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M. De  Sade
UN FILM DI MAURIZIO GIANNINI


Grazie per avere scelto questo film. Buona Visione...

MAGIA Production presenta un film di MAURIZIO GIANNINI
"M. De  Sade"

con
Michelle Pfeiffer
Janet Leigh - Maggie Smith
Helen Mirren - Amanda Peet
John Lone - John Paul Pitoc - Maurizio Giannini

scenografie di EIKO ISHIOKA - direttore della fotografia JOHN BAILEY

scritto da MAURIZIO GIANNINI

prodotto da MAGIA Production

musiche composte ed eseguite da ANDREW POPPY

Diretto da
MAURIZIO GIANNINI


ATTENZIONE!!!

FILM REALMENTE VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.

CHIUNQUE POTESSE IN QUALSIASI MODO RIMANERE TURBATO DALLA VISIONE DI SCENE CON RIFERIMENTI SESSUALI PIÙ O MENO ESPLICITI È INVITATO A NON PROSEGUIRE NELLA VISIONE DEL FILM.
GLI AUTORI, DOPO QUESTO ULTERIORE ED ENNESIMO AVVISO, NON POTRANNO IN ALCUN MODO ESSERE RITENUTI RESPONSABILI PER QUANTO DI SEGUITO PROGRAMMATO. 


Buona visione


 MAGIA Production
 presenta 

 un film di 
 MAURIZIO GIANNINI 

 

EST. - CAMPAGNA IN AMBIENTE APERTO - GIORNO

Sullo schermo una donna (Maggie Smith) in sella ad un cavallo nero. La donna ha in mano un frustino con il quale incita a tratti il cavallo. Ogni volta che la donna frusta l’animale sullo schermo appaiono in sequenza veloci flash con i titoli di testa.

 

 con 

 MICHELLE PFEIFFER

 JANET LEIGH

 MAGGIE SMITH

 HELEN MIRREN

 AMANDA PEET

 JOHN LONE

 JOHN PAUL PITOC

 MAURIZIO GIANNINI

 

 scenografie di 
 EIKO ISHIOKA 

 direttore della fotografia 
 JOHN BAILEY 

 scritto da 
 MAURIZIO GIANNINI 

 prodotto da 
 MAGIA Production 

 musiche composte ed eseguite da 
 
ANDREW POPPY 

Il cavallo si ferma e la donna, aiutata da uno stalliere, scende dalla groppa dell’animale.

 diretto da 
 
MAURIZIO GIANNINI 

 

 M. De  Sade

 

La donna si allontana seguita dallo sguardo del giovane.

 

Stacco.

 

 

INT. SALOTTO DELLA SIGNORA DI MONTREUIL - GIORNO

 

È inquadrata la donna che durante i titoli di testa era in sella al cavallo nero. Si tratta della contessa di Saint-Fond (Maggie Smith) che, in tenuta da amazzone, con un frustino in mano, cammina avanti e indietro nervosamente.

 

CONTESSA DI SAINT-FOND
(Maggie Smith)
Strano invito! Tornando dagli esercizi di equitazione sono stata pregata di fermarmi un attimo da lei. Ed eccomi qui, a casa sua, per la prima volta: e mi fa attendere a suo piacimento!

 

BARONESSA DI SIMIANE
(Helen Mirren)
Non dovreste accanirvi così contro la signora di Montreuil! È sconvolta a causa del genero.

 

SAINT-FOND
Ancora? Ma tanto tempo è passato da quella prima volta ed i successivi episodi ormai non si contano più?

 

SIMIANE
I giorni, i mesi e gli anni non hanno minimamente alleviato le sue angosce. Da quando è accaduto quell'ultimo fatto non l’abbiamo più vista.

 

SAINT-FOND
Quel primo fatto, quell'ultimo fatto. Sempre e dovunque ci siamo limitate a definirlo “quel fatto”, ammiccando, con un sorriso d’intesa. Siamo sincere…

 

La contessa di Saint-Fond fa schioccare il frustino mentre la baronessa di Simiane si nasconde il volto tra le mani.

 

SAINT-FOND
…non si tratta che di questo!

 

SIMIANE
Signora di Saint-Fond! Ma è terribile!

 

La baronessa si fa il segno della croce.

 

SAINT-FOND
Sì, fatevi il segno della croce. Voi tutte non avete saputo far altro. Eppure ognuna di voi, nel suo intimo, a modo suo, conosce perfettamente “quel fatto”. Anche voi, vero?

 

SIMIANE
No, io l’ignoro.

 

SAINT-FOND
Mentite.

 

SIMIANE
No, io conosco Alphonse dall’infanzia. È sufficiente che io mi protegga orecchi ed occhi da quegli orrori e che mi concentri nel ricordo della sua amabile testolina bionda da fanciullo.

 

SAINT-FOND
Come volete. Su, su, tappatevi le orecchie, perché sto per riferirvi quelle che, per il momento, sono le più ricche e precise informazioni da me raccolte con ogni mezzo in anni di ricerche.

 

La baronessa indugia qualche secondo ma non si tappa le orecchie.

 

SAINT-FOND
Ebbene, che vi accade? Presto!

 

La contessa fa schioccare il frustino.

 

SAINT-FOND
Tappatevi le orecchie.

 

La contessa con la punta del frustino solletica un orecchio alla baronessa che ha un sussulto, poi si copre le orecchie con le mani.

 

SAINT-FOND
Ecco, così va bene. Era il ventisei giugno, il marchese Donadien Alphonse Françoise de Sade, accompagnato dal servo La Tour, si recò a Marsiglia e, di mattina, riunì quattro ragazze nella camera al quarto piano di una certa Mariette Borelly. Mariette, di ventitré anni, Marianne, di diciotto, Mariannette e Rose, entrambe di venti. Tutte prostitute, naturalmente.

 

La baronessa trasale, benché continui a tenersi tappate le orecchie.

 

SAINT-FOND
Ma guarda! Udite con gli occhi!

 

La baronessa si irrigidisce.

 

SAINT-FOND
Il marchese de Sade indossava una giacca grigia con fodera azzurra, un gilet di seta arancione, calzoni dello stesso colore, sui capelli biondi portava un cappello piumato, aveva una spada al fianco e stringeva in mano un bastone da passeggio con un pomello d’oro. Devo continuare?

 

La baronessa sempre con le mani sulle orecchie fa un cenno di assenso con il capo.

 

SAINT-FOND
Dunque, dopo essere entrato nella camera in cui l’attendevano le quattro ragazze, trasse da una tasca un pugno di monete d’oro ed annunciò che si sarebbe coricata per prima con lui colei che avesse indovinato il loro numero. Fu Marianne ad indovinare. Allontanate le altre tre dalla camera, rimase con lei e con il servo; dopo averli fatti spogliare completamente li fece sdraiare entrambi sul letto, con una mano frustava la ragazza…

 

La contessa di Saint-Fond fa schioccare il frustino; sullo schermo vediamo la scena descritta dalla contessa. Tre persone nude sopra un letto. Il marchese De Sade (Giannini) è in ginocchio ripreso di spalle. Sul letto alla sua sinistra la ragazza ed alla sua destra il servo (John Paul Pitoc).  

 

SAINT-FOND
(VFC)
…con l’altra, … il servo…

 

La baronessa sgrana gli occhi e comincia lentamente ad abbassare le braccia.

 

SAINT-FOND
… sì, stimolava il corpo del servo. Con una mano la ragazza…

 

Di nuovo fa schioccare il frustino. Sullo schermo una serie di velocissimi flash della scena precedente. La testa bionda del marchese, la sua schiena. Il corpo della ragazza segnato dalle frustate. Il suo viso che implora pietà. Il corpo del servo. Il suo viso nel momento del piacere.

 

SAINT-FOND
(VFC)
… con l’altra il servo…

 

La baronessa di Simiane si fa il segno della croce.

 

SIMIANE
Ah, mio Dio!

 

Comincia a pregare sottovoce.

 

SAINT-FOND
Brava, continuate a farvi il segno della croce. Così, mentre vi segnate, potete esimervi dal tapparvi le orecchie, vero?

 

Subito la baronessa si copre le orecchie con le mani.

 

SAINT-FOND
Tappandovi le orecchie trascurate le vostre devozioni.

 

La baronessa si affretta a farsi il segno della croce. La contessa di Saint-Fond sorride.

 

SAINT-FOND
Tutto considerato, adempirete meglio al volere di Dio se ascolterete docilmente.

 

La baronessa, rassegnata, abbassa le braccia e si ferma ad ascoltare.

 

SAINT-FOND
… così Alphonse, quasi fosse lui il domestico, chiamava ripetutamente il servo “marchese” e si faceva chiamare “La Fleur”. Fatto poi allontanare il servo dalla camera, Alphonse estrasse una bomboniera di cristallo con bordi d’oro ed offrì alla ragazza confetti con un sapore di finocchio, raccomandandole di mangiarne molti perché erano un rimedio carminativo.

 

SIMIANE
Oh!

 

SAINT-FOND
In realtà era un afrodisiaco, una miscela di polvere di cantaride essiccata. La conoscete, vero?

 

SIMIANE
Oh! Come potrei? Un simile…

 

La contessa di Saint-Fond non le permette di finire la frase.

 

SAINT-FOND
Fareste bene ad usarla di tanto in tanto.

 

La baronessa rimane a bocca aperta senza riuscire a replicare mentre la contessa riprende il suo racconto.

 

SAINT-FOND
Marianne trangugiò sette od otto di quei confetti. Poi fu la volta del Marchese…

 

SIMIANE
E dopo cosa fece Alphose?

 

SAINT-FOND
Le chiese di permettergli una certa cosa in cambio di un luigi.

 

SIMIANE
Una certa cosa?

 

SAINT-FOND
Una certa cosa che anche a voi piace. Quando la statua della Venere Angelica, collocata nel centro di un vasto giardino, viene illuminata frontalmente dal sole che sorge, i fulgidi raggi s’insinuano tra le cosce di candido marmo. Ebbene, quando il sole, dopo aver compiuto il giro del giardino nella seconda metà del giorno tramonterà oltre il bosco, quale parte della Venere Angelica colpiranno i suoi raggi?

 

La baronessa si ferma a riflettere sforzandosi di rispondere. La contessa la guarda ammiccando con gli occhi. Il volto della baronessa si illumina un attimo per poi arrossire vistosamente.

 

La contessa di Saint-Fond fa schioccare il frustino.

 

Flash istantaneo del volto urlante della ragazza.

 

SIMIANE
Ah! È opera del demonio! È un peccato orribile! Finirà per ardere tra le fiamme…

 

SAINT-FOND
Infine Alphonse prese un pungolo, che doveva aver usato più volte essendo incrostato di sangue, e chiese alla ragazza di percuoterlo con quello.

 

SIMIANE
Malgrado tutto possiede ancora una coscienza. In quel modo voleva punirsi e scacciare il diavolo che c’era in lui.

 

SAINT-FOND
No. Si tratta semplicemente di questo: la propria sofferenza è ancora più reale di quella altrui. Sì, in lui vive una straordinaria aspirazione alla certezza… Fu poi il turno di Mariette. La denudò, la fece inginocchiare ai piedi del letto e, dopo averla percossa a suo piacimento con una scopa, la pregò di fustigarlo, e mentre la ragazza lo percuoteva, con un coltello lui incideva sulla stufa il numero dei colpi: duecentoquindici, centosettantanove, duecentoventicinque, duecentoquaranta, in totale…

 

La baronessa di Simiane conta sulle dita.

 

SIMIANE
Ottocentocinquantanove volte!

 

SAINT-FOND
Ha sempre amato i numeri. Non esiste precisione se non nei numeri; inoltre, aumentandoli, incredibilmente, si ottiene che persino un vizio si trasformi in miracolo.

 

SIMIANE
Ma come potete applicare la parola “miracolo” a un simile…

 

SAINT-FOND
Il miracolo del marchese De Sade è un accumulo di fatti precisi, si manifesta solo quando l’uomo ha completamente esplorato tutto ciò che è conoscibile per mezzo dei sensi. Non è un miracolo per dei pigri che si limitino ad attendere. Dunque, a Marsiglia, si dedicò a questo con un impegno ancor più grande. Quei rapporti furono un supplizio, come se Mariette, lui ed il servo si trovassero in una galera spinta dal loro triplice remo. Fu un’alba rossa come il sangue. Era ancora mattino.

 

SIMIANE
Proprio perché era mattino il piacere finì per somigliare ad una fatica.

 

SAINT-FOND
No, era l’ora in cui tutti vanno in chiesa, e per questo il piacere finì per somigliare ad una preghiera.

 

SIMIANE
Precipiterete anche voi nell’inferno.

 

SAINT-FOND
Grazie. Dopo Mariette fu la volta di Rose. Ancora colpi di frusta, poi il servo e nuove combinazioni come in una partita di carte. Fu poi richiamata in camera Mariannette, e ancora frustate, ancora cantaride. Tra pianti ed urla si concluse la funzione mattutina. Il marchese diede sei lire d’argento ad ognuna delle quattro ragazze e le congedò.

 

SIMIANE
Ah! E così, finalmente, tutto si concluse.

 

SAINT-FOND
No, non è finita. Il marchese De Sade si concesse poi un riposo per prepararsi alla seduta pomeridiana.

 

SIMIANE
La seduta pomeridiana!

 

SAINT-FOND
Chiuse le persiane della finestra che si apriva sul mare e s’immerse nel sonno profondo e puro di un bimbo. Il suo petto nudo e candido, mosso dal respiro, era cosparso dell’oro del sole di quel giugno marsigliese, che filtrava attraverso le fessure delle persiane.

 

SIMIANE
E il pomeriggio?

 

La contessa di Saint-Fond sorride maliziosamente.

 

SAINT-FOND
Non siate impaziente!

 

La baronessa abbassa gli occhi imbarazzata.

 

SAINT-FOND
Verso sera il servo La Tour andò nuovamente in cerca di ragazze e trovò Marguerite, una prostituta venticinquenne. Calata la notte, il marchese de Sade si recò a casa della donna e nuovamente estrasse la bomboniera di cristallo.

 

SIMIANE
Con i confetti avvelenati?

 

SAINT-FOND
Un afrodisiaco non è veleno. La donna ne gustò cinque o sei, Alphonse ne offrì altri con insistenza a lei ed al servo. Poi fece “quella cosa”. E nuovamente la frustò, “giocò” col servo, la frustò, frustò il servo e “giocò” con lei. Il mattino seguente, di buon ora, Alphonse lasciò Marsiglia su una carrozza trainata da tre cavalli, che si lanciarono al galoppo verso il castello di La Coste. Certamente quelle ragazze non immaginavano che due giorni dopo avrebbero reso una deposizione completa davanti al procuratore.  

 

Entra dalla porta la cameriera (John Lone).

 

CHARLOTTE
(John Lone)
Scusate per l’attesa. La signora verrà subito.

 

SAINT-FOND
Comunicatele che, invitando quest’oggi me e la baronessa Simiane, ha creato un’abile combinazione.

   

CHARLOTTE
Oh…

 

SAINT-FOND
Una viziosa e una santa, una combinazione che piacerebbe a suo genero. Me ne congratulo!

 

CHARLOTTE
Ah…

 

La cameriera fa cenno di ritirarsi.

 

SAINT-FOND
Puoi risparmiarti la fuga, Charlotte. Tu che prima riuscire finalmente a lasciarmi per prestare servizio in questa casa, sperando di incontrare così più spesso il tuo caro marchese, stavi da me. Tu che conosci nei minimi particolari la mia vita pubblica e privata. E io, che dappertutto suscito bisbigli maldicenti, che sono stata definita un’incarnazione del demonio. Io non uso la frusta ed i confetti come il tuo marchese, ma ho ugualmente falciato tutte le erbe selvatiche sull’isola dell’amore. La signora di Montreuil ha fatto un’interessante scoperta! Ha pensato che io sia l’unica donna in grado di vivere “quella cosa” come se fosse mia, di sentirmi coinvolta nella sorte del marchese. Lei, che mi aveva sempre evitata per paura della mia cattiva fama, in questa situazione improvvisamente mi…

 

SIMIANE
Non dovreste parlare così male di lei. È stremata e chiede aiuto: dobbiamo soccorrerla in qualsiasi modo, voi dal punto di vista del vizio, io nella mia qualità di donna virtuosa.

 

La signora di Montreuil entra nella stanza e congeda con uno sguardo la cameriera.

 

SIGNORA DI MONTREUIL
(Janet Leigh)
Che dire dopo avervi costrette ad attendere così a lungo! Contessa di Saint-Fond, baronessa Simiane, quanto siete state gentili! Signora di Saint-Fond, oggi vi siete dedicata all’equitazione, vero?

 

SAINT-FOND
Il mio cavallo era molto ribelle. Abitualmente non si comporta in questo modo. L’ho punito a dovere con speroni e frustino, ma non sono riuscita ad estinguere il fuoco che ardeva nel suo corpo. Lo stalliere mi ha detto che le borchie dorate della mia sella risplendevano ogni volta che il cavallo rompeva il passo, e che io ero simile ad un’amazzone.

 

MONTREUIL
Nutro la massima fiducia in questo vostro forte temperamento. Sono stremata dal dolore per quel cavallo selvaggio di casa nostra.

 

SAINT-FOND
Quel cavallo selvaggio sarà anche un eccelso corsiero, ma non vi pare un po’ esangue? Ne conosco i motivi. Un cocchiere, uno stalliere abbraccia la propria donna e, ripreso fiato, si riaddormenta profondamente. Ma più si è in alto e più quel piacere diventa raffinato. Forse, a causa dei privilegi del suo casato, il Marchese de Sade ha leggermente esagerato in raffinatezze. Ha soltanto lucidato le armature e le spade coperte dalla ruggine color sangue di generazioni di antenati, ed ha provato piacere della nudità della donna solo se appariva tra le foglie ed i rami in cui ancora rimane quella ruggine sanguinosa…

 

MONTREUIL
Allora voi sostenete che la morale si addice a cocchieri e stallieri e non ai nobili?

 

SAINT-FOND
No: il popolo, stanco di virtù, vuole ormai impadronirsi dei vizi che erano monopolio della nobiltà.

 

SIMIANE
Con simili discorsi si perde il significato di questa nostra visita. Signora di Montreuil, voi siete una persona saggia e virtuosa, comprendo il vostro dolore per un genero a tal punto depravato che, per motivi imperscrutabili, Dio ha voluto infliggervi. Raccontatemi la verità. Per voi sarà un sollievo potervi confidare e noi, per quanto ci riguarda, non riveleremo mai i vostri segreti.

 

MONTREUIL
Dite bene. Ormai è inutile parlarne, ma quando mia figlia Renée sposò Aphonse, ero io stessa sinceramente incantata dalla personalità di mio genero. Sebbene si manifestasse in lui una certa sconsideratezza, sapeva essere un uomo pieno di spirito, interessante, e si prendeva teneramente cura di mia figlia…

 

SAINT-FOND
E, oltre a questo, con un simile matrimonio vi siete imparentata con la casa regnante dei Borboni.

 

MONTREUIL
Ebbene, nei primi tempi mio genero si mostrò gentile anche verso di me; durante la luna di miele nel castello di Echauffour, riservò a mia figlia ed a me una parte in un’opera teatrale di sua composizione; ci dilettammo a rappresentarla, divertendoci straordinariamente.

 

SIMIANE
Lo credo. Anche da piccolo era un fanciullo delizioso e tenerissimo. Giocando festosi nel roseto, una spina mi si conficcò in un dito e piansi: me la estrasse delicatamente, succhiandomi persino la ferita.

 

SAINT-FOND
Amava già allora il sapore del sangue.

 

La baronessa di Simiane si volta arrabbiata verso la contessa di Saint-Fond.

 

SIMIANE
Come se Alphonse fosse un vampiro!

 

SAINT-FOND
I vampiri devono necessariamente mostrarsi gentili e delicati.

 

MONTREUIL
Mio Dio! Tacete! Ormai qualsiasi rimprovero rivolto ad Alphonse è inevitabile, dati i suoi sentimenti. Ma durante la luna di miele, nello stesso periodo in cui ci dilettavamo piacevolmente con rappresentazioni teatrali, Alphonse frequentemente, con il pretesto di un impegno, si recava a Parigi e, lo seppi in seguito, s’incontrava con quelle… come dire?... donne che lo fanno per professione…

 

SAINT-FOND
Dite pure prostitute.

 

MONTREUIL
Siete coraggiosa ad usare un simile termine! In ogni caso, Alphonse si abbandonava al libertinaggio con simili donne. Era un segreto ben custodito, ma per conoscerlo sarebbe stato sufficiente che prestassi ascolto alle chiacchiere della gente. Invece, ormai lo posso confessare, conobbi la verità quando, a cinque mesi dalle nozze, Alphonse fu improvvisamente imprigionato nelle carceri di Vincennes, e fu solo la prima di non so quante volte. Ah, che orrore! Non lasciai nulla di intentato al fine di risparmiare almeno a mia figlia Renée la verità. Riuscii ad ottenere che lo liberassero dopo soli quindici giorni, sia per amore di mia figlia, sia perché speravo che mio genero si pentisse sinceramente di quell’errore giovanile. Inoltre Renée amava profondamente il marito e lo stimava. Invece, care signore, compresi poi, a poco a poco, che non si trattava affatto di un errore di gioventù.

 

SIMIANE
Mi dispiace per voi.

 

MONTREUIL
Dopo, per anni, ho continuamente combattuto una lotta disperata per proteggere il buon nome della casata di Alphonse e l’onore di mia figlia. Ho rinunciato ad ogni piacere, mi sono ricoperta persino di debiti, perennemente impegnata a coprire le ripetute dissolutezze di Alphonse. Quando egli perse la testa per l’attrice Colette compii ogni sforzo per raffreddare i loro rapporti e per indurli a separarsi, ed al tempo dell’incidente di Arcueil, riuscii ad ottenere la grazie reale e lo liberai dalla prigione dopo solo sette mesi, poi spesi una somma enorme per mettere a tacere le chiacchiere, ovunque si producessero.

 

SIMIANE
Quale sarebbe l’incidente di Arcueil?

 

La signora di Saint-Fond fa schioccare vistosamente il frustino.

 

Stacco.

 

 

INT. STANZA RICCAMENTE ARREDATA - GIORNO

 

Un gruppo di persone nude è intenta a guardare una coppia in preda alla lussuria più sfrenata.

 

Vediamo un uomo biondo (il Marchese de Sade) ripreso di spalle mentre sodomizza una ragazza.

 

In quel momento tutti i presenti gridano contemporaneamente.

 

TUTTI
Gode! Gode!

 

Nel gruppo si formano delle coppie che si uniscono, si baciano, strofinano le loro carni nude le une contro le altre cercando ogni nuovo eccesso possa inventare la loro lussuria.

 

La schiena del marchese è completamente coperta di sudore, si inarca in maniera vistosa e l’uomo lancia un grido di piacere animalesco. La ragazza urla ancora più forte e poco dopo entrambi si lasciano cadere a terra sfiniti.

 

Al loro cadere entra nella visione dello schermo La Tour, il servo del marchese, che si muove dietro un ragazzo magrebino, dalla cui bocca escono gemiti di piacere. Sentiamo la voce del marchese non inquadrato.

 

MARCHESE
Ah! Quale piacere può essere paragonato a questo? Gli arabi hanno ragione. Ci sono maestri in questa arte. Poiché da loro, se un uomo non è passivo durante la sua maturità, lo è sempre nella prima giovinezza e nell’età avanzata quando non può più essere attivo. Ed inoltre sanno prolungare il loro piacere per un tempo illimitato. Si abituano ad esaltare il proprio piacere per dare più soddisfazione a sé stessi ad agli altri. Non sono uomini, sono leoni, ruggiscono nel godimento.

 

Il servo aumenta il suo ritmo. Gli occhi del ragazzo si spalancano mentre i gemiti aumentano di intensità.

 

MARCHESE
Ma la loro voglia di godere e fare godere non si esaurisce qui.

 

Il marchese si solleva leggermente (lo vediamo di schiena). La mano del marchese indica una bottiglia appoggiata sul tavolo e si rivolge al servo.

 

MARCHESE
Vedi quella bottiglia? Potrebbe, credo, farlo ancora più felice. Volete provare?

 

Il servo rimane per un attimo indeciso. Le ragazze si guardano atterrite. Quella stesa sotto il marchese lo guarda con occhi imploranti.

 

Il marchese prende la bottiglia, la strofina con il paté de foie gras, e la offre al ragazzo magrebino. Questi, senza indecisioni, la passa al servo che dapprima titubante, inizia l’operazione.

 

RAGAZZO
Ahh, ahi!

 

MARCHESE
Ti fa male?

 

RAGAZZO
(emettendo gemiti di dolore misto a piacere)
Un po’.

 

SERVO
È quasi fatta.

 

MARCHESE
Cosa provi?

 

RAGAZZO
Una irritazione acuta, anche se piacevole, che va dall’ano fino al cervello.

 

Il corpo del ragazzo si contorce mentre il servo da dietro continua a spingere.

 

RAGAZZO
(gemendo con voce agonizzante)
Spingi! Spingi ancora!

 

Il servo è sempre più nervoso e da alla bottiglia un colpo forte e deciso.

 

Il ragazzo grida, ride istericamente.

 

Eccitati dall’eccesso di godimento del ragazzo nella stanza tutti sembrano trattenere il respiro. All’improvviso, in mezzo al profondo silenzio, spezzato solo dai grugniti di piacere del ragazzo, si ode un rumore secco, poi un grido di dolore ed un’espressione di terrore sul viso del ragazzo, seguito da un’esclamazione di orrore da parte dei presenti. La bottiglia si è rotta. Il servo come inebetito, solleva la mano con la quale teneva la bottiglia. È insanguinata ed ora stringe solo il fondo della bottiglia e parte del vetro in frantumi.

 

La risata quasi demoniaca del marchese inonda la stanza.

 

SAINT-FOND
(VFC)
Il ragazzo morì dissanguato…

 

Stacco.

 

 

INT. SALOTTO DELLA SIGNORA DI MONTREUIL

 

Le immagini tornano sul volto rosso di vergogna della baronessa di Simiane.

 

SIMIANE
Ah, ma come…

 

MONTREUIL
Siete insuperabile, signora di Saint-Fond. Sapete ogni cosa. Le odiose violenze su quel ragazzo raccolto per strada ad Arcueil fecero aprire gli occhi a mia figlia. Anche lei vide allora l’autentico e spaventevole volto di Alphonse. Ma Renée, incomparabilmente fedele ed innamorata del marito, non si perse d’animo e continuò a resistere. Una volta per tutte… ah, so che la nostra situazione è disperata, ma per mia figlia, ormai solo per mia figlia, devo salvare Alphonse.

 

SAINT-FOND
Lo stemma dei Sade è un’aquila bicipite, non è forse vero? L’aquila dei Sade erge sempre con fierezza entrambe le teste. La prima rappresenta l’orgoglio di una casata che risale al XII secolo, l’altra il vizio, che è proprio dell’uomo fin dalle origini. Signora, per anni avete incessantemente combattuto per uccidere una testa e mantenere in vita l’altra. È stata una lotta inutile, superiore alle vostre forze. Perché non lasciate che vivano entrambe? Esse hanno origine dallo stesso corpo.

 

MONTREUIL
Alphonse è malato. Se da un lato ci impegneremo a placare la pubblica opinione e dall’altro lo cureremo con pazienza, senza dubbio un giorno guarirà.

 

SAINT-FOND
Ma come è possibile persuadere qualcuno a curare contro la propria volontà una piacevole malattia? Il piacere è ciò che caratterizza la malattia di Alphonse. È un morbo che, per quanto detestabile possa sembrare ad un estraneo, cela in sé una rosa per colui che l’ha contratto.

 

MONTREUIL
Ah, qualunque cosa mi diciate, non riesco assolutamente a capirvi. Ho sempre combattuto, dibattendomi in ogni direzione, nella mia ignoranza. Riesco a comprendere un unico concetto: l’onore. Ma come sapete, i miei sforzi non sono valsi a nulla: la Corte Suprema di Aix ha condannato Alphonse alla decapitazione: essendo il condannato irreperibile, il dodici del mese scorso, in una piazza di Aix è stato bruciato il suo ritratto. Benché fossi rimasta qui a Parigi, mi è parso di udire le urla di approvazione del popolo, di vedere il dipinto del mio biondo e sorridente genero prendere fuoco ed ardere…

 

L’immagine sullo schermo comincia a deformarsi come se lo schermo avesse preso fuoco. Continuiamo a sentire le voci delle donne mentre vediamo la tela di un ritratto, indefinito, mentre brucia.

 

SIMIANE
(VFC)
Le fiamme dell’inferno hanno incominciato a divampare anche sulla terra.

 

SAINT-FOND
(VFC)
”Brucia più forte!”, “Più fuoco” avrà urlato la folla. Quel rogo è il fuoco stesso dell’invidia del popolo. Per i vizi a lui preclusi.

 

MONTREUIL
(VFC)
”Più fuoco!” Ah! Che fare se un simile grido giungesse fino a questo palazzo? Tra il popolo alcuni urlavano persino il nome di mia figlia ed il mio.

 

SIMIANE
(VFC)
”Più fuoco!” No, quelle sono state le fiamme della purificazione. Affinché il Marchese potesse espiare ogni peccato, è stato sufficiente che il suo ritratto bruciasse!

 

SAINT-FOND
(VFC)
”Più fuoco!”. Lingue di fiamme avranno colpito come colpi di frusta le sue gote candide e piene ed i biondi capelli. Duecentoquindici, centosettantanove colpi…

 

La contessa di Saint-Fond fa schioccare il frustino e l’immagine torna sulle donne.

 

SAINT-FOND
Il ritratto di certo sorrideva. La gelida voluttà del Marchese è infatti a tal punto assetata di fuoco.

 

MONTREUIL
Cercate di capirmi. Qui a Parigi non ricevo che notizie infauste. Mia figlia, dopo avere consumato i suoi giorni in lacrime nel castello di La Coste, è venuta a chiedermi di fare quanto possibile per liberare Alphonse. Sua sorella minore, l’innocente Anne-Prospére de Launay è in viaggio con il suo seguito alla ricerca di un rifugio bello e sereno in cui poter difendere la propria purezza dall’ombra proiettata dalla malvagità della gente, e dall’ombra più tenebrosa di tutte, quella dei de Sade. Ma io sono sola. Non ho nessuno a cui sostenermi, tutti i miei progetti sono falliti, ho a tal punto invocato aiuto al Cielo che ormai la mia gola è secca.

 

La signora di Montreuil scoppia a piangere.

 

SIMIANE
Calmatevi signora. Abbiate fiducia. So cosa vi attendete da una fervente fedele quale io sono. Fortunatamente soggiorna a Parigi il cardinale Philippe. Domani, senza indugio, andrò a trovarlo e lo pregherò di inviare una lettera alla Santa Sede per chiedere l’assoluzione. È ben fatto, non è vero?

 

MONTREUIL
Vi ringrazio. Non so come esprimervi la mia gratitudine. È proprio ciò di cui desideravo supplicarvi, ma non osavo parlarvene… Quanto siete premurosa, signora di Simane!

 

SAINT-FOND
Non lo faccio per gareggiare in gentilezze, soprattutto perché non sono una donna da sostenere giustizia, onore e virtù, ma cercherò di favorire il vostro desiderio; non per voi, ma per il marchese de Sade. Credo sia sufficiente che, utilizzando le relazioni avute con i miei compagni di letto, con i metodi di una prostituta riesca a sedurre Maupeou, l’integerrimo cancelliere, ed a condurre la faccenda fino all’annullamento del verdetto della Corte Suprema. Non è forse per questo che oggi mi avete invitata? Mi suggerite insomma… di usare il mio corpo.

 

MONTREUIL
Santo Cielo, signora! Una cosa simile no, mai.

 

La contessa di Saint-Fond scoppia in una sonora risata.

 

SAINT-FOND
Non preoccupatevi. È ammirevole la sollecitudine che mostrate nel servirvi anche del male per compiere il bene. Forse avete compreso che al mondo non esiste nulla che non abbia prezzo.

 

MONTREUIL
Allora mi aiuterete, vero?

 

SAINT-FOND
Già.

 

MONTREUIL
Vi ringrazio, non so come esprimervi la mia gratitudine.

 

SAINT-FOND
Non desidero i vostri ringraziamenti.

 

Renée, signora de Sade, (Michelle Pfeiffer) entra nella stanza dirigendosi verso la signora di Montreuil.

 

La signora di Montreuil rimane meravigliata e le altre sue signore si scambiano uno sguardo d’intesa.

 

RENÉE
Mamma!

 

MONTREUIL
Renée! Benvenuta, hai fatto bene a venire. Ah, signora di Saint-Fond, vi presento mia figlia Renée, marchesa de Sade.

 

RENÉE
Felice di conoscervi. E voi, signora di Simiane, quanto tempo è passato!

 

SIMIANE
Avete sofferto tanto, vero?

 

MONTREUIL
Le signore hanno deciso di aiutarci. È come se avessimo ottenuto l’appoggio di una miriade di alleati. Ringraziale anche tu.

 

RENÉE
Vi sono molto grata. Siete ormai la mia unica speranza.

 

SIMIANE
Ma vi pare! Rendermi utile è la mia gioia. Domani senza indugio, incomincerò a muovermi.

 

SAINT-FOND
Bene, è giunta l’ora di lasciarci…

 

SIMIANE
Sì, congediamoci.

 

MONTREUIL
Grazie di cuore per oggi. Vi prego di aiutarci.

 

RENÉE
Mi affido a voi.

 

SAINT-FOND
Prima di andarmene potrei porvi una domanda, marchesa de Sade? Ci conosciamo oggi per la prima volta, so che non dovrei farlo, ma è un’esigenza del mio carattere.

 

RENÉE
Sì…? Quale?

 

SAINT-FOND
Ho appreso da vostra madre tutto quanto era necessario conoscere del marchese: sto anch’io raccogliendo informazioni più attendibili delle chiacchere della gente. Se mi è permessa l’espressione, la vostra famiglia cammina in pubblico con un abito trasparente. Nulla dovrebbe più impressionarvi.

 

RENÉE
Già

 

SAINT-FOND
È una domanda che in un salotto può sembrare indecente, ma vi prego di accoglierla serenamente, come se stessimo conversando sulla coltura e sulla concimazione della vite.

 

RENÉE
Va bene.

 

SAINT-FOND
A mio parere il marchese de Sade non sa manifestare la naturale tenerezza del suo animo che in quel modo, con la crudeltà, ossia con la gentilezza, con la frusta e con i confetti.

 

La contessa di Saint-Fond si blocca un attimo poi pone fulmineamente la domanda.

 

SAINT-FOND
E nei vostri confronti?

 

RENÉE
Cosa?

 

SIMIANE
Oh! Signora di Saint-Fond!

 

SAINT-FOND
E verso di voi?

 

RENÉE
Se mi limitassi a rispondere “è gentile” pensereste che la sua gentilezza equivalga a crudeltà, se vi rispondessi “è crudele”…

 

SAINT-FOND
Siete molto intelligente.

 

RENÉE
Vi risponderò così: è mio marito, mi ama nel modo in cui un marito ama sua moglie. Potrei mostrarvi la nostra alcova: non v’è nulla che io debba tenere segreto agli altri.

 

La contessa di Saint-Fond sgrana gli occhi.

 

SAINT-FOND
Ah! Ammirevole! In una ammirevole relazione matrimoniale non v’è neppure bisogno di gentilezza, non è forse vero?

 

RENÉE
Già. E neppure di crudeltà

 

SIMIANE
Su, congediamoci.

 

SAINT-FOND
Scusate il disturbo.

 

MONTREUIL
Grazie per la visita. Non so come esprimervi la mia gratitudine.

 

La contessa e la baronessa escono dalla stanza seguite dallo sguardo sorridente della signora di Mountreuil che però si trasforma in un’espressione di disgusto non appena le due donne sono uscite.

 

MONTREUIL
Ti sei destreggiata abilmente. È stata davvero una magnifica risposta. Non mi sono mai sentita tanto orgogliosa di te. Che vipera! Essere costrette a chiedere un favore a una simile donna!

 

RENÉE
Non aggiungete altro, mamma! Finché si tratta di queste cose sono rassegnata… Dunque, quelle signore certamente lo aiuteranno, lo salveranno, vero?

 

MONTREUIL
Così hanno promesso. Ma, ora che sei tornata, desidero proprio dirtelo. Non m’importa più nulla della famiglia reale dei Borboni. Devi lasciare Alphonse.

 

RENÉE
Dio non tollera il divorzio.

 

MONTREUIL
Ma almeno separati da lui. La forma non ha importanza, l’essenziale è troncare nettamente ogni rapporto con lui. Dio non tollera il divorzio perché, in fondo, desidera guarirti dall’infelicità separandoti da lui, e lasciandoti però intatti i tuoi legami con la casata dei Borboni.

 

RENÉE
No, mamma, non ho intenzione di separarmi da Alphonse, in nessun modo.

 

MONTREUIL
Perché? Perché tanta ostinazione? È  per puntiglio? Per il giudizio della gente?... Non è possibile che sia per amore.

 

RENÉE
Non so se sia giusto definirlo amore. Però non si tratta nel modo più assoluto di puntiglio o di timore del giudizio della gente. Vi è impossibile capirmi. Io conosco la verità. È la moglie di Alphonse che vi parla.

 

MONTREUIL
La verità non è che frusta e confetti. Disonore e vergogna.

 

RENÉE
Queste sono solo le apparenze.Mi sono trovata di fronte ad una realtà indefinibile. Sarebbe facile risolvere tutto sentenziando che mio marito è un mostro. Mentre io sarei un essere umano integro, normale, che nessuno oserebbe criticare.

 

MONTREUIL
Alphonse è senza dubbio un mostro.

 

RENÉE
Se mio marito è un mostro, anch’io devo essere una persona di cui non è possibile fidarsi tranquillamente.

 

MONTREUIL
Renée! Vuoi forse dire che anche tu…

 

RENÉE
Tranquillizzatevi. Anche voi state dando libero sfogo alla vostra curiosità, come la signora di Saint-Fond. Mi sono trovata alla presenza di qualcosa di indefinibile. La gente dice che Alphonse ha commesso dei crimini. Ormai in me Alphonse ed i suoi delitti sono tutt’uno: sorrisi e ire, tenerezze e crudeltà, le dita che fecero scivolare dalle mie spalle la camicia da notte di seta e le mani che a Marsiglia hanno impugnato la frusta per percuotere la schiena delle prostitute, sono fusi in una perfetta unità.

 

MONTREUIL
Fosti ingannata, e anch’io lo fui.

 

RENÉE
Non è mai accaduto che una donna fosse ingannata da un uomo!

 

MONTREUIL
Rifletti: e se lui non fosse un uomo normale?

 

RENÉE
Ma Alphonse è un uomo! Io lo so. Quando lo sposai non immaginavo certo che fosse un uomo simile. Ne ero rimasta all’oscuro fino a poco tempo fa. Eppure non gli sono spuntate all’improvviso la coda e le corna. Ho sempre amato l’ombra che si celava sotto il suo sguardo radioso.

 

MONTREUIL
Sembra che sia Alphonse a parlare con la tua bocca.

 

RENÉE
Vi prego, vi prego, liberate Alphonse!

 

MONTREUIL
È strano, “liberate” mi dici. E oltre tutto non vuoi lasciarlo, benché vagamente tu riesca ad intuire quanto ne soffriresti. Ti piace a tal punto soffrire?

 

RENÉE
Non v’è sofferenza superiore a questa.

 

MONTREUIL
Se lo dici tu, che hai patito tanto a lungo, sarà senza dubbio così. Pensi dunque che avresti un poco di gioia se lui tornasse libero? Saresti felice?

 

RENÉE
Sì, sarebbe davvero la gioia più grande che abbia mai potuto sognare, la massima felicità.

 

MONTREUIL
Quale felicità?

 

RENÉE
Come?

 

MONTREUIL
Che tipo, che genere di felicità?

 

RENÉE
Non capisco il significato della vostra domanda. Ma suppongo che per una moglie fedele non esista felicità più grande della liberazione del marito…

 

MONTREUIL
Smetti di pronunziare la parola fedeltà. Più esce dalle tue labbra e più sembra indecente. Ti ho chiesto: quale felicità?

 

RENÉE
Allora ve lo spiegherò. La felicità di avere un marito che di notte, ogni notte, esce di casa. La felicità che provo, stando raggomitolata tra le coperte e riuscendo a malapena a ripararmi dal freddo, nell’immaginarlo vividamente in una calda camera, in un luogo qualsiasi, nell’atto di avvicinare un legno ardente alla schiena nuda di una donna legata. La felicità di vedere stesi in mezzo alla gente i sanguinosi scandali che progressivamente si aggravano. La felicità di una castellana costretta a camminare furtivamente per la strada, con lo sguardo abbassato e rasente i muri, persino nei borghi del suo feudo… La felicità della vergogna… La felicità della punizione che riceverò in cambio della libertà di Alphonse.

 

MONTREUIL
Bugiarda, tu menti. Prima di tormentare e ingannare una madre, prova a riflettere se hai o se non hai il diritto di considerarti una figlia sincera. Mi nascondi ancora una volta la verità. Lo so. E dal momento in cui ho saputo, io ho giurato a me stessa che avrei ad ogni costo strappato mia figlia a quell’uomo.

 

RENÉE
A cosa alludete?

 

MONTREUIL
A un episodio vergognoso, il solo che non posso confidare neppure ad Anne. La tua fedeltà, la fedeltà che sbandieri ogni due parole, è in effetti soltanto un frutto malato, marcio e corroso dagli insetti.

 

RENÉE
Abbiate la cortesia di finirla con queste insinuazioni.

 

MONTREUIL
Allora ti spiegherò. Cosa vide il giorno di Natale di quattro anni fa, da una finestra del castello di La Coste, la fedele spia da me inviata?

 

RENÉE
Il Natale di quattro anni fa…

 

MONTREUIL
Naturalmente avrai dimenticato. Se si fosse trattato di un’unica eccezionale notte, il ricordo sarebbe ancora vivo in te, ma senza dubbio ne hai vissute così numerose simili a quella da non essere in grado di individuarla e di datarla.

 

RENÉE
Il Natale di quattro anni fa. Alphonse, evaso dalla prigione con il mio aiuto, dopo aver fatto perdere le sue tracce spostandosi da un luogo all’altro, tornò segretamente al castello di La Coste; fu l’ultimo Natale che trascorremmo insieme. Soffiava impetuoso il vento della Provenza, era un inverno tanto rigido che fui costretta ad impegnare l’argenteria di famiglia per avere in cambio legna da ardere. Fu tutt’altro che un Natale…

 

MONTREUIL
Fu davvero tutt’altro che un Natale, con quello che faceste! Vi riscaldaste con il calore dei corpi umani perché vi mancava la legna, non è forse vero? E in quella miseria e indigenza ben cinque cameriere di quindici o sedici anni ed un giovane segretario che poi divenne il vostro servo. Ecco, vedi, sapevo anche questo, eppure stupidamente ti mandai del denaro per le tue piccole spese. Ma non parliamone. La mia spia, sul balcone, dove infuriava la tramontana, rimase ad osservare il vostro strano Natale.

 

RENÉE
Mamma!

 

MONTREUIL
Ascolta fino alla fine…

 

Stacco.

 

 

EST. CASTELLO LA COSTE - NOTTE

 

Inquadratura del castello nella sua totalità. Solo una finestra è debolmente illuminata. Tira un forte vento e cade un leggero nevischio. La MDP stringe su quella finestra che si affaccia su un balcone dove vediamo una persona intenta a sbirciare all’interno.

 

 Stacco.

 

 

INT. CASTELLO LA COSTE – SALONE - NOTTE

 

Il marchese de Sade, inquadrato di spalle, è in piedi al centro della stanza con una lunga frusta in mano. Indossa solo un mantello di velluto nero chiuso al collo che a tratti gli lascia scoperto il corpo nudo. La sua frusta arriva a colpire in ogni angolo della stanza e sotto i colpi della frusta vediamo cinque ragazze ed un giovane correre nudi e imploranti mentre cercano invano di evitare i colpi. Il marchese li colpisce più e più volte ed i loro corpi sono segnati da profonde ferite sanguinanti. Lo vediamo dirigere con regolarità colpi di frusta anche verso l’alto. Quando l’inquadratura si allarga, sullo schermo appare, poco sopra di lui, la figura di Renée, appesa al lampadario, completamente nuda con sulle spalle un paio d’ali che ne fanno quasi una figura angelica. È quasi svenuta per la sofferenza e le gocce di sangue che colano sul suo corpo scivolano verso il basso brillando al bagliore delle fiamme del caminetto. La MDP inquadra una goccia che scivola sul suo alluce e cade a terra. Nel momento dell’impatto il rumore di una frustata e l’urlo di una ragazza. Il marchese appoggia la lingua ai piedi di Renée lasciando che una goccia di sangue cada nella sua bocca. Poi prende una sedia e, come fosse un domatore, a colpi di frusta lo costringe a salirvi sopra. L’inquadratura allarga allontanandosi lentamente mentre vediamo che le cinque ragazze si piazzano tutte ai piedi della sedia, intorno al marchese ed al ragazzo, e si impegnano per dar loro piacere mentre i due uomini sono intenti a leccare avidamente tutto il corpo di Renée soffermandosi sul sangue che sgorga dalle ferite della donna penzolante al lampadario. La camera si sofferma infine sul viso di Renée e con un gioco di dissolvenza la scena passa sul viso di Renée nel salotto della signora di Montreuil.

 

 

INT. SALOTTO DELLA SIGNORA DI MONTREUIL

 

RENÉE
È accaduto una sola volta e vi fui costretta. Lo giuro, è stata la mia fedeltà che mi indusse ad ubbidire al suo ordine. Voi non sapete…

 

MONTREUIL
”Non sapete?” E lo dici a me, che come vedi so tutto.

 

Renée ha un attimo di smarrimento, sembra sul punto di svenire e si appoggia alla madre.

 

MONTREUIL
Sei stanca, vai a sdraiarti. Riposarti ti farà bene.

 

Renée si allontana seguita dallo sguardo della madre.

 

 

FINE PRIMO TEMPO

 

 

 

 

 

 SECONDO TEMPO

 

 

EST. PARIGI - GIORNO

 

La MDP inquadra le vie di una Parigi fine ‘700 vista attraverso gli occhi del cocchiere di una carrozza che percorre le strade della città. Stacco. La carrozza entra all’interno del giardino di una vasta proprietà e ne segue il sentiero fermandosi presso l’ingresso di un lussuoso palazzo. La portiera viene aperta, una giovane ed attraente ragazza (Amanda Peet) scende e si avvia verso il portone della casa.

 

Stacco.

 

 

INT. SALOTTO DELLA SIGNORA DI MONTREUIL

 

La ragazza che abbiamo visto arrivare in carrozza entra nel salotto dove si trova Renée che è china, intenta a ricamare.

 

ANNE
(Amanda Peet)
Renée!

 

RENÉE
Anne! Sorellina!

 

ANNE
Renée! Ho una bella notizia.

 

RENÉE
Oh, Anne, così d’improvviso…

 

Anne sbandiera una carta arrotolata davanti alla sorella.

 

ANNE
Se ti interessa, te la regalo.

 

RENÉE
Non innervosirmi, Anne.

 

ANNE
Ecco qui!

 

Anne fa finta di allontanarsi.

 

RENÉE
Odiosa!

 

Renée rincorre Anne e gli sottrae il foglio. Guarda il foglio incuriosita .

 

RENÉE
Cos’è?

 

Renée comincia a leggere.

 

RENÉE
Sentenza dell’Alta Corte di Giustizia di Aix-en-Provence. Sua Maestà il Re, in una lettera con sigillo d’oro, ci ha richiesto la revisione del processo a carico del marchese Donadien Alphonse François de Sade, da tempo detenuto nel castello di Vincennes. Questa Corte ha dato la sua autorizzazione; la sentenza di condanna è stata annullata e, in seguito alla revisione del processo, ha stabilito per il suddetto marchese la seguente condanna: L’accusato Donadien Alphonse François de Sade, colpevole di sodomia e di corruzione è punito con un ammonimento, è inoltre condannato al pagamento di un’ammenda di cinquanta lire e gli viene fatto divieto per tre anni di risiedere a Marsiglia. Al pagamento dell’ammenda il suo nome verrà cancellato dal registro dei prigionieri.

 

Renée rimane alcuni istanti come stordita per la grande gioia.

 

RENÉE
Oh!

 

ANNE
È una bella notizia, vero?

 

RENÉE
Sembra un sogno.

 

ANNE
No, è la fine di un incubo.

 

RENÉE
Dunque Alphonse è libero, e anch’io… dopo tanti anni… Anne, ricordi quando insieme in questo stesso salone pensavamo con angoscia al destino di Alphonse. Era accaduto quell’orribile fatto di Marsiglia e tu eri appena tornata dal viaggio in Italia, che avevi intrapreso per consolare il suo cuore.

 

ANNE
Per consolare il suo cuore! Basta con simili espressioni. Tutto ormai appartiene al passato.

 

RENÉE
Sì, al passato. Da allora, sull’ordito del mio fervente anelito a liberare Alphonse, una trama di fili intricati ha creato variopinti motivi. Per sei anni ho bussato ad una porta di pietra inesorabilmente chiusa. Con le unghie spezzate, con le unghie sanguinanti, ma le mie sole forze non hanno fatto schiudere questa porta.

 

ANNE
Ma tu hai fatto tutto quanto era in tuo potere.

 

RENÉE
Con le mie sole forze, non ho concluso nulla. È stata la potenza di nostra madre a serrare quella porta di pietra tra Alphonse e me, ed è ancora la sua potenza che ora, inaspettatamente, l’apre.

 

ANNE
Hai intuito la verità.

 

RENÉE
È per questo che sono tornata ad abitare, finché rimarrò a Parigi, in casa della mamma. Durante il periodo in cui la consideravo una nemica, nei miei soggiorni a Parigi, alloggiavo in albergo.

 

ANNE
Ora non esiste più nessun rancore fra noi, vero?

 

RENÉE
Tu sei diventata adulta… e io… sono invecchiata.

 

ANNE
No, il tuo volto, radioso per la gioia, è giovane e bello.

 

La signora di Montreuil entra nella stanza e guarda le figlie.

 

MONTREUIL
Oh, Anne! Bentornata!

 

ANNE
Quanto tempo, mamma!

 

MONTREUIL
Che giorno meraviglioso! Riavere vicine contemporaneamente entrambe le figlie. Allora… hai portato a tua sorella la lettera?

 

ANNE
Sì. Sono venuta con qualche giorno di ritardo perché volevo anche salutarvi. O piuttosto a proporvi di venire con noi.

 

MONTREUIL
Ma che significa? Così all’improvviso. Hai detto “a salutarvi”. Dove intendi andare?

 

ANNE
A Venezia, con mio marito.

 

Renée guarda la sorella.

 

RENÉE
… a Venezia.

 

ANNE
No, non ha più nulla in comune con la Venezia di un tempo. Quello fu un viaggio tenuto segreto per tanto tempo, ma ora non è più necessario nasconderlo. Mio marito ha comprato un palazzo in quella città ed abbiamo deciso all’improvviso di trasferirci là.

 

MONTREUIL
Perché mai abbandonare la vostra magnifica dimora e rinunciare alle vostre cariche a Corte per recarvi nuovamente all’estero? E di quale viaggio segreto stai parlando?

 

ANNE
Del viaggio che intrapresi con mio cognato.

 

MONTREUIL
Con chi?

 

ANNE
Con Alphonse!

 

La signora di Montreuil sgrana gli occhi per lo stupore.

 

MONTREUIL
Oh! Tu? Un viaggio con Alphonse?

 

ANNE
Fu un viaggio meraviglioso. Rimanemmo sempre insieme!

 

MONTREUIL
Ma… ma…

 

ANNE
Quando fui invitata al castello di La Coste, immediatamente, la prima notte,…

 

Flash.

 

 

INT. CASTELLO LA COSTE – CAMERA DA LETTO - NOTTE

 

ANNE
(VFC)
Mio cognato entrò nella mia stanza…

 

Una porta si apre di colpo. All’interno della stanza da letto Anne è sdraiata nel letto. Si rialza a sedere e si copre fino al mento con le lenzuola. Gli occhi lasciano trasparire un misto di terrore e di desiderio.

 

ANNE
(VFC)
… non mi lasciò il tempo né di rifiutarmi né di concedermi.

 

La figura indistinta ma riconoscibile del marchese entra decisa nella stanza richiudendosi la porta alle spalle. Si avvicina al letto e senza indugiare getta a terra le lenzuola lasciando Anne completamente scoperta. La ragazza si fa il segno della croce e tenta puerilmente di fuggire arrampicandosi maldestramente sul letto ma così facendo mette in mostra le sue fattezze eccitando ancora di più l’uomo che, con un balzo felino, le salta addosso.

 

ANNE
Lasciami! Lasciami, o grido!

 

ALPHONSE
Grida quanto vuoi, bella mia; nessuno accorrerà prima che io ti abbia posseduta e te lo giuro, uscirò da qui solo dopo che ti avrò presa.

 

Il marchese le afferra con una mano mentre con l’altra cerca di farle girare la testa per baciarla sulla bocca. Non riuscendoci, la distende sotto di lui e, tenendola per la testa, inizia a frugarla dappertutto. Più la ragazza resiste più Alphonse ci prende gusto e la stanza si riempie dei rochi sospiri dei due.

 

ANNE
(VFC)
 … poi vennero ad arrestarlo per quel fatto. Mi chiese di fuggire con lui. Allora andammo in Italia, vagabondando ovunque.

 

 

INT. SALOTTO DELLA SIGNORA DI MONTREUIL

 

MONTREUIL
Mio Dio! Che orrore, che orrore! È una mostruosità! È un demonio! Non una, ma due preziose figlie. Povera Renée! Dopo tanta fedeltà e devozione al marito… E tu, Anne, come puoi dire queste cose alla presenza di tua sorella?

 

ANNE
Mia sorella sa già tutto.

 

MONTREUIL
Che cosa? Che cosa sa?

 

ANNE
Ciò che è accaduto a La Coste tra me e Alphonse. E del lungo viaggio in Italia. E del nostro soggiorno a Venezia.

 

MONTREUIL
Mio Dio! Renée… Anne… Alphonse… che mostro,… maltrattare così le mie due amate figlie…

 

RENÉE
Non mi ha mai maltrattato.

 

ANNE
Neppure a me.

 

RENÉE
Il suo desiderio divampa in virtù della profanazione. Proprio come un cavallo che calpesti e frantumi con crescente impeto le colonne di ghiaccio affioranti dal terreno. Per questo scopo egli osserva sempre un corretto cerimoniale: con il freddo del mattino cristallizza l’acqua infiltratasi nell’immonda terra in taglienti, pure colonne di ghiaccio. Solo per calpestarle e frantumarle. Grazie a lui prostitute e mendicanti vengono trasformate in sante, peer poi essere frustate. Ma un attimo dopo il sogno bruscamente si spezza ed egli caccia fuori dalla porta, a calci nelle natiche, prostitute e mendicanti. E non trovando nessuno a cui offrire il miele di tenerezza accumulato in tutti quegli istanti di piacere, alla fine torna a riversarlo tutto su di me. È un’ape operaia del piacere che, sotto l’abbacinante, implacabile sole estivo, raccoglie sudando il miele della tenerezza e lo dona a me, che l’attendo nella fresca penombra della mia cella.I fiori sanguigni da cui distilla il miele non sono nel modo più assoluto le sue amanti. Vengono sacrificate, calpestate, private del miele… nient’altro. Sono loro quelle che maltratta, non ti sembra?

 

ANNE
Tu, finisci sempre con l’adorare Alphonse in questo modo, con la comprensione e la poesia. Lo intuisci poeticamente. E questo è l’unico metodo per comprendere quanto è troppo sacro o troppo immondo ma, come minimo, non è un metodo femminile. Io non ho mai avuto neppure il desiderio di capirlo. Per questo lui, rassicurato, mi ha accarezzato come si accarezza una donna, e da donna io ho risposto alle sue effusioni.

 

RENÉE
Se tu giungi ad affermare questo, ho anch’io qualcosa da dirti. Mi sono servita di te. Ogni tanto Alphonse desiderava comportarsi come un uomo comune. Ma con me era impossibile, perché sapevo bene che non era un uomo comune: così ho scelto te.

 

ANNE
Nei tuoi ricordi non c’è la mia Venezia. Mi dispiace per te! Non c’è quella luna rossa come il fegato che sale dai canali immersi nella nebbia. Lui non mi raccontò mai neppure uno dei suoi ricordi sanguinosi, ma essi affioravano nel suo sguardo, erano la fonte delle nostre infinite tenerezze.

 

MONTREUIL
Che vergogna! Smettete. E poi è fuori luogo, in questo momento di gioia discutere tra due sorelle per fatti accaduti anni fa. Io stessa cercherò di reprimere il mio rancore e di parlare gentilmente di Alphonse. Ora che si è riscattato dalle sue colpe, sforziamoci, se non altro, di ricercare i suoi pregi.

 

RENÉE
Pregi che anche Anne conosce molto bene; ed anche voi, vero mamma?

 

MONTREUIL
Che intendi dire?

 

RENÉE
Che una volta vi siete vantata di sapere tutto, ma per ciò che riguarda Alphonse l’unica che sa veramente tutto sono io. L’unica che è sempre stata presente nella realtà o nel suo pensiero, in tutti i momenti della sua tormentata vita. L’unica che lo ha amato davvero, che gli è sempre stata fedele.

 

MONTREUIL
Fedeltà! Fedeltà! Non posso più sentire quella parola.

 

RENÉE
Proprio voi parlate che subito dopo il mio matrimonio per lui foste disposta ad assistere allo spettacolo di vostra figlia minore trasformata in un tavolo?

 

La signora di Montreuil rimane impietrita e non riesce più a pronunciare parola. Anne arrossisce vistosamente.

 

ANNE
In un tavolo?

 

RENÉE
Anche un essere umano non ha difficoltà a trasformarsi in un tavolo. A dire il vero il tuo corpo fu denudato e utilizzato come altare per la messa.

 

MONTREUIL
Ti prego, smettila ora!

 

ANNE
Ma che stai dicendo Renée? Quando?

 

RENÉE
Tu e mamma sapete benissimo il luogo e non posso nominare i nomi dei partecipanti che erano tutti mascherati e quindi anonimi. Ma tra quelle maschere non potevi certo pensare che ci fossi anche io, tua sorella e fresca sposa di Alphonse. Ma il vero capolavoro di Alphonse fu invitare anche nostra madre che pur di non scontentare un gentiluomo della casata dei Borboni, accettò di vedere le sue due figlie attive partecipanti a quella strana cerimonia.

 

La MDP inquadra il viso attonito della signora di Montreuil che, con una doppia dissolvenza, si trasforma nel volto di una donna nuda stesa in una buia stanza.

 

 

INT. CASTELLO LA COSTE – SALONE DELLE FESTE - NOTTE

 

L’inquadratura allarga mostrandoci il salone immerso nella penombra, illuminato da ceri e candele. Al centro è stato innalzato una specie di altare sacrificale. Nella stanza molte persone e tutte mascherate. Un uomo dai capelli biondi, vestito solo con un mantello nero (non ne vediamo il volto ma capiamo che si tratta di Alphonse), accompagna Anne, completamente nuda, vicino all’altare, la prende in braccio e la depone sull’altare.

 

RENÉE
(VFC)
La nostra cara madre, nonostante Alphonse fosse da pochi giorni diventato suo genero, offrì il tuo corpo affinché fungesse da altare durante la messa. Fosti fatta adagiare supina sul nero sudario di una bara…

 

 

INT. SALOTTO DELLA SIGNORA DI MONTREUIL

 

MONTREUIL
Dio mio! E tu eri lì, quella notte, vicino a me, e non mi dicesti mai nulla…

 

RENÉE
Non mai voluto rovinarti il ricordo di quell’esperienza.

 

ANNE
Ero completamente nelle mani di Alphonse. Avrei voluto reagire ma mi fu impossibile. Chiusi gli occhi e percepì una sensazione di bellezza e di candore…

 

 

INT. CASTELLO LA COSTE – SALONE DELLE FESTE - NOTTE

 

La figura della donna è stesa sull’altare. Nello spazio tra il seno ed il ventre viene steso un piccolo tovagliolo.

 

ANNE
(VFC)
Provai la sensazione di frescura che poteva procurarmi un lenzuolo pulito…

 

Nella cavità tra i seni viene posto un crocefisso d’argento. Proprio tra le cosce viene appoggiato un calice d’argento.

 

ANNE
(VFC)
Fu ancora una sensazione di frescura ma, non una sola emozione di gioia sacrilega che mi abbia fatto rabbrividire.

 

Il marchese le si avvicina, le allarga le braccia, e le pone in ogni mano una candela accesa.

 

ANNE
(VFC)
Avvicinatosi il momento della celebrazione dovetti tenere in entrambe le mani una candela accesa, con le braccia allargate, in un’oscena imitazione della croce. La loro fiamma era lontana, ma le gocce di cera quasi impercettibili colavano, fino a raggiungere ed a riscaldarmi il palmo delle mani. Compresi realmente il simbolismo segreto per ciu il fuoco nelle mani rappresenta i chiodi della crocifissione.

 

 

INT. SALOTTO DELLA SIGNORA DI MONTREUIL

 

Renée si avvigina quasi minacciosa alla sorella.

 

RENÉE
Al tempo del Re Sole si sacrificava un bambino appena nato, ma essendo attualmente decaduta anche la messa nera, per te usammo un capretto, anzi, per la precisione dovrei dire “usai” un capretto…

 

La signora di Montreuil ed Anne guardano Renée sbalordite.

 

MONTREUIL
Tu!

 

ANNE
Fosti tu?

 

 

INT. CASTELLO LA COSTE – SALONE DELLE FESTE - NOTTE

 

Anne è stesa sull’altare con le braccia allargate e le candele in mano, il crocefisso tra i seni ed il calice tra le cosce. Alphonse fa avvicinare una figura maschera dai modi chiaramente femminili che porta con sé un capretto. L’animale viene innalzato sopra l’altare, sopra Anne. Alphonse si avvicona con un grosso coltello. La MDP stringe ad inquadrare solo Anne. Si ode un belato e del sangue comincia a colare sul corpo della ragazza.

 

ANNE
(VFC)
Quando l’officiante pronunziò il nome del Signore e sopra la mia testa il triste belato del capretto si tramutò di colpo in uno strano gemito, allora…

 

La MDP segue il fluire del sangue che cade sul corpo nudo della ragazza e scende fino a riempire il calice posto tra le sue cosce.

 

RENÉE
(VFC)
…allora, per la prima volta, più caldo e più copioso del sudore versato su di te da un qualsiasi amante, il sangue del capretto gocciolò tra i tuoi seni, lungo il tuo ventre, fin nel sacro calice posto tra le tue cosce.

 

ANNE
(VFC)
In quel momento, per la prima volta, nel mio gelido cuore che fino ad allora era stato diviso tra il desiderio di divertirsi e la curiosità, divampò una gioia simile ad una fiamma accesa. Le candele dalla luce tremolante continuavano a lasciare gocciolare la cera ardente sulle mani.

 

 

INT. SALOTTO DELLA SIGNORA DI MONTREUIL

 

RENÉE
Tu eri concentrata unicamente nell’essere osservata, io, Alphonse e la mamma, nell’osservarti. Le sensazioni differivano ma quando il sangue del capretto fu versato come pioggia sul tuo ventre, tutti comprendemmo chi fosse Alphonse. Fu allora che ti battezzai e ti concedetti di essere usata da Alphonse come una donna qualsiasi.

 

Le tre donne si guardano.

 

RENÉE
Da quel momento Alphonse è sempre stato con noi. Noi siamo diventate Alphonse.

 

ANNE
Sì, Alphonse ero io. Vale a dire un tavolo di carne inondato di sangue.

 

MONTREUIL
Ed ora Alphonse è tornato libero… per anni ti sei recata sovente con un cesto di marmellate e di altri cibi a fare visita ad Alphonse in prigione; è davvero straordinario come non ti sia mai stancata di andarlo a trovare: alla fine mi sono arresa ed ho riconosciuto, se non altro, la tua sincerità. Ma è strano, in tutti questi anni non ti ho mai vista con un’espressione annoiata. Al ritorno da una visita, già cominciavi ad attendere con gioia la successiva e ti chiedevi cosa avresti potuto portare, impaziente come se ti preparassi per una gita in campagna.

 

RENÉE
È vero. Uno dei motivi era il desiderio che mio marito non mi trovasse invecchiata. Se mi fossi mostrata a lui due o tre volte al mese, non se ne sarebbe accorto.

 

MONTREUIL
Ma poi finito, all’improvviso,… hai interrotto le visite ad Alphonse.

 

RENÉE
Non è più necessario. Dovrò solo restare ad attenderlo e, un giorno o l’altro, ritornerà. Ritornerà per tutte noi.

 

ANNE
Alphonse…

 

MONTREUIL
Alphonse…

 

RENÉE
Alphonse… , l’essere più straordinario che io abbia mai incontrato in questo mondo. Dopo aver tratto dal male fili di luce e creato la sacralità con un cumulo di nefandezze, indossa nuovamente l’armatura dei nobilissimi marchesi De Sade e si trasforma in un cavaliere mistico. L’armatura scintilla quasi impercettibile nella luce viola che egli diffonde in questo mondo. Rose invece di arabeschi e corde invece di festoni, nelle decorazioni a sbalzo del ferro arrugginito per il sangue. E il suo scudo riflette lo scarlatto della pelle delle donne ustionate da grossi ferri roventi; le sofferenze, i tormenti, le grida s’innalzano fino alle corna del nobile elmo d’argento, ed egli porta alle labbra la spada sazia di sangue e pronunzia con fermezza le parole del giuramento. I biondi capelli spuntano dall’elmo e circondano come un alone di luce il suo pallido volto, la sua corazza è come uno specchio d’argento appannato dal fiato degli uomini. Tolti i guanti di ferro appaiono mani candide e belle come quelle di una donna, e quando sfiorano la testa di un uomo, fosse pure il più disprezzato e il più reietto, costui riprende coraggio e lo segue per combattere valorosamente sul campo di battaglia, soffuso dal chiarore dell’alba. Egli balza, vola. E sul petto della corazza d’argento, dopo il sanguinoso massacro, alberga la nitida visione del più silenzioso convito di milioni di cadaveri. Con la sua gelida forza di ghiaccio i gigli roridi di sangue ridiventano candidi, i bianchi destrieri chiazzati di sangue gonfiano il petto come prore di velieri e avanzano verso il cielo in s’incrociano i lampi. Allora il cielo si squarcia e trabocca di luce come in un’inondazione, di quella sacra luce che acceca gli occhi che la guardano. Alphonse. Forse egli è l’essenza di quella luce.

 

Sulla porta si affaccia Charlotte.

 

CHARLOTTE
Scusate…

 

MONTREUIL
Sì, che c’è?

 

CHARLOTTE
È giunto il Marchese De Sade. Lo faccio entrare?

 

Nella stanza cala il silenzio.

 

CHARLOTTE
Posso farlo entrare?

 

Tutte guardano Renée.

 

MONTREUIL
Renée…

 

ANNE
Renée…

 

Per qualche lunghissimo secondo nessuno parla aspettando Renée.

 

RENÉE
Charlotte, che aspetto ha il Marchese?

 

CHARLOTTE
Attende fuori dalla porta. Lo devo fare entrare?

 

RENÉE
Ti ho chiesto quale aspetto abbia.

 

CHARLOTTE
È a tal punto mutato che ho rischiato di non riconoscerlo. Indossa un abito di lana nera, rammendato sui gomiti, anche il collo della camicia è terribilmente sporco, e per questo, vogliate scusarmi, mi è sembrato un vecchio mendicante. E a qual punto è ingrassato! Il suo volto è pallido e gonfio, i vestiti non si adattano alla sua taglia, è tanto sconciamente ingrassato che ho temuto non passasse dalla porta. I suoi occhi sono smarriti, la mascella gli trema leggermente, parla con una bocca impastata in cui non è rimasto che qualche dente ingiallito. Ma ha dichiarato il suo nome con dignità. E mi ha detto: “Ti sei dimenticata di me, Charlotte?”, e poi scandendo lettera dopo lettera: “Sono il marchese Donadien Alphonse François de Sade”.

 

Tutte restano in silenzio.

 

RENÉE
Mandalo via. E comunicagli questo: “La signora De Sade non vi rivedrà mai più”.

 

 

Titoli di coda

 

 M. De  Sade

 

un film di MAURIZIO GIANNINI
"
M. De  Sade "

 

con

Michelle Pfeiffer - Janet Leigh - Maggie Smith - Helen Mirren

Amanda Peet - John Lone - John Paul Pitoc - Maurizio Giannini


scenografie di EIKO ISHIOKA - direttore della fotografia JOHN BAILEY

scritto da MAURIZIO GIANNINI
grazie all'apporto librario ed alle ispirazioni fornite da A.F.De Sade, Yukio Mishima, Oscar Wilde, Anais Nin

prodotto da MAGIA Production

musiche composte ed eseguite da ANDREW POPPY

diretto da MAURIZIO GIANNINI

"M. De Sade" is Copyright © 2002 MAGIA Production

This screen adaptation is for purposes of internet game Cinematik and Producers Chair
and is not for commercial use.

 F I N E 


Grazie per avere visto il nostro film

Al cinema dal 23.03.2002 al 00.00.2002

Box Office

Incasso Sett.

Incasso Tot.

Pos.

30.03.2002

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Costo Film

   
 

Bilancio Finale

   

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