Gli articoli che, nel bene e nel male, parlano del nostro lavoro.
(21/03/01 - Silver Surfer su Asa Nisi Masa)
Hiroshima ancora non ce l'aveva raccontata
nessuno, ma solo perché è in Giappone e non negli Stati Uniti; per di più
sono questi ultimi che in quel periodo erano in vena di funghi……. Comunque
il Giappone non ha il massimo del richiamo in Europa, si salva ogni tanto con
Kitano. Sarà quindi dura, anche perché francamente stiamo cominciando ad avere
a che fare con troppi film ispirati a episodi storici recenti (tantissimi sulle
guerre mondiali, sui sottomarini delle guarre mondiali, su Pearl Harbour e mille
altri). Direi che si può dare un 6.
(28/07/01 - Il Critico della Cristian Production)
Film duro e (come è giusto che sia)
anti-americano per il ritorno al cinema della Magia Production. Una visione
completa di quella che è stata una vera e propria tragedia, vista attraverso
gli occhi di semplici persone che hanno vissuto personalmente la vicenda. Le
immagini sono crude, senza sottintesi e senza lasciar lavorare l'immaginazione:
l'orrore si presenta tutto davanti ai nostri occhi e ci lascia senza respiro.
Regia e sceneggiatura perfette e attori che fanno la loro ottima parte. Film che
ricorda l'altra tragedia della seconda guerra mondiale, a metà tra il
documentario premio Oscar "Gli ultimi giorni" e "Schindler's
List". Ottimo lavoro della Magia Production, il migliore, e in odore di Ck
Awards. Voto 7+
(28/07/01 Cesare sul sito Cadillac Ranch)
Un pugno nello stomaco,
descritto con umiltà e violenza morale e ben interpretato dal geniale musicista
Sakamoto. Il miglior film della Magia Production. 4/4
(28/07/01 Davide su Helzapoppin)
"UCRONIA": uno strano termine coniato
dagli scrittori di fantascienza per definire quel genere - prolifico negli
ultimi 20 anni - che tratta di "storia alternativa", e cioè: cosa sarebbe
successo se...?
Facciamo un attimo questo gioco: cosa sarebbe successo se gli Stati Uniti, i
"poliziotti del mondo", avessero perso la seconda guerra mondiale? Sicuramente
le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki sarebbero considerate uno dei più
atroci e gravi crimini di guerra della storia, tali da fare vergognare ogni
americano per almeno un centinaio d'anni e da fare impallidire al confronto
anche la deportazione degli ebrei... Ma la storia, quella vera, è andata
diversamente, e così Hiroshima è stata accantonata in un angolo della memoria,
un ricordo sempre più lontano e sempre più vago, una parola ormai svuotata di
significato. Eppure quei due bombardamenti, organizzati e realizzati in fretta e
furia pochi giorni prima della resa del Giappone, in modo da convincere il mondo
che tale resa fosse stata determinata dalla Bomba, hanno cambiato la storia e,
sicuramente, hanno lasciato una ferita aperta nel cuore del Giappone, una ferita
che ancora oggi, dopo 55 anni, non smette di sanguinare.
Secondo film tratto dal bel libro di Masuji, dopo Kuroi Ame del 1989 inedito in
Italia, questa nuova opera del "vecchio" Oshima esce proprio a ridosso
dell'anniversario del bombardamento, avvenuto alle 8,45 del 6 agosto 1945.
Il film è lento, teatrale nelle scene in interno e documentaristico nelle scene
in esterno, i dialoghi appaiono didascalici e poco realistici (almeno per noi
occidentali)... eppure il prodotto di questi elementi di per sé imperfetti è un
- mi si lasci usare una volta questo termine! - Capolavoro e sfido chiunque a
distogliere lo sguardo fino all'ultima scena. Senza alcuna concessione alla
spettacolarità né al facile effetto strappalacrime, il film possiede la
ieraticità e la compostezza tipici delle opere giapponesi, fino all'uso del
silenzio come colonna sonora più appropriata e del bianco e nero per dipingere i
desolati panorami post-bomba, panorami da cui in pochi minuti ogni traccia di
colore è stata cancellata, ed il sangue, nero e non rosso, appare ancora più
vero e impressionante. L'intensa interpretazione di Sakamoto (che ricordiamo nel
bellissimo Furyo) esprime alla perfezione il senso di una tragedia affrontata
con una dignità per noi inimmaginabile (si pensi alle feroci rappresaglie dei
partigiani sulle donne dei fascisti una volta caduto il regime) e la visione del
film - sofferta, faticosa, dolorosa quasi fino alle lacrime - è consigliata a
tutti coloro che vogliono ancora cercare la Verità e scrostare dagli orpelli del
tempo una tragedia non meno grave perché lontana, ed un'offesa all'intero genere
umano che - purtroppo - non basterà un film a cancellare.
Per gli altri... beh, c'è sempre Pearl Harbor!
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