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L'Importanza di Essere Ernesto
(The Importance of Being Earnest)

Buona Visione...

Regia di Oliver Parker

con:
Jude Law (Jack)
Rupert Everett (Algernon)
Cate Blanchett (Gwendolen)
Jenny Tripplehorn (Cecyl)
Vanessa Redgrave (Lady Bracknell)
Michael Caine (Lane)
Jeremy Irons (Merriman)
John Cleese (Rev.Chasuble)
Janet McTeer (Miss Prism)

Per rendere comprensibile anche a chi non conosce l'inglese il gioco di parole tra il nome proprio Ernest e l'aggettivo earnest, sul quale si basa tutto il dialogo del film, precisiamo che earnest in inglese ha il significato di serio, moralmente corretto. Anche se a volte si è tentato di trasporre in italiano la commedia usando il nome Onesto, oppure Franco, il significato di queste parole è sostanzialmente diverso per cui abbiamo preferito mantenere nella nostra versione il nome Ernest fornendo questa piccola prefazione.(Il produttore)

BUONA VISIONE

Esterno - Londra

I titoli di testa si susseguono mentre la camera ci mostra le vie di una classica Londra di fine ‘800 attraverso gli occhi del cocchiere di una carrozza che sfreccia per le strade sfiorando distinte coppie di gentiluomini impauriti e facendo divertire alcuni ragazzini. La carrozza si ferma presso una lussuosa casa. La portiera viene aperta, un giovane dandy scende e si avvia verso la porta di casa.

Interno – Un salotto lussuosamente arredato con carta da parati e tende alle grandi finestre

Un maggiordomo sta apparecchiando un tavolino per il tè mentre un giovane è seduto sul divano.
Algernon (giovane sul divano rivolto al maggiordomo): Lane?
Lane (maggiordomo): Sì, signore?
Algernon: Hai preparato i tramezzini al cetriolo per Lady Bracknell?
Lane: Sì, signore.

Lane prende un vassoio in argento e lo porge ad Algernon che ne prende un paio.
Si sente il suono del campanello e Lane esce dalla stanza. La camera inquadra Lane mentre apre la porta d’ingresso facendo entrare il giovane sceso dalla carrozza durante i titoli di testa poi segue il maggiordomo che torna in salotto seguito dal giovane.

Lane: Il signor Ernest Worthing.

Lane esce mentre entra il giovane.

Algernon: Carissimo Ernest! Come stai? Qual buon vento ti porta in città?
Jack: Il piacere, soltanto il piacere! Da cos’altro ci si dovrebbe far portare? E tu? Sempre a mangiare, vedo, Algy!
Algernon: Credevo che consumare un leggero spuntino alle cinque del pomeriggio fosse tra gli usi della buona società. Dove sei stato da giovedì scorso?
Jack: In campagna.
Algernon: E che ci vai a fare?
Jack (sedendosi sul divano): In città ci divertiamo noi. In campagna divertiamo gli altri. È di una noia straordinaria.
Algernon: E chi sono questi altri che diverti?
Jack: I vicini.
Algernon: Hai dei vicini simpatici?
Jack: Assolutamente orrendi! Non rivolgo mai la parola a nessuno.
Algernon (mentre si alza a prendere un tramezzino): Chissà come ti diverti!
Jack: Perché i tramezzini al cetriolo? Qual è il motivo di una prodigalità così sfrenata in un giovane come te? Chi viene a prendere il tè delle cinque?
Algernon: Solo la zia Augusta e Gwendolen. E non credo che la zia sarà contenta di trovarti qui.
Jack: Posso chiederti perché?
Algernon: Mio caro amico, tu fai la corte a Gwendolen in un modo assolutamente disgustoso. È quasi peggio di come Gwendolen la faccia a te.
Jack: Io amo Gwendolen e sono in città con il preciso scopo di chiedere la sua mano.
Algernon: Non avevi detto di essere in gita di piacere? Io questi li chiamo affari.
Jack: Come sei poco romantico!
Algernon: Non ci vedo niente di romantico nelle domande di matrimonio? C’è perfino il rischio che ti accettino, ma è inutile continuare su questo argomento tanto Dio li fa e poi li divide.

Jack allunga una mano per prendere un tramezzino ma Algernon interviene.

Algernon (prendendo un tramezzino): Ti prego di non toccare i tramezzini al cetriolo. Li ho ordinati apposta per zia Augusta.
Jack: Tu non fai altro che mangiarli!
Algernon: Che c’entra. È mia zia.

Algernon suona il campanello per chiamare il maggiordomo.
Entra Lane.

Algernon: Lane, prendimi il portasigarette che il signor Worthing ha lasciato da noi l’ultima volta.
Lane: Sì, signore.

Lane esce. La camera inquadra in primo piano il viso di Jack stupito.

Jack: Vuoi dirmi che il mio portasigarette è qui da allora? Stavo quasi per offrire una lauta mancia.
Algernon: Peccato che non l’hai fatto. Sono più al verde del solito.

Entra Lane con il portasigarette, Algernon lo prende, Lane esce.

Algernon (aprendo il portasigarette): Ora che leggo questa iscrizione mi rendo conto che l’oggetto non ti appartiene, Ernest.
Jack (avvicinandosi): Certo che mi appartiene. Me l’hai visto centinaia di volte, e non hai alcun diritto di leggere quello che c’è scritto. Non è assolutamente da gentiluomini leggere i portasigarette altrui.
Algernon (indietreggiando dietro il divano): Sì ma questo portasigarette non è tuo, è stato regalato da “la piccola Cecily”.
Jack (va sul divano e vi si inginocchia sopra): Che vuol dire? Cecily è una mia cara zia non troppo alta. Credi che tutte le zie debbano essere come la tua?
Algernon (spostandosi per la stanza seguito costantemente dalla telecamera): “dalla piccola Cecily allo caro zio Jack”, riconosco che una zia può anche essere piccola ma, quali che siano le sue dimensioni, non può chiamare zio suo nipote. E poi tu non ti chiami Jack, tu ti chiami Ernest.
Jack: Non mi chiamo Ernest, mi chiamo Jack.
Algernon: Mi hai sempre detto che ti chiami Ernest. Ti ho presentato a tutti come Ernest. Hai perfino la faccia da Ernest. Sei la persona più Ernest che abbia mai viso in vita mia.
Jack: Mi chiamo Ernest in città e Jack in campagna, e il portasigarette me lo hanno regalato in campagna.
Algernon (porgendogli il portasigarette): Avevo sempre sospettato che fossi un bunburista, e adesso ne sono sicuro. Perché Ernest in città e Jack in campagna?
Jack (sorpreso): Bunburista?
Algernon (sedendosi sul divano): Poi ti rivelerò il significato, ma ora dammi una spiegazione, e bada bene che sia improbabile.
Jack: È molto semplice, il vecchio Thomas Cardew, che mi adottò quando ero piccolo, mi ha nominato nel suo testamento tutore di sua nipote Cecily Cardew che mi chiama zio ed abita nella mia casa di campagna affidata alla sua governante, Miss Prism.
Algernon: Và avanti. Perché sei Ernest in città e Jack in campagna?
Jack: Mio caro Algy, quando ci si investe della responsabilità di fare il tutore, si deve adottare un alto tono morale in tutto. E siccome non è che l’alto tono morale ti porti esattamente alla felicità, per potere scendere in città ho finto di avere un fratello minore in città di nome Ernest che si caccia nei peggiori pasticci. Questa è la verità pura e semplice.
Algernon: La verità è pura di rado e semplice mai. La verità è che tu sei un bunburista.
Jack: Ma si può sapere che vuoi dire?
Algernon: Tu hai inventato un utilissimo fratello a nome Ernest, io ho inventato un amico invalido di nome Bunbury allo scopo di potere andare in campagna quando mi pare a causa della sua pessima salute.
Jack: Io non sono affatto un bunburista. Se Gwendolen mi dirà di sì ho già deciso di uccidere mio fratello, e ti consiglio di fare altrettanto con il tuo amico Bunbury.

Esterno - Veduta della strada di fronte alla casa

Una carrozza supera la telecamera andando poi a fermarsi di fronte alla casa. La telecamera si avvicina lentamente mentre dalla carrozza scendono una giovane donna ed una signora di mezza età. La camera le segue fino al portone. La donna più anziana suona il campanello.
Subito la porta si apre ed appare Lane.

Lane: Lady Bracknell, signorina Fairfax, prego mi seguano.

Le donne entrano in casa seguendo il maggiordomo.

Interno - Casa di Algernon.

Inquadratura di Lane da dietro mentre è fermo sulla porta del salotto.

Lane: Lady Bracknell e la signorina Fairfax.

La sagoma delle due donne supera la telecamera che le segue mentre entrano in salotto.

Lady Bracknell (entrando in salotto): Scusa se abbiamo fatto un po’ tardi Algernon, ma sono stata costretta a passare dalla cara Lady Harbury. Non ci andavo dalla morte del suo povero marito. Non ho mai visto una donna così alterata, dimostra vent’anni di meno. Dal dolore le sono venuti i capelli biondi. Ma adesso prenderò una tazza di tè con uno di quei deliziosi tramezzini al cetriolo che mi hai promesso.
Algernon: Certo, zia Augusta

Algernon va al tavolino da tè dove prende il piatto vuoto.

Algernon (con tono sorpreso): Santo cielo! Lane! Perché non ci sono i tramezzini al cetriolo? Li avevo ordinati espressamente.
Lane (molto serio): Non c’erano cetrioli al mercato stamattina, signore. Ci sono andato due volte.
Algernon: Niente cetrioli!
Lane: No signore. Nemmeno a pagarli in contanti. Ma preparerò pane e burro.

Lane esce dalla stanza seguito da Algernon e da Lady Brecknell.

Jack: Bella giornata signorina Fairfax.
Gwendolen: La prego di non parlarmi del tempo signor Worthing. Ogni volta che qualcuno mi parla del tempo ho la certezza che intenda dire qualcos’altro.
Jack (nervoso): Io intendo dire qualcos’altro. Signorina Fairfax, dalla prima volta che l’ho vista l’ho ammirata più di qualunque fanciulla che abbia visto da quando ho visto lei.
Gwendolen: Sì, me ne rendo perfettamente conto. Anche lei ha sempre avuto per me un fascino irresistibile. Anche prima di conoscerla, mi era tutt’altro che indifferente.

Jack la guarda stupefatto.

Gwendolen: Da quando Algernon mi ha accennato al fatto di avere un amico di nome Ernest, ho saputo di essere destinata ad amarlo. In questo nome c’è qualcosa che ispira una fiducia totale.
Jack: Ma non vorrai dire che non potresti amarmi se non mi chiamassi Ernest?
Gwendolen: Ma tu ti chiami Ernest.
Jack: Gwendolen, bisogna che mi faccia subito battezzare…voglio dire, bisogna che ci facciamo subito sposare.
Gwendolen: Però non mi ha ancora fatto la dichiarazione.
Jack: Posso dichiararmi ora?
Gwendolen: Mi sembra un’occasione eccellente, ma mi sembra giusto comunicarle in tutta franchezza che ho intenzione di accettarla.
Jack (inginocchiandosi): Gwendolen, vuole sposarmi?
Gwendolen: Ma certo caro. Quanto tempo ci hai messo! Temo che tu abbia pochissima esperienza in fatto di dichiarazioni.

Lady Bracknell rientra in stanza e guarda stupita Jack

Lady Bracknell: Signor Worthing! Abbandoni immediatamente quella posizione semicoricata. È assolutamente indecorosa.

Jack tenta di alzarsi ma Gwendolen non glielo permette.

Gwendolen: Mamma! Devo pregarti di lasciarci soli, il signor Worthing non ha ancora finito.
Lady Bracknell: Finito cosa?

Finalmente Jack riesce ad alzarsi e si affianca a Gwendolen.

Gwendolen: Mi sono fidanzata con il signor Worthing.
Lady Bracknell: Scusa tanto, ma tu non sei fidanzata con nessuno. Quando ti fidanzerai con qualcuno io, o tuo padre, te ne daremo notizia. E adesso ho alcune domande da porle, signor Worthing. Mentre tu, Gwendolen, mi aspetterai in carrozza.

Lady Bracknell prende dalla tasca taccuino e matita mentre Gwendolen esce scambiandosi teneri sguardi con Jack.

Lady Bracknell: Ho il dovere di comunicarle che lei non figura nella mia lista di buoni partiti. Comunque sono pronta ad inserirvi il suo nome se le sue risposte saranno quelle richieste da una madre veramente premurosa. Fuma?
Jack: Sì, devo confessare che fumo.
Lady Bracknell: Mi fa piacere. Un uomo deve avere una occupazione di qualche tipo. Ci sono già troppi fannulloni in giro per Londra. Quanti anni ha?
Jack: Ventinove.
Lady Bracknell: Ottima età per sposarsi. Ho sempre ritenuto che un uomo per sposarsi dovrebbe sapere tutto o niente. Lei a quale categoria appartiene?
Jack: Io non so niente, Lady Bracknell.
Lady Bracknell: Mi fa piacere. Non approvo alcun intervento correttivo dell’ignoranza naturale. L’ignoranza è come un frutto esotico, la tocchi e il fiore sparisce. I suoi genitori sono vivi?
Jack: Li ho persi entrambi.
Lady Bracknell: Perdere uno dei genitori, signor Worthing, può essere considerato una disgrazia, ma perderli entrambi sembra piuttosto una tendenza alla sbadataggine. Chi era suo padre?
Jack: Ho proprio paura di non saperlo. Vede, ho detto di avere perso i genitori. Sarebbe più preciso dire che loro hanno perso me. Insomma mi hanno rinvenuto.
Lady Bracknell: Rinvenuto!
Jack: Il defunto signor Cardew mi rinvenne e mi impose il nome di Worthing, dato che per caso aveva in tasca un biglietto di prima classe per questa località.
Lady Bracknell: E dove la rinvenne questo signore?
Jack (serissimo): Al deposito bagagli di Victoria Station in una borsa di cuoio nero con le maniglie.
Lady Bracknell (stupefatta): Le confesso che sono esterrefatta da quanto lei mi ha rivelato. Essere nato, o quanto meno allevato, in una borsa, con o senza maniglie, mi sembra una ostentazione di disprezzo per il decoro consueto della vita famigliare. Quanto al luogo del rinvenimento, i depositi bagagli delle stazioni ferroviarie non possono certo essere considerati una solida base per una posizione riconosciuta nella buona società.
Jack: Cosa mi consiglia di fare? Sono pronto a qualsiasi cosa pur di sposare Gwendolen.
Lady Bracknell: Le consiglierei di procurarsi dei parenti al più presto possibile, prima che la stagione sia chiusa definitivamente.
Jack: Non vedo come potrei, ma posso produrre la borsa in qualsiasi momento.
Lady Bracknell: Non immaginerà che acconsentirei a mia figlia di imparentarsi con un deposito bagagli, e di unire le sue sorti a quelle di un pacco postale. Buongiorno, signor Worthing.

Lady Bracknell esce mentre dalla stanza vicina si sentono le note della Marcia Nuziale. Jack si precipita nell’altra stanza seguito dalla telecamera e trova Algernon al pianoforte.

Interno – Stanza molto lussuosa con scrittoio, libreria fornitissima e pianoforte all’angolo destro

Jack: Algy! Non suonare quell’aria sinistra!
Algernon: Non ha funzionato vecchio mio? Gwendolen ti ha respinto?
Jack: Di Gwendolen posso fidarmi a occhi chiusi. È sua madre che è assolutamente insopportabile. Ma forse non dovrei parlare così di tua zia.
Algernon: Mio caro, adoro sentire parlare male dei miei parenti. È la sola cosa che me li rende sopportabili. I parenti sono persone noiosissime che non hanno la più piccola idea di come vivere, né la più piccola intuizione di quando morire.
Jack: Sarebbe un’osservazione intelligente?
Algernon: Io non ne posso più dell’intelligenza. Non si può più andare in nessun posto senza incontrare persone intelligenti. Come vorrei che ci fosse rimasto qualche cretino.
Jack: Ne conosco ancora qualcuno.
Algernon: Di che parlano tra loro?
Jack: Delle persone intelligenti.
Algernon: Che cretini!
Jack (guardando l’orologio): Sono quasi le sette.
Algernon: Io ho fame, andiamo a cena?

Esterno – Strada nebbiosa ed illuminata da lampioni elettrici.

Jack ed Algernon camminano nella nebbia quando una carrozza si avvicina, al suo interno notiamo Gwendolen. La telecamera ci mostra il viso stupito di Jack ed il sorriso di Algernon.

Algernon: Gwendolen!
Gwendolen: Algy, voltati dall’altra parte devo dire una cosa molto privata al signor Worthing.

Algernon si gira per non guardare

Jack: Amore mio.
Gwendolen: Ernest, la storia della tua romantica origine ha smosso le fibre più intime della mia natura.
Jack: Cara!
Gwendolen: Il tuo nome di battesimo ha per me un irresistibile fascino.Conosco il tuo indirizzo di città, ma qual è il tuo indirizzo in campagna?
Jack: The Manor House, Woolton, Hertfordshire.

Algernon, che ha ascoltato con attenzione, sorride fra sé e si appunta l’indirizzo sul polsino della camicia alla luce del lampione.

Gwendolen: Ora devo andare.A presto, caro.
Jack: Ti aspetto, cara.

La carrozza si allontana con il rumore dei cavalli e l’immagine sfuma nella nebbia per riprendere in pieno giorno memtre il rumore dei cavalli si tramuta intreno al cui interno si trova Algernon che, sorridente, si guarda il polsino della camicia

Algernon (sempre con aria soddisfatta): Cecily cara, lo zio Ernest sta arrivando.

Algernon alza lo sguardo scrutando la campagna fuori dal finestrino e la telecamera, allarga il campo lentamente mostrando il treno che attraversa una verdissima campagna tornando poi a stringere nei pressi del giardino di una splendida villa.

Esterno – Giardino della Manor House.

Vediamo un giardino fiorito, pieno di rose, con un tavolino pieno di libri ed alcune sedie in vimini.Una giovane donna è intenta ad innaffiare i fiori mentre una donna più anziana è seduta al tavolino.

Miss Prism (rivolta alla ragazza): Cecily, non credi che dovresti lasciarle a Merrimar le operazioni utilitarie come quella di innaffiare i fiori? Qui al tavolo c’è la tua grammatica tedesca. Apri a pagina quindici, per favore. Riprendiamo la lezione di ieri.
Cecily (dopo avere smesso di innaffiare i fiori si avvicina molto lentamente): Ma a me il tedesco non piace. Dopo la lezione di tedesco sembro un mostro, è una lingua che non dona , lo so.
Miss Prism: Bambina, sai quanto ci tiene il tuo tutore che tu migliori in tutto.
Cecily: È talmente serio il caro zio Jack! È talmente serio certe volte che penso non si senta bene.
Miss Prism: Cecily! Mi sorprendi. Il signor Worthing ha molte preoccupazioni. L’allegria, l’oziosità, la frivolezza sarebbero fuori luogo nella sua conversazione, Non dimenticare il suo costante stato di ansia per quello sciagurato di suo fratello.
Cecily: Vorrei proprio che lo zio Jack lo lasciasse venire qui qualche volta.

La telecamera allarga verso l’esterno del giardino inquadrando da lontano un uomo che si avvicina, poi torna su Cecily.

Cecily(sorridendo): Guardi Miss Prism, il dottor Chasuble che viene verso di noi.
Miss Prism (alzandosi ed andandogli incontro): Il dottor Chasuble! È un vero piacere.
Chasuble: Come andiamo? Lei sta bene, Miss Prism?
Cecily: Miss Prism stava appunto accusando una leggera emicrania.
Miss Prism: Non ho fatto il minimo accenno all’emicrania.
Cecily: No, ma l’ho sentito d’istinto che aveva il mal di testa. Secondo me una passeggiatina nel parco con il dottor Chasuble le gioverebbe moltissimo.
Miss Prism: Forse farò due passi con lei, caro dottore. Mi accorgo di avere un po’ di emicrania dopotutto, e del moto mi farà bene.
Chasuble: Con piacere, Miss Prism, con piacere.

La coppia si allontana e Cecily rimane sola mentre dalla porta entra il maggiordomo con un biglietto da visita su un vassoio d’argento.

Merriman: C’è il signor Ernest Worthing, appena arrivato dalla stazione. È arrivato con le sue valigie.
Cecily (prende il biglietto e lo legge): Mr.Ernest Worthing. Il fratello di zio Jack!
Merriman: Sì, signorina. Si è dichiarato ansioso di parlarle un momento in privato.
Cecily: Lo faccia accomodare.
Merriman: Sì, signorina.

Merriman esce e la telecamera torna su Cecily che è visibilmente preoccupata.

Cecily: È la prima volta che conosco una persona veramente corrotta. Ho una certa paura. La paura è che a vederlo sia come tutti gli altri.

Entra Algernon, allegro e disinvolto, sollevandosi il cappello.

Algernon: Tu sei la mia piccola cugina Cecily, senza dubbio.
Cecily (delusa e sottovoce): E infatti è come tutti gli altri.
Algernon: Come dici mia piccola cugina?
Cecily: Lei è vittima di un curioso equivoco. Io non sono piccola. Anzi mi considero piuttosto alta.
Algernon: Scusami, ma..
Cecily: Però sono sua cugina Cecily. Lei come vedo dal suo biglietto è il fratello dello zio Jack, mio cugino Ernest, il mio corrotto cugino Ernest.
Algernon: Oh! In realtà non sono affatto corrotto, io…
Cecily (non facendogli finire la frase): Se è così è segno che ci ha ingannati tutti in modo imperdonabile. Spero proprio che non abbia condotto una doppia vita, fingendosi corrotto ed essendo in realtà buono tutto il tempo. Sarebbe da ipocrita.
Algernon (guardandola stupefatto): Oh! Naturalmente sono stato abbastanza scapestrato.
Cecily: Sono lieta di sentirlo. Lo zio Jack non sarà di ritorno prima di lunedì pomeriggio, lo sa?
Algernon: È uno spiacevole contrattempo. Sono costretto a partire lunedì mattina col primo treno. Ho un appuntamento di affari al quale sono ansioso di mancare.
Cecily: E deve per forza mancarlo a Londra?
Algernon: Per forza, l’appuntamento è a Londra.
Cecily: Certo, lo so anch’io quanto sia importante non rispettare gli appuntamenti di affari.

Esterno – Campagna vicino alla Manor House.

Miss Prims e Chasuble stanno tornando verso casa

Miss Prism: Lei è troppo caro dottor Chasuble. Dovrebbe sposarsi.
Chasuble: Perché? L’uomo non è altrettanto attraente da sposato.
Miss Prism: L’uomo sposato non è mai attraente per nessuno, salvo sua moglie.
Chasuble: E spesso, mi dicono, neanche per lei.

Incontrano Jack che, vestito a lutto strettissimo e con fascia di velo al cappello sta tornando verso casa.

Miss Prism: Signor Worthing!
Chasuble: Signor Worthing?
Jack: Sono tornato prima del previsto.
Chasuble: Caro signor Worthing! Che significa questo vestito?
Jack: Mio fratello.
Miss Prism: Nuovi debiti?
Chasuble: La solita vita di piaceri?
Jack (scuotendo il capo): Morto.
Chasuble: Suo fratello Ernest morto?
Jack: Assolutamente morto.
Miss Prims: Molto triste. Gli è stato vicino al momento del trapasso?
Jack: No. È morto all’estero, a Parigi.
Chasuble: L’inumazione avrà luogo qui?
Jack: No. Ha espresso il desiderio di essere sepolto a Parigi
Chasuble: A Parigi! Temo che questo non sia indice di uno stato d’animo molto serio.Certo lei vorrà che faccia una lieve allusione a questa sventura domestica durante il mio sermone. Il mio sermone della manna nel deserto è adattabile a tutti i casi. L’ho pronunciato a battesimi, cresime, matrimoni e funerali.
Jack: Ah! A proposito. Immagino che lei sia bravissimo a battezzare.
Chasuble (con espressione sbalordita): C’è un fanciullo che le sta a cuore?
Jack: No! Il fatto è che vorrei battezzarmi io stesso, oggi pomeriggio se non ha niente di meglio da fare.
Chasuble: Ma lei è già stato battezzato, signor Worthing.
Jack: Ma non ne ho alcun ricordo.

Nel frattempo i tre sono arrivati sul cancello del giardino di casa.

Jack: Potrei fare un salto verso le cinque, se le sta bene.
Chasuble: D’accordo, signor Worthing, ed ora voglio togliere il disturbo da questa casa piena di dolore.

Cecily vede Jack dal giardino e gli corre incontro.

Cecily: Zio Jack! Ma cos’è quel vestito orrendo? Vatti subito a cambiare. Ho una bella sorpresa per te. Indovina chi c’è in sala da pranzo? Tuo fratello!
Chusable: Ecco una lieta novella.
Jack: Mio fratello in sala da pranzo? Mi sembra un’assurdità totale.
Miss Prism: Dopo che tutti ci eravamo rassegnati alla sua perdita, questo improvviso ritorno mi sembra particolarmente doloroso.

Cecily prende per mano Jack e lo accompagna in casa seguito da Chasuble e Miss Prims

Interno – Sala da pranzo di Manor House.

Jack(vedendo Algernon): Santo cielo!
Algernon: Fratello mio, sono venuto dalla città per dirti che mi pento per tutti i dispiaceri che ti ho dato e che intendo cambiare vita.

Algernon allunga la mano verso Jack ma questi la rifiuta.

Cecily: Zio Jack, non vorrai rifiutare la mano di tuo fratello? Fai il bravo c’è del buono in tutti noi.Ernest mi stava dicendo del suo povero amico infermo, il signor Bunbury, che va a trovare così spesso.
Jack: Bunbury! Non tollererò che si parli di Bunbury in questa casa, e tu te ne devi andare. Dirò subito a Merriman di chiamarti una carrozza!

Jack esce dalla stanza seguito da Chasuble e Miss Prism.

Cecily: Dobbiamo dunque separarci?
Algernon: Temo di sì. È una separazione molto dolorosa.
Cecily: È sempre doloroso separarsi da chi si conosce da tanto poco tempo.
Algernon: Grazie.

Entra Merriman.

Merriman: Il calesse sta arrivando signore.
Cecily: Che aspetti, Merriman…cinque minuti.
Merriman (uscendo): Sì, signorina.
Algernon: Spero che non ti offenderai se affermo che mi sembri la perfezione assoluta.
Cecily: La tua franchezza ti fa molto onore, Ernest. Se lo consenti copio quanto mi hai detto sul diario.
Algernon: Tieni un diario? Allora scrivi anche che non mi importa di nessun altro al mondo che di te. Ti amo Cecily. Vuoi sposarmi?
Cecily: Sciocchino! Certo. Siamo fidanzati da tre mesi!
Algernon(sempre più esterrefatto): Da tre mesi?
Cecily: Sì, saranno precisamente tre mesi giovedì prossimo.
Algernon: Ma come ci siamo fidanzati?
Cecily: Beh, sin da quando il caro zio Jack ci confessò di avere un fratello minore tanto corrotto e malvagio tu diventasti l’argomento principale della conversazione. E naturalmente un uomo di cui si parla tanto è sempre molto attraente.
Algernon: Tesoro. E quando si decise il fidanzamento, di preciso?
Cecily: Il 14 febbraio scorso. Ti dissi sì sotto l’albero in giardino. Il giorno dopo acquistai questo anellino a tuo nome.
Algernon: Te l’ho dato io? Molto carino, vero?
Cecily: Sì, tu hai molto buon gusto Ernest. Ed in camera conservo in una scatola tutte le tue lettere.
Algernon: Ma, mia dolce Cecily, io non ti ho mai scritto in vita mia.
Cecily(con tono risentito): Non hai bisogno di ricordarmelo, Ernest. Sono sempre stata costretta a scrivere al posto tuo, anche tre volte alla settimana.
Algernon: Fammele leggere!.
Cecily: Neanche per sogno. Ti daresti troppe arie. Le tre che mi hai scritto quando ho rotto il fidanzamento sono così belle...
Algernon: Ma come, abbiamo rotto il fidanzamento? Perché?
Cecily: Non avrebbe potuto essere un fidanzamento serio se non fosse stato rotto almeno una volta.Però prima della fine della settimana ti ho perdonato.
Algernon(inginocchiandosi): Che angelo sei, Cecily.
Cecily: Caro il mio ragazzo romantico.(passandole mani tra i capelliSono ondulati naturali, spero?
Algernon: Sì, tesoro, con un piccolo aiuto esterno.
Cecily: Mi fa piacere.
Algernon: Non lo romperai più il nostro fidanzamento, vero?
Cecily: Come potrei ora che ti ho conosciuto? E poi c’è il fatto del nome.
Algernon(nervoso): Sì, certo.
Cecily: Non devi ridere di me, tesoro, ma il mio sogno è sempre stato di innamorarmi di qualcuno che si chiamass Ernest. In questo nome c’è qualcosa che mi ispira una totale fiducia.
Algernon: Ma…se mi chiamassi…Algy per esempio, non potresti amarmi?
Cecily: Potrei rispettarti , Ernest,, ma non amarti.
Algernon(prendendo il cappello): Ahem! Cecily! Devo vedere il vostro parroco per un battesimo della massima…voglio dire un affare della massima importanza.
Cecily: Oh!
Algernon: Non starò via più di mezz’ora.

Algernon esce quasi correndo dalla stanza mentre Cecily, stupita, si avvia in giardino seguita dalla telecamera.

Esterno – Giardino di Manor House.

Cecily guarda distrattamente le rose del giardino quando Merriman si avvicina

Merriman: C’è una certa signorina Fairfax che chiede del signor Worthing. Dice che è questione di estrema importanza.
Cecily: Faccia accomodare la signorina, il signor Worthing non tarderà.
Merriman: Sì, signorina.

Merriman torna presso la porta di casa.

Merriman: La signorina Fairfax.

Gwendolen entra in giardino mentre Cecily le va incontro e Merriman torna in casa.

Cecily: Mi scusi se mi presento da sola. Mi chiamo Cecily Cardew.
Gwendolen: Cecily Cardew? Che nome delizioso! Qualcosa mi dice che diventeremo grandi amiche. Lei mi è già simpatica. Mi chiamo Gwendolen Fairfax.
Cecily: Com’è gentile da parte sua. La prego si sieda signorina Fairfax.
Gwendolen: Posso chiamarti Cecily?
Cecily: Con piacere, Gwendolen
Gwendolen(guardando con cura Cecily): Sei qui anche tu per una visita. Brevissima immagino.
Cecily: Oh, no! Io qui ci vivo.
Gwendolen: Davvero? Con tua madre?
Cecily: No. Non ho nessun parente. L’arduo compito di badare a me tocca a Miss Prims ed al mio caro tutore, il signor Worthing.
Gwendolen: Oh! Non me l’ha mai accennato, al fatto di avere una pupilla. Quanti segreti! Diventa ogni momento più interessante. Ma, cara Cecily, io ti voglio molto bene e mi sei simpatica. Però…
Cecily: Ti prego! Io sostengo che quando si ha da dire qualcosa di spiacevole, si deve essere più che schietti.
Gwendolen: Se devo essere franca vorrei che tu fossi molto più vecchia e che fossi più brutta della media delle tue coetanee. Ernest è l’anima stessa della verità e dell’onore. Ma anche gli uomini dal carattere morale più nobile sono suscettibili all’attrazione del fascino fisico altrui.
Cecily: Scusa un momento, Gwendolen. Hai detto Ernest?
Gwendolen: Sì.
Cecily: Carissima Gwendolen, non ho motivo di tenerlo segreto proprio a te. Il signor Ernest Worthing ed io ci siamo fidanzati.
Gwendolen: Cecily, tesoro, ho paura che ci sia un piccolo equivoco. Il signor Ernest Worthing è fidanzato con me.
Cecily: Temo che tu sia vittima di un malinteso. Ernest mi ha fatto la dichiarazione esattamente dieci minuti fa.
Gwendolen: Certamente è molto curioso perché a me mi ha chiesta in moglie ieri pomeriggio alla 5.30.
Cecily: Cara Gwendolen, mi sento in dovere di farti osservare che evidentemente dopo averti fatto quella proposta, Ernest ha cambiato idea. E in qualunque impiccio si sia cacciato Ernest prima di oggi, una volta sposati non glielo rinfaccerò mai.
Gwendolen: Allude a me quando parla di impiccio, signorina Cardew?
Cecily: Certo, signorina Fairfax. Io dico sempre pane al pane.

Merriman entra in giardino con un vassoio ed una tovaglietta.

Merriman: Apparecchio per il tè come al solito, signorina?
Cecily: Sì, come al solito. Posso offrirle una tazza di tè, signorina Fairfax?
Gwendolen: Grazie.
Cecily: Zucchero?
Gwendolen: No grazie. Lo zucchero non è più di moda a Londra.

Cecily la guarda con furore e mette 4 zollette di zucchero nella tazza.

Cecily: Ciambella, pane o burro?
Gwendolen: Pane e burro. La ciambella è praticamente scomparsa dalle case migliori.

Cecily taglia un’enorme fetta di ciambella, la pone su un vassoio e lo consegna a Merriman il quale lo porge a Gwendolen che beve il tè facendo una smorfia e deponendo subito la tazza. Allunga la mano verso il pane e burro e si accorge che è ciambella. Si alza indignata.

Gwendolen: Lei mi ha riempito il tè di zollette di zucchero e mi ha dato la ciambella. Ho diffidato di lei dal primo momento in cui l’ho vista. Ho sentito che era falsa e ingannatrice. In queste cose io non sbaglio mai. La mia prima impressione della gente è invariabilmente giusta.

Entra in giardino Jack.

Gwendolen: Ernest! Mio Ernest!
Jack: Gwendolen, tesoro!
Cecily: Sapevo che doveva esserci un qualche equivoco, signorina Fairfax. Il signore qui presente è il mio tutore, John Worthing.
Gwendolen: Chiedo scusa?
Cecily: Questo è lo zio Jack.
Gwendolen(indietreggiando): Jack! Oh!

Arriva in giardino anche Algernon.

Cecily: Ecco Ernest.
Algernon: Amore mio
Gwendolen: Lo sentivo che c’era un piccolo errore, signorina Cardew. Il signore è mio cugino, Algernon Moncrieff.
Cecily(rivolta ad Algernon): Ti chiami Algernon?
Algernon: Non posso negarlo.
Gwendolen(rivolta a Jack): Davvero ti chiami John?
Jack: Potrei negarlo, se volessi. Potrei negare qualsiasi cosa se volessi. Ma mi chiamo proprio John. Mi chiamo John da molti anni.
Gwendolen: Purtroppo ormai è chiaro, Cecily, che nessuna di noi due è fidanzata con nessuno.
Cecily: Entriamo in casa. Lì non oseranno seguirci.

Gwendolen e Cecily, impettite tornano in casa.

Interno – Soggiorno di Manor House

Gwendolen e Cecily sono alla finestra intente a guardare fuori.

Gwendolen: Secondo me il fatto che non ci hanno seguito subito in casa dimostra che hanno ancora un briciolo di pudore.
Cecily: Stanno mangiando tutti I salatini. Sembrerebbe un sintomo di pentimento.
Gwendolen: Non si occupano minimamente di noi. Tossisci un po’, per favore.
Cecily: Ma non ho la tosse.
Gwendolen: Ora vengono qui. Che impudenza!
Cecily: Manteniamo un dignitoso silenzio.

Jack entra in soggiorno seguito da Algernon.

Gwendolen: Noi non saremo le prime a parlare.
Cecily: Questo è poco ma sicuro.
Algernon: Cecily, cara , mi sono spacciato per Ernest solo per conoscerti.
Cecily(rivolta a Gwendolen): Mi sembra una spiegazione più che soddisfacente. Non ti pare?
Gwendolen: Sì, se riesci a credergli.
Cecily: Non gli credo ma ciò non intacca la bellezza della sua motivazione.
Gwendolen: Giusto. Nelle questioni importanti la cosa vitale è lo stile, non la sincerità. Anche lei signor Worthing voleva solo un pretesto per vedermi?
Jack: Può dubitarne, signorina Fairfax?
Gwendolen: Nutro in proposito i dubbi più ampi, ma intendo fugarli.
Cecily(avvicinandosi a Gwendolen): Io sono più che appagata da quanto hanno detto.
Gwendolen: Ritieni che dovremmo perdonarli?
Cecily: Sì. Voglio dire, no.
Gwendolen: Giusto1 Me l’ero dimenticato. Ci sono in ballo dei nomi irrinunciabili.
Gwendolen e Cecily(insieme): I vostri nomi di battesimo sono ancora un ostacolo insuperabile.
Jack e Algernon(insieme): I nostri nomi di battesimo? Tutto qui? Ma noi ci facciamo battezzare oggi pomeriggio.
Gwendolen( a Jack): Per amor mio sei pronto ad affrontare questa prova tremenda?
Jack: Sì.
Cecily(a Algernon): Per farmi piacere sei disposto a sfidare questo cimento spaventoso?
Algernon: Sì.
Gwendolen: E poi parlano dell’uguaglianza dei sessi! Che assurdità! Quando entra in ballo il sacrificio, gli uomini ci sono infinitamente superiori.

Cadono una nelle braccia dell’altro mentre Merriman entra in soggiorno e, vista la situazione, tossisce per farsi notare

Merriman: Ahem! Lady Bracknell!
Lady Bracknell(entrando decisa): Gwendolen, che significa questo?
Gwendolen: Semplicemente che mi sono fidanzata col signor Worthing, mamma.
Lady Bracknell: Vieni qui subito, e siediti. Quanto a lei, signor Worthing, si renderà conto che qualsiasi sua comunicazione con mia figlia deve cessare immediatamente.
Jack: Lady Bracknell! Io sono fidanzato con Gwendolen!
Lady Bracknell: Neanche per sogno, signore. Ed ora tu Algernon, si può sapere se è in questa casa che vive il tuo amico Bunbury?
Algernon(balbettando): Oh, no. Bunbury non abibita ququi. Bunbury in ququesto momento si trova altrove. Sì. Infatti è morto.
Lady Bracknell: Morto? E come è morto. Non si sa. I medici hanno scoperto che non poteva vivere…e allora, Bunbury è morto.
Lady Bracknell: Evidentemente aveva una gran fiducia nell’opinione dei suoi medici. Allora tu che ci fai qui?
Algernon: Mi sono fidanzato con Cecily.
Lady Bracknell(rabbrividisce mentre va a sedersi sul sofà): Non so se ci sia qualcosa di particolarmente eccitante in questa zona, ma il numero dei fidanzamenti è decisamente superiore alla norma. Anche lei signorina è per caso imparentata con una delle maggiori stazioni ferroviarie di Londra? Lo chiedo a puro titolo di informazione. Fino a ieri non avevo idea che esistessero famiglie o individui le cui origini risalissero a un capolinea.
Jack(con voce fredda e trattenendo a stento il furore): La signorina Cardew è nipote del defunto signor Thomas Cardew, e sarà felice di sapere che sono anche in possesso di certificati di nascita, battesimo, tosse convulsa e morbillo. Il morbillo l’ha avuto tanto nella versione tedesca che in quella inglese.
Lady Bracknell: Una vita movimentata, a quanto vedo. Comunque si sta facendo tardi. Gwendolen, dobbiamo andare. Solo un’altra cosa, tanto per la forma, la signorina Cardew dispone di un qualche piccolo patrimonio?
Jack: Oh! Un centotrentamila sterline in titoli di stato. Arrivederla , Lady Bracknell. È stato un piacere.
Lady Bracknell(rimettendosi a sedere): Un momento, ora che guardo meglio la signorina Cardew mi sembra una giovinetta estremamente attraente.
Algernon: Cecily è la fanciulla più dolce che esista al mondo.
Lady Bracknell: Cara bambina, naturalmente sai che Algernon non può contare che sui suoi debiti. Ma io non approvo i matrimoni di interesse. Quando sposai Lord Bracknell non avevo un soldo di dote ma non ne feci un problema. Beh, dovrò dare il mio consenso, immagino.
Algernon: Grazie, zia.
Cecily: Grazie, Lady Bracknell.
Jack: Domando scusa Lady Bracknell, ma di fidanzamento non è il caso di parlare. Io sono il tutore della signorina Cardew, e non può sposarsi senza il mio consenso. Ed io nego il mio consenso. A meno che lei non acconsenta alle mie nozze con Gwendolen.
Lady Bracknell(alzandosi in piedi e ipettendosi): Lei si renderà perfettamente conto dell’assurdità che sta dicendo.

Arriva il dottor Chasuble.

Chasuble: Tutto è pronto per i battesimi.
Lady Bracknell: I battesimi, signore! Non le sembra un po’ prematuro?
Chasuble(con espressione perplessa): Questi signori hanno espresso entrambi il desiderio di accostarsi al battesimo senza altri indugi.
Lady Bracknell: Alla loro età? Che idea pazzesca e sacrilega! Algernon, ti proibisco di farti battezzare.
Chasuble: Sbaglio dunque se arguisco che non ci saranno più battesimi, questo pomeriggio?
Jack: Da come stanno le cose, dottor Chasuble, non credo che il battesimo potrebbe più giovare a nessuno di noi.
Chasuble: Sentirla esprimere tali sentimenti, signor Worthing, mi addolora assai, me ne tornerò senza altri indugi in parrocchia. Tra l’altro il sagrestano mi ha appena informato che Miss Prism mi aspetta da un’ora e mezza in sagrestia.
Lady Bracknell(con un sobbalzo): Miss Prims? Ho sentito nominare una certa Miss Prism?
Chasuble: Sì, Lady Bracknell, sto appunto apprestandomi a raggiungerla.
Lady Bracknell: Questa Miss Prism è per caso una femmina di aspetto repellente, esercitante un’attività vagamente connessa con l’educazione?
Chasuble: È una signora di grande cultura, nonché la rispettabilità fatta persona.
Lady Bracknell: È chiaro che si tratta della stessa persona, devo vederla all’istante. La mandi a chiamare immediatamente.
Chasuble(guardando fuori): Sta venendo, eccola.
Miss Prism(entrando frettolosamente): Mi avevano detto che mi aspettava in sagrestia, caro canonico. La stavo aspettando da un’ora e mezza…

Miss Prism incontra lo sguardo impietrito di Lady Bracknell e cerca di andarsene.

Lady Bracknell: Prism! Miss Prism! Venga qui, qui Prism !

Miss Prism si avvicina a testa bassa.

Lady Bracknell: Prism! Dov’è il bambino?

Tutti indietreggiano stupiti.

Lady Bracknell: Anni fa, Prism, lei è uscita dalla casa di Lord Brecknell con una carrozzina contenete un bambino di sesso maschile a lei affidato. Non ha mai fatto ritorno. Solo la carrozzina fu rinvenuta, e conteneva solo il manoscritto di un romanzo ripugnante. Prism! Dov’è il bambino?
Miss Prism: Lady Bracknell, riconosco con mia vergogna che non lo so. Vorrei tanto saperlo. Ecco i fatti nudi e crudi. La mattina del giorno che lei ha detto mi preparai a portare fuori il bambino nella sua carrozzina. Avevo anche con me una borsa vecchiotta, capace, nella quale progettavo di riporre il manoscritto di un’opera di narrativa che avevo scritto. In un momento di distrazione, del quale non potrò mai più perdonarmi, deposi il manoscritto nella carrozzina e collocai il bambino nella borsa.
Jack: Ma la borsa poi dove la lasciò?
Miss Prism: La lasciai al deposito bagagli della stazione ferroviaria Victoria. La linea di Brighton.
Jack: Devo ritirarmi nella mia stanza per un momento. Gwendolen, aspettami qui.
Gwendolen: Se non ci metti troppo, ti aspetterò qui tutta la vita.

Jack esce correndo molto eccitato e subito da sopra vengono rumori come di bauli sbatacchiati. Tutti guardano in alto, poi guardandosi in faccia sentono Jack correre giù per le scale e lo vedono entrare in stanza con una borsa nera di cuoio.

Jack: È questa la borsa?
Miss Prism: Sembrerebbe la mia. Sì, ecco la macchia sulla fodera. E poi sulla chiusura le mie iniziali. La borsa è senza alcun dubbio la mia. Sono felice di vedermela restituire in modo così inatteso. Non è stato agevole doverne fare a meno per tutti questi anni.
Jack: Miss Prism, ben più di quella borsa le viene restituito. Io sono il bambino che vi era deposto.
Miss Prism: Lei?
Jack: Sì, mamma!
Miss Prism(ritraendosi indignata): Signor Worthing, io sono nubile!
Jack: Nubile! È un fiero colpo, non lo nego. Ma dopotutto, chi ha il diritto di scagliare la prima pietra contro colei che ha sofferto? Madre, io ti perdono.
Miss Prism(ancora più indignata ed indicando Lady Bracknell): Signor Worthing, c’è un errore. Ecco la signora che può dirle chi è veramente.
Jack: Lady Bracknell, non vorrei sembrare curioso, ma non avrebbe la cortesia di comunicarmi chi sono?
Lady Bracknell: Lei è figlio della mia povera sorella , la signora Moncrieff, e di conseguenza fratello Algernon.
Jack: Fratello di Algernon! Allora ho un fratello, dopotutto. Lo sapevo che avevo un fratello! L’ho sempre detto che avevo un fratello! Cecily, come hai potuto dubitare che avessi un fratello?
Gwendolen: Mio caro! Ma mio caro che? Come ti chiami, ora che sei diventato un altro?
Jack: Santo cielo! Avevo totalmente dimenticato questo particolare. La tua decisione riguardo al mio nome è sempre irrevocabile, immagino?
Gwendolen: Io non cambio mai, se non negli affetti.
Cecily: Com’è nobile la tua natura, Gwendolen!
Jack: Allora è meglio chiarire subito tutta la faccenda. Zia, all’epoca in cui Miss Prism mi lasciò nella borsa ero già stato battezzato?
Lady Bracknell: Nel loro smodato amore per te i tuoi genitori ti avevano circondato di ogni lusso, compreso il battesimo.
Jack: Allora sono stato battezzato!Che nome mi fu imposto?
Lady Bracknell: Dato che eri il primogenito, naturalmente ti chiamarono come tuo padre.
Jack(ormai irritato): Sì, ma mio padre come si chiamava?
Lady Bracknell(intenta a meditare): In questo momento non riesco a ricordare….
Jack: Algy! Nemmeno tu ti ricordi il nome di nostro padre?
Algernon: Ma mio caro, io e mio padre non ci parlavamo. È morto che non avevo nemmeno un anno.
Lady Bracknell(illuminandosi in viso): Ora me lo ricordo! Si chiamava Ernest. Sapevo che avevo una ragione precisa per esecrare quel nome.
Jack(con tono sicuro): Te l’avevo sempre detto, Gwendolen, che mi chiamavo Ernest, non è vero? Ebbene mi chiamo Ernest, dopotutto. Voglio dire, naturalmente mi chiamo Ernest.
Gwendolen: Ernest! Mio Ernest! Sin dal primo momento ho sentito che non potevi chiamarti in altro modo.
Jack: Gwendolrn: è terribile scoprire all’improvviso di non aver detto altro che la verità per tutta la vita. Puoi perdonarmi?
Gwendolen: Sì. Perché sono certa che cambierai.
Jack(abbracciandola): Mia amata!
Lady Bracknell: Nipote, mi sembri manifestare sintomi di frivolezza.
Jack: Al contrario, zia, mi rendo conto per la prima volta in vita mia della vitale IMPORTANZA DI ESSERE ONESTO

FINE

 

Grazie per avere visto il nostro film

Al cinema dal 27.01.2001 al 23.03.2001

Box Office

Incasso Sett.

Incasso Tot.

Pos.

03.02.2001 28.728.153 28.728.153 1
10.02.2001 19.936.728 48.664.881 1
17.02.2001 30.322.871 78.987.752 1
24.02.2001 22.059.882 101.047.634 3
03.03.2001 11.295.991 112.343.625 3
10.03.2001 9.132.496 121.476.121 7
17.03.2001 26.623.073 148.099.144 2
24.03.2001 9.364.177 157.463.371 10
 

Costo Film

52.773.169  
 

Bilancio Finale

104.690.202  

 


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