Gli articoli che, nel bene e nel male, parlano del nostro lavoro.
G
R A N D P A ' S C L O S E T
L a
c o l l e z i o n e d e l n o n n o
(05/09/01 - Recensione di Salvatore Gabrieles dopo la prima al Cisterna
Summer Festival)
Grande
attesa a Cisterna per la prima europea del film cha ha sbancato i botteghini
virtuali d'oltreoceano e mai attesa fu così ben ripagata perché siamo di
fronte ad un capolavoro. La storia di questo ragazzino ambientata nella metà
degli anni '50 è descritta con grande sensibilità in una storia
apparentemente semplice ma nella quale non ci sono elementi gettati a caso
tanto da sembrare un grande puzzle con i pezzi che si incastrano
perfettamente. Splendida la caratterizzazione dei personaggi, da quelli più
importanti a quelli marginali o di contorno. Perfetta la scelta del regista
e del numeroso cast formato da attori non di prim'ordine. Scrittura sempre
scorrevole e accattivante.
Il miglior film dell'anno.
(29/09/01 Cesare sul sito Cadillac Ranch)
Un affresco di grande
efficacia, da seguire con attenzione, in un castello di carte tra l'inquietudine
e la poesia. 3/4
(29/09/01 Davide su Helzapoppin)
Come si diceva una volta: reduce dai
successi in America e Inghilterra ecco finalmente anche in Italia il nuovo film
di Neil Jordan, un film che inaugura le co-produzioni transoceaniche e che già
al Cisterna Summer Festival, pur non vincendo, ha fatto incetta di premi (tra
cui - meritatissimo - quello per la sceneggiatura). Tratto da un romanzo di
Bruce Robinson, Grandpa's closet è un film che non passa inosservato, sia per la
particolarità della scrittura che per il notevole approfondimento di tutti i
personaggi, dal protagonista all'ultimo dei comprimari. Storia di crescita, di
sogni, di piccoli-grandi misteri, di microdrammi familiari, Grandpa's avvince
fin dalle prime scene e riesce a creare abilmente un'atmosfera di curiosità e di
attesa fino al finale in cui tutti (o quasi) i nodi della complessa vicenda si
sciolgono, anche se forse - per uno spettatore smaliziato e avvezzo a un certo
cinema - un po' prevedibile. Eccellente l'apporto degli attori, dal futuro Harry
Potter Daniel Radlciffe (un po' antipatico per la verità) allo straordinario
nonno del veterano Tom Courtenay, dal sempre bravo Robert Carlyle, sgradevole
quanto basta, a Jamie Bell (Billy Elliot), già una brillante conferma nel
panorama inglese. Neil Jordan, regista che non sa decidersi su "cosa farà da
grande", dirige il tutto con maestria ed eleganza, confezionando un prodotto che
ha solo il difetto, forse, di voler accontentare tutti, risultando un film un
po' "perfettino" e furbetto che alla fine, stringi stringi, dice forse meno di
quello che sembra. Successo assicurato e seria ipoteca sulla prossima edizione
dei Cinematik Awards.
(29/09/01 Marco su Helzapoppin)
Signori... mollate gli ormeggi e buttatevi
a capofitto nel gioco della vita di un ragazzino sbarazzino, alle prese con una
storia strampalata, che ti tiene col fiato sospeso fino alla fine... Un puzzle
semplice ma di mille colori, che potrebbe piacere a tutti. Lo script è superbo,
meritatissimo il premio di categoria nel "Cisterna", proiettandolo direttamente
nella serata dei CK Awards. Il regista Neil Jordan, perennemente sulla rampa di
lancio, non fa altro che immortalare le immagini sulla pellicola. Per il
resto... un cast azzeccato, con un protagonista giovanissimo col "fisique du
role", e un Carlyle sempre più grande attore. Manca però quel piccolo tocco di
"magia" per rendere il film qualcosa di indimenticabile. Ottimo esordio della
prima (e forse unica finora) casa di produzione d'oltrefrontiera... risultato
della globalizzazione che sta avvenendo di questi tempi. Anche questa è
libertà... Bisogna dire che l' Anarchie studios trova la strada spianata dalla
mano esperta del riminese Maurizio Giannini.
(29/09/01 Fetch su Helzapoppin)
Emoziona e colpisce questa produzione di
MAGIA Production. Colpisce per lo stile di narrazione, per le idee proposte, per
il linguaggio. Colpisce, soprattutto, per la capacità di mostrarci l'universo
dell'infanzia senza forzature e senza falsi atteggiamenti da bambino (a parte
due o tre pezzi, comunque ignorabili nell'insieme); gli attori si impegnano per
recitare al meglio e per dimostrare la propria bravura, in una sorta di gara che
lascia lo spettatore sazio e vero vincitore.
Tutto perfetto? Quasi. Ogni tanto qualche leziosità scappa anche agli autori
della pellicola e in due o tre momenti lascia perplessi la scelta dei dialoghi,
ma per la maggior parte della pellicola lo spettatore può rilassarsi e godersi
uno delle migliori produzioni di Cinematik. Non perfetta, non eccellente, ma
capace di metterti in pace con il mondo del cinema.
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