MAGIA Production crea l'impossibileL'opinione di Merlino

Le opinioni del presidente Merlino, sempre e solo personali, sui films attualmente in programmazione al cinema virtuale di Cinematik...

The House of D
Avendo visto questo film dopo aver letto qualche recensione mi sono recato nel cinema con molti dubbi e non poche preoccupazioni ma devo dire che con il passare dei minuti mi sono rilassato e mi sono goduto la pellicola. Non capisco cosa si volesse da questa pellicola e quali fossero le attese, personalmente trovo che l’opera prima della Devils Distribution sia un buon esordio e che il film sia quello che doveva essere, ossia un onesto popcorn-movie come ce ne sono a bizzeffe nei cinema e, sinceramente, non lo trovo peggiore di tanti altri, anzi… fossero tutti così i DVD che affitto! Già, perché diciamocelo francamente, questo è uno di quei film che la maggioranza disdegna ma che poi per una serata-passatempo non mancherebbe di affittare. Certo se la valutazione parte dall’alto in stile “vediamo se è all’altezza di …” si incontrano errori di battute e frasi a volte non chiare ma se, come faccio di solito quando si tratta di horror, si comincia a giudicare il film partendo dalla sufficienza ecco che ci stiamo dentro tranquillamente. Gli attori sembrano divertirsi un mondo mentre girano le scene e trasmettono questa sensazione al pubblico, il regista è azzeccato e fa appieno il suo dovere. La sceneggiatura, come detto, ha qualche svarione ma, non dimentichiamocelo, stiamo parlando di uno zombie-movie… eccheccavolo! Inoltre, sempre parlando della sceneggiatura, ha il grandissimo pregio di non avere cedimenti e, grazie alla breve durata che contraddistingue questo genere di pellicole, scorre fino alla fine senza un attimo di tregua ed a suo modo risulta convincente al 100%. È vero che gli omicidi si susseguono uno dopo l’altro senza particolari originalità ma nel complesso sono vari e devo ammettere che non riesco ad immaginarmi un omicidio originale dopo tutto quanto si è visto sugli schermi cinematografici (e nei telegiornali) nel corso degli ultimi anni. Peccato che manchi il sito e di conseguenza la pagina del cast che avrebbe aiutato la visione del film facilitando il collegamento attori-personaggi (cosa che sappiamo fare da soli ma che se trovata già pronta è più comoda). Musiche ottime per il genere di film. Bella la locandina… voglio vederla in grande se possibile. Il giudizio finale, con la raccomandazione di prestare in futuro più attenzione ai particolari ed agli errori di ortografia che a Cinematik non si perdonano (sarà pure un gioco, ma è bello pensare che almeno in piccola parte serva a crescere ed a migliorarsi), è comunque più che positivo.
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Progetto Originale
Ho dovuto pensare parecchio prima di decidermi a scrivere la mia opinione sull’ultima fatica di mascalzonelatino e più di una volta mi sono bloccato nell’incertezza di come riuscire ad esprimere quello che mi ha lasciato il film. Comincio valutando le questioni più tecniche dicendo che la visione è piacevole, lo svolgimento è lineare, la sceneggiatura è ben scritta e senza fronzoli. Le fredde descrizioni e la sobrietà  dello script hanno per contro il pregio di non appesantire inutilmente la pellicola la cui relativa breve durata è apprezzabile se pensiamo che in altri, troppi, casi pellicole di questo tipo per arrivare a due ore si sono perse inutilmente in una miriade di vicoli ciechi. Il cast mi è sembrato ben selezionato anche se devo dire che probabilmente a molti attori non era richiesto un impegno da oscar. Persino il personaggio principale di Ernest, ben interpretato da un Ben Chaplin che a suo modo lascia la sua personale impronta nel film, avrebbe potuto essere chiunque altro. Un discorso a parte merita il faccione di Jerry Lewis che rimarrà un ricordo indelebile per chiunque abbia visto il film. La scelta di un regista come Andrew Niccol denota il grande impegno del produttore nel ricercare quel qualcosa in più che serva come segno si distinzione alla sua pellicola. Quello che invece non mi è piaciuto è il soggetto, ma qui entriamo nel campo strettamente personale. La storia infatti mi è sembrata deboluccia ed il tutto risulta vecchio e datato ed inutile è, a mio avviso, anche il tentativo di renderlo più attuale con forzati paragoni ad una società che nella realtà si è sviluppata in modo molto diverso da come alcuni autori di 30 anni or sono si immaginavano (o meglio, furbescamente profetizzavano nel tentativo di attirare l’attenzione del pubblico). Musiche scelte con cura che accompagnano le immagini in maniera quasi ossessiva. Locandina particolare che all’inizio non mi aveva convinto ma devo ammettere che colpisce e che mi è rimasta in mente. Il giudizio finale è, oggettivamentes parlando, decisamente positivo.
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Amleto
Oddio, ci ho provato, mi sono visto il primo atto ma poi al momento di passare al secondo non ho avuto voglia di continuare. Non perché sia brutto o fatto male, cavolo, è bellissimo, ma è semplicemente Amleto. Cioè, mi spiego meglio, è l’Amleto di Shakespeare, …stì ca**i! Lungi da me darne un giudizio, non mi sento all’altezza di tale compito, ma quello che ci si aspetta a Ck da un film è che la storia, benché presa da un libro, da un fumetto o da dove la si voglia trarre, sia un minimo personalizzata e fatta propria dal produttore. Purtroppo questo non è avvenuto e l’opera, cinematikamente parlando, è senza voto. Voto positivo invece per il sito, fatto bene e personalizzato (ecco, cosa questa che il produttore la prossima volta dovrà fare con la sceneggiatura) facendo molta  attenzione e strizzando l’occhio alla comunità di Ck. Stessa cosa per il cast tecnico e per la colonna sonora, entrambi simpaticamente curati e ben scelti per il gioco. Il cast artistico mi ha fatto storcere il naso in più punti, diciamo che per i personaggi principali si è cercato di correre ai ripari all’ultimo momento ed il risultato, pur essendo migliore della prima stesura, avrebbe potuto essere ancora migliore, mentre se diamo un’occhiata ai personaggi secondari respiriamo profondamente ed ammettiamo che potrebbero pure starci, anche se probabilmente già Cesare si starà sfregando le mani contemplando quanto materiale ha a disposizione per i prossimi necrologi. Locandina debole.
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L'Isola del Tesoro
Quando si comincia a vedere questo film non si può non rimanere a bocca aperta per il sito creato. Difficile dire se si tratti del migliore mai realizzato fino ad oggi a Cinematik poiché potrei dimenticarmene qualcuno e soprattutto perché di siti di livello elevatissimo ce ne sono stati molti ed i gusti personali sono, appunto, personali. Per quanto mi riguarda posso dire che mi ha entusiasmato, praticamente perfetto in tutti i minimi dettagli (ho notato solo una piccolissima distrazione nel cast dove Hands viene segnalato due volte) con speciali ed approfondimenti interessanti che si diramano in più di una direzione e con i font e gli sfondi che permettono di immergersi nella storia in maniera dolce ed avvolgente. Come già detto al momento della prima presentazione la pagina “merchandise” è la ciliegina sulla torta e personalmente ho già acquistato il CD della colonna sonora, che consiglio agli amanti della buona musica, e sono in procinto di ordinare la maglietta. La visione del film non tradisce le aspettative e rispetta i canoni sia della storia che dei lavori precedenti della Fantasia. La sceneggiatura è esauriente e, al solito, ben scritta. Non posso negare di aver visto l’adattamento della storia attraverso chiari riferimenti a “La Maledizione della prima luna” così che, ben conoscendo il produttore, mi sono reso conto dell’amore che ha profuso nello scrivere questo film non solo per Cinematik ma per tutti i ragazzi che ancora si ritrovano in queste storie. Personalmente mi sono divertito e molto durante la proiezione ma non sono uno di questi; diciamo che una volta visto un film così, sono sì felice di essermi svagato ed aver solidarizzato con il protagonista per un paio d’ore ma, detto fatto, pellicola vista e sotto l’aspetto sentimentale presto dimenticata. Purtroppo la mia parte di bambino si è persa da un pezzo e nel mio cinismo non sopporto il Silver che si ravvede nel finale. Cinematograficamente parlando invece il film lascia molto, le belle immagini, l’azione e soprattutto la buona prova degli attori tutti indistintamente scelti con cura e messi al posto giusto. Michael Keaton è il migliore, fantastico nella sua interpretazione, seguito a ruota da un ottimo Sean Bean in una splendida parte da non protagonista, mentre forse il più debole è proprio Jeremy Sumpter. Caso a parte Guy Pearce, bravo nel suo ruolo che però è di un melenso irritante. Gran lavoro con le musiche che si rivelano belle ed azzeccate. Bella anche la locandina. In conclusione un gran bel film fuori dai miei circuiti che, ammetto, non avrei scelto di vedere se non fossi stato invitato a farlo.
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Devil: la rinascita
Qui a Cinematik una mia recensione di un film tratto da fumetti è quanto di meno atteso ed attendibile ci possa essere. È infatti risaputo come io sia ben poco "fumettaro" (per fumere fume, ma ttaro poco) e se nei cinema reali, pur non trattandosi delle mie pèellicole preferite, riesco in quale modo a lasciarmi prendere dall'azione che di solito accompagna questo genere di pellicole, a Ck faccio veramente fatica ad appassionarmi quando mi trovo davanti a questi films. Fortunatamente per Arcadia Devil, pur non conoscendolo bene, è uno che mi garba abbastanza e quindi sono riuscito ad arrivare alla fine del film senza particolari problemi, ma diciamolo subito non mi ha entusiasmato (e te pareva!). Gli attori ci sono (ammetto però di aver odiato Scarlett Johansson) e la storia è abbastanza ben scritta anche se in non pochi tratti mi è sembrata di un'ingenuità imbarazzante, quasi si trattasse di un filmetto per bambini. Un gradino sopra la regia che mi è parsa personalizzata e decisamente buona. Una curiosità che avranno notato altri è la particolarità che accompagna le opere di Arc, ossia il fatto di presentare i personaggi prima di vederli e descrivere quei passaggi che altrimenti non risulterebbero chiari (ossia quei passaggi che visti nel cinema reale sarebbero chiari per le immagini e che in Ck senza una dovuta descrizione rimarrebbero abbastanza oscuri). All'inizio mi aveva sorpreso e fatto storcere il naso ma ormai mi ci sono abituato e sono un marchio di fabbrica di Arc, un po' come per latri lo è la VFC e per altri la freddezza delle loro pellicole :) , per cui lo fccio notare solo come curiosità ma lo giudico come una cosa che effettivamente può servire a rendere il gioco più semplice.
Nel complesso sufficente.

Share: 60%

L'Intrigo Scarlatto
Considerando il fatto che sono tra gli ultimi a recensire questa pellicola mi posso permettere di affrontare la cosa facendo tranquillamente un'infinità di …


¡¡¡¡¡SPOILERONI!!!!!


… e tu testone che ancora non hai visto il film ma che stai continuando a leggere e sei arrivato fino a qui puzza via! Nel caso non l’avessi ancora capito ti spiego per filo e per segno chi è l’assassino, quindi raus!!!

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O.K., veniamo a noi. Il film di Zen è molto piacevole e mi ha preso abbastanza anche se dopo una ventina di minuti in testa avevo solo un0idea: “è la la vecchia!”. Di preciso non so il perché ma minuto dopo minuto era l’unica che avrebbe potuto fare tutto quello che l’assassino stava facendo per cui è stata forte la mia delusione quando il primo finale mi aveva momentaneamente sconfessato. Quindi il mio giudizio non è favorevole per l’originalità della storia, che ho trovato abbastanza scontata e di basso tono, ma per l’originalità ed il coraggio di ribaltare la situazione dell’ispettore infallibile. Se infatti dovrei dare un giudizio così così per il giallo in sé (fermo restando che trattandosi di un giallo originale scritto da un ragazzo come tanti che si è dilettato a farlo per gioco e pertanto merita un bel 10 e lode più tutta la mia invidia per aver fatto una cosa che non riesco nemmeno lontanamente a sognare), sono fortemente impressionato dallo sviluppo investigativo della storia e dal fallimento del super-intelligentone-sotuttoio di turno che qui alla fine si rivela né più né meno come lo sfigato ispettore-ciabatta che ogni volta viene ridicolizzato nei gialli classici. Mi è piaciuta la scelta del regista, del quale sono un sostenitore, anche se bisogna ammettere che in questo caso si limita all’indispensabile e, nome a parte non credo potrà puntare alla Ck nomination. Nomination alla quale invece potrà fare un pensierino buona parte del cast, così che vedo in pole la prova corale e il bravo Ian Holm. Pollice verso per Colin Firth che di solito apprezzo. Sito d’effetto, ben curato e molto carino con alcune di quelle piccanti curiosità ed interviste alle quali il produttore ci ha da tempo abituati. Locandina di sicuro effetto visivo e che chiaramente vuole rendere omaggio al genere ma che non mi piace particolarmente (però la ricordo bene per cui un punto a favore del suo creatore). Il giudizio finale è molto positivo e cercherò di ponderare il voto tra il 10 per l’invidia ed il 6 per il giallo in sé.

Share: 76%

Rob % Ily
Che dire di questo film? È molto carino, con tanti buoni sentimenti, molti momenti simpatici, a tratti scontato ma non certo meno di altri pseudo-capolavori d'animazione d'oltre oceano. Il target è chiaramente un pubblico di bambini o di adulti dal cuore tenero. La storia dell'amore tra una mosca ed una zanzara, a loro volta amici di un ragno è pregevole e ben scritta. Il supporto dei disegni è fondamentale tanto che questa produzione di Tomo è da considerarsi una co-produzione interna alla MB. Complimenti quindi per l'ottima riuscita di un prodotto semplice e sincero il cui scopo di colpire l'animo buono che c'è in ognuno di noi direi che è riuscito. Qualche dubbio sulla regia affidata a Di Bello ma l'omaggio al genio dei Pomodori Assassini (una delle pochissime VHS comprate e che conservo gelosissimamente) ci sta tutto. Locandina troppo SanValentiniana che sarebbe bella ma che non mi piace per questo film (se proprio si voleva farla così si potevano usare non solo le mosche ma anche le zanzare ed i ragni, no?). Giudizio finale racchiuso in una sola parola: proprio un film bellino bellino, mi è piaciuto e lo farò vedere a tutti i bambini che conosco.
Share: 70%

Teniamoci per Mano
“TENIAMOCI PER MANO”, bel titolo che, leggendolo sulla bella locandina, permette di entrare nell’atmosfera della storia ancor prima che si accendano le luci in sala. Il produttore ha apertamente dichiarato che si tratta della seconda parte di una trilogia dedicata ai bambini ma per chi già aveva apprezzato “Omusubi ga korokoro korogaru” questa precisazione non era necessaria. Sebbene le situazioni, le ambientazioni, le strutture stesse con le quali sono state create le due pellicole siano diverse guardando “Teniamoci per mano” si ha l’impressione di proseguire nella visione della precedente fatica di Emil. Personalmente non nego di avere apprezzato maggiormente l’atmosfera giapponese, ma qui si tratta di gusti, mentre credo sia oggettivo il fatto che “OGKK” fosse un film più omogeneo pur nella sua semplicità. “Teniamoci per mano” più di una volta sembra sfilacciarsi, per poi venire ben rammendato, ma qualcosa che non va c’è. Ci sono momenti nei quelli pare di assistere ad un film diverso da quello che si stava guardando solo pochi minuti prima, pregio o difetto? La cosa non viene certo aiutata dal fatto che non possiamo dare un volto al bambino, scelta mi immagino voluta per rendere il protagonista “uguale” a tutti i bambini nella sua condizione ma che allontana lo spettatore medio dall’immedesimazione. In questo genere di pellicole che cercano di sensibilizzare il pubblico verso una tematica difficile è importante che lo spettatore trovi un punto di riferimento al quale affezionarsi, fosse anche un volto sconosciuto (cosa non necessaria al produttore o a quella piccola parte di pubblico già impegnata socialmente che quindi nemmeno necessita di essere spronata). Resto del cast in forma e ben scelto che mi ha garbato pur con alcuni eccessi di melensità da telenovela che però in quella realtà probabilmente potrebbero essere più reali di quanto non pensiamo. Il regista Fernando Meirelles porta avanti bene il progetto fino a quando gli è possibile ma non riesce ad avere quei colpi di genio che sarebbero stati necessari per trasformare una buona pellicola in un piccolo gioiellino. Musiche molto belle. Locandina, come già anticipato, che mi è piaciuta parecchio. Il giudizio finale buono.
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La Scimmia
Enrico De Lorenzi conferma il suo amore per Stephen King portando sullo schermo un altro racconto dello scrittore Statunitense e lo fa con la consueta professionalità che contraddistingue le opere della sua Nightbay Studios. Il ritorno della casa di produzione Cervese è da considerarsi positivo per quanto concerne la scelta del soggetto e del cast per il quale sono giustamente stati scelti nomi non troppo in vista che alla fine fanno il loro onesto lavoro. Buono il regista, un Tom Holland che dopo essere finito nel dimenticatoio per anni ha finalmente avuto la possibilità di tornare a mostrare il suo valore e possiamo dire che il suo operato è stato all’altezza della situazione. Detto questo però è innegabile che il film è in tutto e per tutto una piccola produzione, di quelle che sembrano puntare più al mercato TV e DVD che non al grande schermo. Il montaggio sembra essere studiato per fare partire la pubblicità al momento giusto ed anche la durata mi è sembrata non idonea a soddisfare un pubblico cinematografico. Nel complesso potremmo dire che la Nightbay ha sfornato una pellicola semplice e senza pretese, un “piccolo film” che ha dalla sua la simpatia di un’opera fatta con lo spirito giusto attraverso il quale traspare tutto il divertimento del produttore nel portarla a termine. Locandina già pronta per l’uscita in DVD.
Share: 64%

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