stato creato quest'abito?

VECCHIA
Ho inviato le mie misure a Parigi, e lì me l'hanno confezionato.

DONNE 1 e 2
Oh!

DONNA 1
Non c'è altra scelta. Nelle creazioni del nostro paese c'è sempre un che di volgare.

UOMO 1
Non esiste alternativa alla moda importata.

UOMO 2
Anche gli abiti che indossiamo noi uomini, primo fra tutti quello del primo ministro, sono creati a Londra. L'Inghilterra è il regno dell'eleganza di un gentleman.

Le donne continuano a parlare ed a ridere intorno alla vecchia ed al poeta. Gli uomini si siedono sulla panchina a conversare.

UOMO 1
Che donna stupenda è Stella!

UOMO 2
Al chiarore della luna anche una tartaruga può sembrare una bella donna.

UOMO 1
Ma per Stella non è così. Lei è incantevole anche alla luce del sole. Ma al chiaro di luna, sembra proprio un angelo.

UOMO 2
È naturale che susciti tanto interesse: non è tipo da concedersi facilmente.

UOMO 1
È una "virgin", ossia una ragazza illibata; il che rappresenta, per così dire, una specie di "scandal", uno scandalo.

UOMO 2
Il maggiore generale Cruz è folle d'amore per lei. Osserva il suo volto emaciato. Non tocca cibo da tre giorni.

UOMO 1
Trascura i suoi doveri militari per scrivere poesie come un letterato rammollito: è naturale che i suoi colleghi del Quartier generale storcano il naso quando lo vedono.

UOMO 2
Non c'è nessuno tra noi che abbia la certezza di sedurre Stella?

UOMO 1
Io ne ho soltanto l'"ambition", l'ambizione.

L'immagine torna ad inquadrare la pista da ballo dove due camerieri stanno portando ciascuno un vassoio, il primo con dei bicchieri da cocktail e l'altro colmo di antipasti. Tutti si servono. Il poeta continua a contemplare estasiato la vecchia. Le donne, con un bicchiere in mano, vanno a sedersi sulla panchina di fronte a quella su cui hanno preso posto gli uomini.

VECCHIA
(con voce più spigliata e che appare più giovanile)
Si ode il rumore di una fontana invisibile. Sembra quasi un lontano scroscio di pioggia.

UOMO 1
Che voce armoniosa, chiara come il suono della fontana.

DONNA 1
Ascoltando i suoi soliloqui, s'imparano le frasi che seducono.

VECCHIA
... Ballano. Le loro ombre fluttuano sulle finestre, che si oscurano e poi tornano luminose. Ombre danzanti, misteriosamente silenziose. Come le ombre delle fiamme.

UOMO 1
Non è una voce seducente, una voce che penetra nel fondo dell'anima?

DONNA 1
La sua voce suscita strane sensazioni persino in una donna.

VECCHIA
...Oh, il tintinnio dei campanelli. Il cigolio della carrozza e lo scalpitio dei cavalli... Di chi sarà?... Oggi i principi non sono ancora giunti; ma non mi sembrano i sonagli di una loro carrozza... Ah, il profumo di questi alberi! Un profumo segreto, dolce, persistente...

UOMO 1
Se paragonate a Stella, le altre donne non sono che femmine...

DONNA 1
Ah, che rabbia, per la sua borsetta ha copiato il colore della mia!

Si odono le tenui note di un valzer. Tutti depongono i bicchieri sui vassoi sorretti dai camerieri e tornano a ballare. La MDP stringe sulla vecchia ed il poeta che ha uno sguardo trasognato.

POETA
Strano...

VECCHIA
Che c'è di strano?

POETA
Non so, ma io...

VECCHIA
Su, confidati. So già che cosa vuoi dirmi.

POETA
Come sei...

VECCHIA
Bella. È questo che intendi dirmi, vero? Non devi. Pronunciando queste parole morirai.

POETA
Ma...

VECCHIA
Taci, se desideri vivere.

POETA
È davvero strano. È forse un miracolo?

La vecchia ride.

VECCHIA
Credi forse che in questo mondo esistano i miracoli? I miracoli... Anzitutto sarebbero una volgarità.

POETA
Ma le tue rughe...

VECCHIA
Oh, delle rughe io?

POETA
È vero, non vedo una sola ruga.

VECCHIA
Naturalmente. Quale gentiluomo si recherebbe cento notti da una donna rugosa?... Su, balliamo, così non penserai più a simili stranezze. Balliamo.

La vecchia ed il poeta incominciano a ballare. I camerieri si allontanano.

VECCHIA
Sei stanco?

POETA
No.

VECCHIA
Sei pallido in volto.

POETA
È la mia natura.

VECCHIA
Una risposta davvero gentile.

POETA
... Oggi è la centesima notte.

VECCHIA
Eppure...

POETA
Che?

VECCHIA
Perché questo volto così triste?

Improvvisamente il poeta interrompe il ballo. Anche la musica cessa.

VECCHIA
Che cos'hai?

POETA
Nulla, una lieve vertigine.

VECCHIA
Vuoi che rientriamo?

POETA
No, è meglio rimanere qui. Dentro c'è troppo rumore.

La coppia rimane ferma tenendosi per mano e guardandosi.

VECCHIA
La musica si è spenta. È il momento dell'intervallo... Che silenzio!

POETA
Sì, c'è un grande silenzio.

VECCHIA
A che stavi pensando?

POETA
Pensavo a una strana cosa. Se ora ci lasciassimo, tra cent'anni... No, credo prima di cent'anni, c'incontreremo nuovamente. Ho avuto questo presentimento.

VECCHIA
Dove ci rivedremo? Nella tomba? È probabile.

POETA
Oh, c'è come un balenio nella mia mente. Un momento.

Il poeta chiude gli occhi e poi li riapre.

POETA
Sì, è come questo. T'incontrerò ancora una volta in un luogo del tutto simile a questo.

VECCHIA
Un grande giardino, lampioni, panchine, coppie d'innamorati...

POETA
Tutto uguale. Ma non so come saremo allora, tu ed io.

VECCHIA
Io non invecchierò.

POETA
Sarò forse io a non invecchiare.

VECCHIA
Fra ottant'anni... di certo tutto sarà trasformato dal progresso.

POETA
Ma sono soltanto gli esseri umani a cambiare. Anche fra ottant'anni i fiori saranno ancora gli stessi fiori.

VECCHIA
Ci saranno ancora giardini così tranquilli?

POETA
Diventeranno tutti incolti. Incolti e selvaggi.

VECCHIA
E gli uccelli vi dimoreranno con gioia.

POETA
Raggi di luna a profusione...

VECCHIA
E salendo su un albero si potranno ammirare tutte le luci della città, si avrà l'impressione di contemplare le luci di tutte le città del mondo.

POETA
Come ci saluteremo fra cent'anni, quando ci rincontreremo?

VECCHIA
"Che peccato esserci persi di vista!".

La coppia si siede sulla panchina centrale.

POETA
Manterrai la tua promessa, vero?

VECCHIA
Quale promessa?

POETA
La promessa della centesima notte.

VECCHIA
Certamente. Dopo tutto quanto ti ho detto.

POETA
Stanotte il mio desiderio verrà esaudito, senza alcun dubbio. Che strana, triste, desolante sensazione, come se avessi già conquistato ciò che desideravo.

VECCHIA
Forse per un uomo è la sensazione più terribile.

POETA
Il mio desiderio si realizza... e forse un giorno sarò sazio anche di te. Se mi sazierò anche di una donna come te, la mia vita dopo la morte sarà orribile. E quale terrore m'incutono i lunghi mesi ed i giorni che mi separeranno dalla morte! Sarà un atroce tedio.

VECCHIA
Allora desisti.

POETA
Non posso.

VECCHIA
Perché vuoi ad ogni costo ciò che forse non desideri?

POETA
È esattamente il contrario. Sono felice. Ho la sensazione d'innalzarmi nel cielo e nello stesso tempo mi sento stranamente depresso.

VECCHIA
Sei troppo inquieto.

POETA
E tu, resterai indifferente anche se mi sazierò di te?

VECCHIA
Un altro ricomincerà a venirmi a trovare per cento notti. Non mi annoierò. Sì, non ha alcuna importanza.

POETA
Sarei pronto a morire anche subito. Momenti simili non si presentano che raramente in un'intera esistenza. Se accadrà, sarà di certo questa notte.

VECCHIA
Non dire simili assurdità.

POETA
No, ho deciso per questa notte. Se la sciupassi in svagati piaceri, come quelle trascorse con altre donne... Ah, è orribile anche soltanto il pensarlo.

VECCHIA
Non si vive solo per morire.

POETA
Nessuno può saperlo. Forse si muore per vivere...

VECCHIA
Ah, che banale volgarità!

POETA
Aiutami. Che devo fare?

VECCHIA
Avanti... devi soltanto andare avanti.

POETA
Ascoltami, tra alcune ore... no, tra alcuni minuti, vivremo un istante inconcepibile in questo mondo. Allora il sole splenderà a mezzanotte. Un grande vascello dalle vele gonfie di vento sorgerà nel mezzo della strada. Da bambino, ne ignoro il motivo, facevo spesso sogni simili. Un veliero maestoso entrava in un giardino, il frusciare degli alberi era come lo sciabordio del mare. Stormi di uccelli si posavano sui pennoni... nel sogno pensavo "sembra che il cuore mi si fermi, tanto sono felice...".

VECCHIA
Oh, ma tu sei ebbro.

POETA
Non mi credi? Stanotte, tra pochi istanti una cosa impossibile...

VECCHIA
Non esistono cose impossibili

La MDP stacca sul volto dell'uomo che ha lo sguardo fisso e intenso, come nel tentativo di ricordare qualcosa.

POETA
Ma, è strano, il tuo volto...

Stacco sul viso della vecchia che appare spaventata.

VECCHIA
Che c'è di strano? Il mio volto? Guardalo, com'è vecchio e rugoso. Su, apri bene gli occhi.

POETA
Rughe? Dove sono le rughe?

La vecchia si alza il vestito per mostrarlo all'uomo.

VECCHIA
Guardalo, è tutto logoro.

Accosta il vestito al naso del poeta.

VECCHIA
Puzza, lo vedi bene, è pieno di pulci. Osserva queste mani che tremano. Sembrano sepolte nelle rughe. Guarda che unghie lunghe.

POETA
Che meraviglioso profumo. Le tue unghie hanno il colore delle begonie.

La vecchia si apre la veste.

VECCHIA
Su, guarda questo petto scuro coperto di sudiciume. Non ha più niente in comune con il seno di una donna!

Esasperata afferra una mano del poeta e la pone sul petto.

VECCHIA
Cercalo! Cercalo! Non ho più mammelle.

Il poeta assume un'espressione estasiata.

POETA
Ah, il tuo petto...

VECCHIA
Ho novantanove anni. Svegliati. Guardami bene.

L'uomo la guarda per qualche istante stupefatto.

POETA
Ah, finalmente ricordo.

La vecchia appare esultante.

VECCHIA
Ricordi?

POETA
Sì...già, tu eri una vecchia di novantanove anni. Orribilmente rugosa, col catarro che ti colava dagli occhi, le vesti che emanavano un odore acre e fetido.

La vecchia si irrita e batte i piedi in terra.

VECCHIA
Ero? Ma non capisci che lo sono?

POETA
Questo...è strano, hai circa vent'anni, limpidi occhi, indossi un meraviglioso abito squisitamente profumato...Che strano! Sei tornata giovane. Come sei...

VECCHIA
Ah, taci! Se dirai che sono bella tu morirai.

POETA
Quando penso che qualcosa sia bello lo dico, anche a prezzo della vita.

VECCHIA
Che idiozie. Taci. Che significa l'istante di cui mi hai parlato?

POETA
Ora te lo dico.

VECCHIA
No. Ti prego, no.

POETA
È giunto quell'istante, l'istante che attentavamo da novantanove notti, novantanove anni.

VECCHIA
Ah, i tuoi occhi splendono. Basta, basta.

POETA
Te lo dico...Stella.

Il poeta prende tra le sue mani le mani di lei che tremano.

POETA
Sei bella. La donna più bella del mondo. La tua bellezza non sfiorirà mai, neppure tra diecimila anni.

Il poeta guarda la vecchia estasiato. Lei appare intimorita.

VECCHIA
Non ti penti di averlo detto?

POETA
Non mi pento.

VECCHIA
Ah, sei uno stupido. Tra le sopracciglia ti è già comparso il segno della morte.

POETA
Ma io non voglio morire.

VECCHIA
Ho fatto di tutto per fermarti...

POETA
Mani e piedi sono diventati freddi... T'incontrerò nuovamente, tra cent'anni, nello stesso luogo...

VECCHIA
Ancora cent'anni!

Il poeta esala l'ultimo respiro. Parte la musica di un valzer lento che va sfumando mentre, con una dissolvenza incrociata, torniamo con le immagini nel parco dove il poeta e la vecchia si sono incontrati. L'inquadratura è sulla vecchia che è ancora seduta sulla panchina centrale, intenta a guardare a terra con il capo chino.

La vecchia si alza e ricomincia a raccogliere indolentemente dei mozziconi di sigaretta.

Nel buio un poliziotto si avvicina illuminando il suo cammino con una torcia.

Il fascio di luce si dirige verso la vecchia, poi illumina la sagoma del poeta che è steso a terra davanti alla panchina. 

POLIZIOTTO
Un altro ubriacone? Che dannata fatica!

 Il poliziotto si avvicina all'uomo e lo scuote.

POLIZIOTTO
Ehi, sveglia! Tua moglie ti starà aspettando ancora alzata. Torna subito a casa e va' a dormire... 

Vedendo che l'uomo non reagisce il poliziotto si china verso di lui.

POLIZIOTTO
Oh, ma questo è morto...

Si rivolge alla vecchia.

POLIZIOTTO
Ehi, vecchia, da quanto tempo è crollato costui?

La vecchia solleva appena il volto.

VECCHIA
Mah, mi sembra un bel po'.

POLIZIOTTO
È ancora caldo.

VECCHIA
Ecco la prova che è appena spirato.

POLIZIOTTO
Questo lo so, non c'è bisogno che tu me lo dica. Ti ho domandato da quanto è qui costui.

VECCHIA
Da trenta o quaranta minuti. Era ubriaco fradicio ed ha tentato un approccio con me.

POLIZIOTTO
Un approccio con te? Non farmi ridere.

La vecchia lo guarda indignata.

VECCHIA
Che c'è di strano? Può succedere.

La vecchia torna a sedersi sulla panchina e comincia a fumare uno dei mozziconi trovati. 

POLIZIOTTO
E così tu l'hai sistemato per legittima difesa?

VECCHIA
No, l'ho lasciato perdere perché m'infastidiva. Lui ha seguitato per un po' a borbottare, poi è caduto a terra; sembrava addormentato.

Quando il mozzicone è ormai troppo corto la vecchia lo spegne schiacciandolo.

Apre il giornale ed incomincia a contare i mozziconi di sigarette raccolti.

VECCHIA
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei - uno, due, tre, quattro, cinque, sei...

Il poliziotto le si avvicina. Abbassa lo sguardo per osservarla.

La vecchia rimane a capo chino.

VECCHIA
Vuoi fumare? Se vuoi te ne do uno.

 

 C E N T O  N O T T I 

un film di MAURIZIO GIANNINI
" C E N T O  N O T T I "

con
MAURIZIO GIANNINI e GLORIA STUART
e con
VALENTINA CERVI  FLAVIO PISTILLI  TOM JONES

scenografie di EIKO ISHIOKA  direttore della fotografia JOHN BAILEY  musiche composte ed eseguite da ANDREW POPPY  scritto da MAURIZIO GIANNINI  prodotto da MAGIA Production  diretto da MAURIZIO GIANNINI

"Cento Notti" is Copyright © 2001 MAGIA Production

This screen adaptation is for purposes of internet game Cinematik and Producers Chair
and is not for commercial use.

 F I N E 


Grazie per avere visto il nostro film

Al cinema dal 20.10.2001 al 23.11.2001

Box Office

Incasso Sett.

Incasso Tot.

Pos.

26.10.2001

52.968.318

52.968.318

2
02.11.2001

28.714.829

81.683.147

4
09.11.2001

27.215.933

108.899.081

7
16.11.2001

24.938.715

133.837.796

6
23.11.2001

17.346.029

151.183.825

8
 

Costo Film

39.950.000  
 

Bilancio Finale

111.233.825  

Multisala M.P.

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