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La Belva nell'Ombra
(INJÜ)

Intro - Cast - Primo Tempo - Secondo Tempo

Grazie per avere scelto questo film. Buona Visione...

 

MAGIA Production presenta

LA BELVA NELL'OMBRA
(INJÜ)
un film di SHINYA TSUKAMOTO

con
TAKESHI KITANO  JOY NAKAGAWA
TATSUYA FUJI  TATSUYA NAKADAI  RYUICHI SAKAMOTO  TOMOROH TAGUCHI  RYUHEI MATSUDA

diretto da SHINYA TSUKAMOTO


La Storia Narrata nel Film

Un autore di romanzi polizieschi s'improvvisa detective quando conosce una donna affascinante che gli confida di essere perseguitata da un innamorato respinto che la terrorizza, minacciando di uccidere lei e suo marito. Lo scrittore si trova così implicato in una storia misteriosa, dove l'identità del colpevole appare sempre più sfuggente. La ricerca dell'assassino sembra non approdare più a nulla fino a quando un piccolo particolare... Un film dove l'intreccio emerge poco per volta, in un crescendo di colpi di scena, in cui il sottile gioco psicologico si mescola a elementi di ambiguo erotismo.


Prologo ...e qualche chiarimento sul film

Finalmente realizzato "La Belva nell'Ombra", in studio ormai da diversi mesi, per dirigere il quale siamo riusciti faticosamente a convincere, assicurandogli la più assoluta indipendenza, Shinya "Tetsuo" Tsukamoto. Anche il cast è stato accuratamente selezionato e vede la presenza dei più importanti rappresentanti della cinematografia del Sol Levante: il grande Takeshi Kitano (Hana-Bi, Lupin III), la bellissima Joy Nakagawa (Brother), l'icona del cinema nipponico Tatsuya Nakadai (Kagemusha, Ran), lo scandaloso Tatsuya Fuji (Ecco l'impero dei Sensi), l'eclettico Ryuichi Sakamoto (Furyo, La Pioggia Nera), l'emergente Ryuhei Matsuda (Gohatto, La Pioggia Nera), il ribelle Tomoroh Taguchi (Testuo). Un'opera ambiziosa quindi per la quale non abbiamo badato a spese e si spera riesca ad ottenere il patrocinio da parte del Centro di Cultura Giapponese.


BUONA VISIONE

PRIMO TEMPO

Schermo nero

 

Il brano “Call & Response” dei “The Elephant Kashimashi” accompagna tutti i Titoli di Testa.

Mentre scorrono i titoli la telecamera sorvola lentamente la metropoli di Tokio.

 

TITOLI DI TESTA

 

Gli scintillanti grattacieli si contrappongono ai tradizionali palazzi di architettura giapponese. Per un breve momento la MDP segue il corso sinuoso del fiume Sumida. Poco dopo viene inquadrato un grande parco. Al suo interno un grande edificio. Le immagini arrivano ad inquadrare un uomo che si appresta ad entrare nell’edificio.

 

MAGIA Production presents

LA BELVA NELL'OMBRA
(INJÜ)
a SHINYA TSUKAMOTO film

starring
TAKESHI KITANO
JOY NAKAGAWA

TATSUYA FUJI   TATSUYA NAKADAI
RYUICHI SAKAMOTO   TOMOROH TAGUCHI   RYUHEI MATSUDA

music
SHINYA TSUKAMOTO

songs performed by
THE ELEPHANT KASHIMASHI - SUPER BELL "Z - VLIDGE

written by MAURIZIO GIANNINI & EDOGAWA RANPO
(loosely based on
"La Belva nell'Ombra" by Edogawa Ranpo)

produced by MAGIA Production

directed by SHINYA TSUKAMOTO

 

SCENA 1 – Interno. Museo Nazionale di Tokyo. -Il suono tradizionale del koto accompagna la scena.

La MDP segue l’uomo (Takeshi Kitano) cammina lentamente, quasi in punta di piedi, attraverso le sale deserte e poco illuminate di un museo. Nelle stanze vuote il pur lieve rumore dei passi provoca un’eco paurosa. I grandi cristalli delle vetrine luccicano freddi e sul pavimento di linoleum non c’è traccia di polvere. L’edificio, dal soffitto altissimo, è immerso in un totale silenzio. L’uomo si ferma davanti ad una vetrina attirato da una statua di legno rappresentante l’immagine di un bodhisattva. Ora vediamo il viso dell’uomo riflesso nel vetro. All’improvviso si sente un leggerissimo fruscio. Qualcuno si sta avvicinando con passo felpato alle sue spalle. La MDP continua ad inquadrare l’uomo di spalle davanti alla vetrina. Vediamo che il suo viso assume un’espressione preoccupata ma continua a guardare verso la statua. Riflessa nel vetro, sovrapposta a quella del bodhisattva, appare la figura di una donna pettinata alla classica maniera Giapponese marumage (Joy Nakagawa). La MDP porta ora a fuoco il riflesso della donna che, immobile dietro all’uomo, è intenta a fissare con attenzione la statua. Il viso è di un biancore incredibile ed ha una forma ovale, antica. Le sopracciglia, il naso, la bocca, le spalle, tutte le linee del corpo sono eleganti, delicate e danno un’impressione di fragilità, come se la figura potesse svanire nel nulla da un momento all’altro. Con un leggerissimo fruscio la donna si gira e si allontana. L’uomo si volta verso di lei ed ora il suo viso è in primo piano. Vediamo la donna di spalle uscire dalla stanza e subito l’uomo si affretta a seguirla. Stacco.

Inquadratura dall’alto dei due all’interno di una sala contente armature e spade giapponesi. La MDP continua a mostrarci la scena dall’alto e l’uomo e la donna rimangono immobili.

SAMUKAWA (Takeshi Kitano)
Sono cose bellissime ed antiche, ma che non sembrano interessare molte persone.

SHIZUKO (Joy Nakagawa)
Sembrerebbe proprio di no. Siamo i soli ad ammirare questo capolavori.

Inquadratura a schermo intero di un antico dipinto giapponese. Stacco ed inquadratura dall’alto. Ora l’uomo e la donna sono fianco a fianco mentre ammirano il dipinto.

SHIZUKO
Mio marito è Oyamada Rokurō, un uomo d’affari, amministratore della ditta Rokuroku.

La MDP inquadra i due di spalle. Si trovano davanti ad un antico manoscritto. La donna lo guarda estasiata.

SAMUKAWA
Le piace l’arte dello scrivere?

SHIZUKO
Tra le arti maggiori la scrittura è quella che prediligo. Ma quello che adoro veramente è leggere.

SAMUKAWA
Davvero? Conosce lo scrittore Samukawa?

SHIZUKO
Lo scrittore di romanzi polizieschi? Certo, tra gli autori moderni è il mio preferito! Anche lei legge i suoi racconti?

SAMUKAWA
Io li scrivo.

SHIZUKO
Come?

SAMUKAWA
Il mio nome è Samukawa.

La MDP inquadra il viso di Shizuko che sorride. I suoi denti sono bianchi e grandi. Le labbra formano una curva che lascia apparire i canini agli angoli della bocca. Un neo sulla guancia destra le dona un’espressione dolce e gentile.

SHIZUKO
Si vuole forse burlare di me?

SAMUKAWA

No, mi sono permesso di dirglielo solo perché lei ha detto di leggere i miei racconti e questo mi ha lusingato moltissimo.

 

Shizuko sorride e si gira verso un dipinto posto alla sua destra. Nonostante il kimono sia chiuso in un modo molto abile, questo movimento lascia intravedere dei profondi segni rossi sulla nuca. Potrebbero apparire come voglie della pelle, o forse come ferite recenti, frustate che partono dalla nuca e scendono lungo la schiena. Samukawa le nota e si sofferma a guardarle. La MDP inquadra sulla sinistra dello schermo il viso di Samukawa immobile a fissare la candida nuca di Shizuko. Nel silenzio più assoluto lo vediamo muovere le labbra come se parlasse con la donna ma dal movimento della bocca comprendiamo che quanto sentiamo è diretto a noi.

SAMUKAWA
Quella crudeltà, quelle frustate che apparivano come fili di lana rosso scuro appiccicati alla pelle levigata, su quella nuca sottile e delicata, provocarono in me una strana sensazione erotica. Nel guardarle, la sua bellezza che fino allora mi era parsa di sogno mi colpì d’improvviso, come una cosa viva, reale. Ero attirato da lei, dai suoi gusti particolari e raffinati di quella giovane signora che amava visitare musei deserti, ed ero felice che prediligesse, tra tutti i romanzi polizieschi, i miei, in genere ritenuti troppo intellettuali. Questo interesse comune ci diede l’opportunità di mantenerci in corrispondenza con frequenti scambi di e-mail e spesso le scrissi senza motivo lettere alle quali rispose ogni volta con femminile cortesia. I nostri rapporti proseguirono in questo modo per alcuni mesi e, mentre la corrispondenza si accumulava, pur con estrema e nervosa timidezza, cominciai ad alludere indirettamente ad un sentimento nascosto e forse, se non accadde solo nella mia immaginazione, anche in quelle di Shizuko, al di là delle frasi convenzionali ed in maniera invero riservata, cominciò a trasparire un atteggiamento più amichevole. Mi vergogno a confessare che spiai suo marito, Oyamada Rokurō: era molto più anziano di lei e con i pochi capelli che gli erano rimasti in testa appariva ancora più vecchio. Fu verso Febbraio che nelle sue e-mail cominciarono a comparire strane allusioni.

 

Stacco.

Sullo schermo vediamo le mani di una donna scrivere una e-mail di fronte al computer. Possiamo leggere quello che scrive.

SHIZUKO
…recentemente è accaduto qualcosa che mi impedisce perfino di dormire…

Stacco.

Primo piano di Shizuko che al museo torna a guardare sorridente verso Samukawa.

 SAMUKAWA
E in un’altra e-mail mi scrisse.

Stacco.

Torniamo a vedere le mani della donna mentre scrive al computer.

SHIZUKO
…gentile signore, è forse amico di Ōe Shundei, anch’egli scrittore di romanzi polizieschi? Se ne conosce l’indirizzo sarebbe così gentile da farmelo avere?...

Stacco.

È ora la volta di Samukawa che scrive al computer.

SAMUKAWA
...naturalmente conosco le opere di Ōe Shundei, ma non l’ho mai incontrato. È un misantropo e non ha mai, neppure una volta, partecipato ai vari convegni di noi scrittori. Inoltre, circa un anno fa, ha improvvisamente smesso di scrivere ed ha cambiato casa. Ho sentito dire che di lui non si sa più nemmeno l’indirizzo…

 Stacco. Sulla sinistra dello schermo vediamo Shizuko mentre sulla destra è inquadrato Samukawa. Entrambi scrivono al computer.

SHIZUKO
…ho bisogno del suo consiglio, posso venire a trovarla?...

SAMUKAWA
...l’aspetto.

L’immagine scorre verso sinistra lasciando solo visibile solo Samukawa che si trova seduto davanti al monitor.

SCENA 2 – Interno. Casa di Samukawa.

Samukawa è seduto davanti al computer in una stanza arredata all’occidentale. Suona il campanello. Samukawa si alza e va ad aprire la porta. Shizuko è in piedi con lo sguardo verso il basso.

SAMUKAWA
...Signora Shizuko…

SHIZUKO
…le chiedo scusa...

SAMUKAWA
...entri, la prego.

Shizuko entra lentamente. Samukawa chiude la porta dietro di sé e con un cenno invita la donna a sedersi. Alla vista della sedia occidentale Shizuko appare titubante, poi guarda Samukawa e si siede. L’uomo si siede di fronte a lei.

SAMUKAWA
Si sente poco bene?

SHIZUKO
No, sono solo un po’ scossa.

SAMUKAWA
Mi voleva parlare?

SHIZUKO
Non so proprio cosa fare. Avevo pensato che se avessi potuto parlarle…, ma ci conosciamo da così poco tempo che forse il confidarmi con lei è una grave mancanza di riguardo.

SAMUKAWA
Se posso fare qualcosa.

SHIZUKO
A dire il vero è una storia orribile…

SAMUKAWA
Ha forse a che vedere con Ōe Shundei?

SHIZUKO
Sì, cioè no,… non ne sono certa.

SAMUKAWA
Che significa?

SHIZUKO
Quando frequentavo la quarta liceo, a Shizuoka dove sono nata, successe un fatto molto spiacevole. Ecco, non so come dirlo…fui abilmente sedotta da un giovane di nome Hirata Ichirō e mi innamorai di lui per un breve periodo.

SAMUKAWA
Perché considerare un tale evento spiacevole?

SHIZUKO
All’epoca ero una fanciulla di appena diciotto anni ed avevo ceduto ad un capriccio del momento, solo per assaporare cosa fosse l’amore. Ma il sentimento verso Hirata non era genuino e non fu vero amore, mentre lui prese la cosa molto seriamente. Tentai in ogni modo di sfuggire a Ichirō che mi ossessionava con insistenza, ma tutti i miei sforzi sortirono l’effetto contrario di acuire la sua ostinazione. Di notte, come un’ombra scura, si aggirava attorno al muro della mia casa ed aveva addirittura cominciato a far scivolare odiose lettere di minaccia nella cassetta della posta. Ero terrorizzata dalla paura di diventare vittima di una terribile vendetta. Anche i miei genitori erano allarmati vedendo lo stato in cui ero ridotta.

SAMUKAWA
Perché non denunciarlo alla polizia?

SHIZUKO
Un rovescio di fortuna colpì la mia famiglia ma, al contrario, per me rappresentò una felice occasione. A causa di una grave crisi economica mio padre fu costretto a dichiarare fallimento e, fuggendo praticamente nella notte, cercò rifugio presso alcuni conoscenti della zona di Hikone. Questo mi permise di sfuggire all’odioso implacabile assedio di Hirata Ichirō e finalmente potei respirare di sollievo.

SAMUKAWA
Capisco, non si è trattato di una bella esperienza.

SHIZUKO
Infatti, a causa degli avvenimenti mio padre si ammalò e morì poco dopo. Rimasta sola con mia madre, conducemmo una misera esistenza fino a quando non apparve nella nostra vita Oyamada, un uomo d’affari originario del paese dove ci eravamo rifugiate.

SAMUKAWA
Suo marito?

SHIZUKO
Sì, s’innamorò perdutamente di me e mandò un intermediario a chiedere la mia mano.

SAMUKAWA
Certo, trattandosi di una persona molto più anziana di lei…

SHIZUKO
No, non provai avversione per Oyamada. Pur se era più anziano di me nutrivo una certa ammirazione per i suoi modi da gentiluomo. La domanda di matrimonio fu accettata di buon grado ed in seguito ci trasferimmo alla sua residenza di Tokyo.

SAMUKAWA
E da allora si direbbe abbiate vissuto una tranquilla vita matrimoniale.

SHIZUKO
Mio marito dovette trasferirsi all’estero per motivi di lavoro e vi rimase per un paio d’anni. Io passai le mie giornate tra quotidiane lezioni di cerimonia di tè, ikebana e musica. Ma in compenso, dal suo ritorno, la nostra vita è trascorsa in totale armonia, una sequenza di giorni felici. Solo che…

Gli occhi le si riempiono di lacrime e la voce si trasforma quasi in un sussurro.

SHIZUKO
Mi vergogno molto a dire che al tempo del matrimonio ho mentito a mio marito. Gli ho taciuto la storia con Hirata Ichirō, ma senza secondi fini. Per di più mio marito doveva aver sentito nominare da qualche parte Hirata Ichirō ma per quanto nutrisse qualche sospetto, continuai ostinatamente a sostenere di non aver mai conosciuto altro uomo che lui, finendo quindi per nascondere la mia relazione con Hirata ma ora con l’arrivo della lettera...

SAMUKAWA
Quale lettera?

SHIZUKO
Avevo cancellato dalla mente tutto di lui, davvero. Persino quando arrivò d’improvviso hanno cominciato ad arrivare queste lettere…

Shizuko estrae delicatamente dal kimono quattro lettere. Ne porge tre a Samukawa e ne tiene una per sé. L’uomo le afferra dubbioso e le guarda.

SHIZUKO
…nel leggere il nome del mittente, Hirata Ichirō, mi chiesi chi fosse: ecco fino a qual punto l’avevo dimenticato.

Samukawa guarda la donna che apre una lettera composta da più fogli e che comincia a leggere. Parte la musica di “Moter Man” dei Super Bell “Z. La MDP inquadra in primo piano Shizuko che comincia a leggere.

SHIZUKO
”Shizuko. Finalmente ti ho trovata. Tu non te ne sei accorta, ma da dove ti ho incontrata ti ho seguita ed ho visto dove abiti. So inoltre che ora ti chiami Oyamada. È impossibile che tu abbia dimenticato Hirata Ichirō”.

SCENA 3 – Esterno. Casa di Shizuko da ragazza.

Al nominare Hirata Ichirō l’immagine del volto di Shizuko viene sovrapposta da quella di Hirata Ichirō (Ryuhei Matsuda) che fissando inizialmente la telecamera, continua la lettura ipotetica della lettera dapprima sovrapponendo e poi sostituendo la voce della donna.

ICHIRŌ (Ryuhei Matsuda)
Dovresti anche ricordare che tipo sgradevole io sia. Forse nella tua crudeltà non immagini quanto io abbia sofferto dopo essere stato abbandonato da te.

 Ora Ichirō si volta e vediamo che si trova all’esterno di una tipica casa giapponese.

ICHIRŌ
 Nelle mie atroci angustie quante volte ho vagato attorno alla tua casa! Ma tu diventavi sempre più gelida man mano che la mia passione cresceva, cresceva. Mi hai evitato, mi hai temuto, alla fine mi hai odiato.

Primo piano del viso di Ichirō fissa la telecamera.

ICHIRŌ
Riuscirai mai ad immaginare i sentimenti di un uomo che si sente odiato dalla donna che ama? La mia angoscia è diventata dolore, il dolore si è tramutato in rancore, il rancore si è consolidato: è quindi strano che si sia trasformato in un desiderio di vendetta?

SCENA 4 – Interno. Casa di Ichirō.

Veloce zoom indietro. Ichirō è seduto alla giapponese in una stanza semivuota.

ICHIRŌ
Quando sei scomparsa per diversi giorni sono rimasto seduto nel mio studio, senza neppure mangiare.

Zoom sul primo piano del volto di Ichirō.

ICHIRŌ
Poi ho giurato di vendicarmi.

Ichirō si alza in piedi e cammina nella stanza semivuota seguito dalla MDP. Si avvicina ad un angolo dove sono ammassati molti libri.

ICHIRŌ
Ero giovane e non sapevo dove cercarti, ma non riuscivo a sopportare l’idea di non poterti vedere mai più, per tutta la vita. Ero povero. Dovevo lavorare per vivere. Poi, tre anni fa, ebbi un insperato colpo di fortuna. Avevo fallito ogni tipo di lavoro e in un periodo in cui avevo raggiunto il fondo della disperazione, come diversivo scrissi un romanzo. Quella fu la mia grande occasione: riuscii con i miei racconti a guadagnarmi da vivere.

Prende uno dei libri e comincia a sfogliarlo distrattamente.

ICHIRŌ
Probabilmente tu leggi ancora molto., come facevi una volta e forse conosci un autore di romanzi gialli di nome Ōe Shundei. Non scrive da circa un anno ma penso che il pubblico non abbia dimenticato il suo nome. Quello scrittore, Ōe Shundei, sono proprio io.

Lancia con violenza il libro contro la parete e si rivolge verso la telecamera.

ICHIRŌ
Credi che sia andato in visibilio per la fama raggiunta e che abbia quindi dimenticato il rancore verso di te? No, no!

Si accovaccia vicino ai libri in terra cercando di prenderne quanti più gli sia possibile.

ICHIRŌ
Questi romanzi che grondano di sangue li ho potuti scrivere proprio perché nel mio cuore albergava un odio così profondo. Se i miei lettori sapessero che tutto di me, la passione per il sospetto, l’implacabilità, la crudeltà, sono nate dal mio ostinato desiderio di vendetta, probabilmente non potrebbero trattenere un brivido di orrore. Ma ora Shizuko ti ho trovata. Fremo per l’esultanza. È giunto il momento di realizzare il mio sogno di tanti anni. Ho studiato i migliori metodi per tormentarti e terrorizzarti e finalmente è venuto il tempo di metterli in pratica.

Ichirō si rialza e cammina per la stanza.

ICHIRŌ
Certamente vorrai conoscerli. Per ora non posso svelarli in ogni loro aspetto. La paura ha un effetto maggiore se incalza a poco a poco, per gradi. Comunque, per esempio, potrei raccontarti senza il minimo errore ogni più piccolo avvenimento accaduto vicino a te nella tua casa la sera di quattro giorni fa, il 31 gennaio.

Stacco.

SCENA 5 – Interno, notte. Casa di Shizuko.

Sullo schermo viene inquadrata Shizuko che compie le azioni descritte dalla voce fuori campo di Ichirō

ICHIRŌ
(VFC)
Dalle sette alle sette e mezza hai letto un libro, appoggiata al tavolino nella stanza che usate per dormire. Era intitolato “Hemeden”, una raccolta di racconti di Hirotsu Ryūrō. Hai letto soltanto quello intitolato appunto “Hemeden”. Dalle sette e mezza alle sette e quaranta hai bevuto tra tazze di tè con due dolci della pasticceria Fūgetsu, tè e dolci che avevi chiesto alla cameriera. Alle sette e quaranta sei andata alla toilette e dopo circa cinque minuti sei tornata in camera. Quindi, fino alle nove e dieci hai lavorato a maglia, assorta nei tuoi pensieri. Alle nove e dieci è tornato tuo marito. Dalle nove e venti circa fino a poco dopo le dieci gli hai tenuto compagnia mentre beveva qualcosa ed avete fatto quattro chiacchiere. Incoraggiata da lui hai bevuto mezzo bicchiere di vino. La bottiglia era appena stata aperta e nel tuo bicchiere è caduto un pezzettino di tappo: l’hai tolto con un dito. Appena finita la cena hai chiesto alla cameriera di preparare i letti e dopo esservi recati entrambi alla toilette vi siete subito coricati. Ma fino alle undici non avete dormito, e non è il caso che ti descriva quello che avete fatto. Quando sei tornata nel tuo letto la pendola, che è sempre un po’ indietro, ha suonato mezzanotte.

Stacco.

SCENA 6 – Interno. Casa di Samukawa.

Primo piano del viso di Shizuko intenta a leggere la lettera. Torniamo a sentire la voce della donna.

SHIZUKO
”A leggere questo schema, che pare un tabellone degli orari ferroviari, riesci a non provare un senso di terrore? Notte del 3 Febbraio. Dal vendicatore, alla donna che ha privato dell’amore la mia vita.”

Nella stanza cala il più assoluto silenzio. Shizuko abbassa il capo ed comincia a piangere, quasi senza farsi sentire. Samukawa guarda le lettere che ha in mano ed appare pensieroso.

SAMUKAWA
Ogni lettera reca il timbro di un ufficio postale diverso dall’altra.

SHIZUKO
Ma il contenuto è sostanzialmente identico: dopo le maledizioni e le parole di vendetta riporta le mie azioni registrando esattamente le sequenze senza tralasciare il minimo dettaglio. A volte descrive persino i miei segreti nella camera da letto, fin nei particolari più nascosti.

Shizuko si asciuga le lacrime con la manica del kimono e guarda direttamente negli occhi Samukawa.

SHIZUKO
Ora capirà perché mi è così difficile parlarne con lei, ma eccettuati i parenti di mio marito non ho nessuno su cui contare e vivo nel terrore che mio marito venga a scoprire il mio passato, e cioè che non ero vergine al momento del matrimonio.

SAMUKAWA
Capisco ma, perché si è rivolta proprio a me?

SHIZUKO
Ho pensato a lei perché lei, come Ōe Shundei, è uno scrittore di romanzi polizieschi e quindi molto abile nel ragionamento deduttivo. Inoltre, è l’unica persona che conosco nella quale mi sento di poter riporre la mia fiducia.

Il viso di Samukawa lascia trasparire un’espressione soddisfatta.

SAMUKAWA
Non sono un detective ma farò tutto ciò che è nelle mie possibilità per aiutarla.

SHIZUKO
Grazie, …non so come ringraziarla, …grazie.

SAMUKAWA
La prima cosa da fare è sapere come Ōe Shundei riesca a conoscere in modo così dettagliato i suoi movimenti. Si potrebbe pensare che abbia pagato una domestica, oppure deve essersi introdotto di nascosto.

SHIZUKO
No, escludo che le cameriere possano parlare con gente estranea essendo persone fidate e vivono con noi da diversi anni. E mio marito è molto sospettoso e quindi rigorosissimo riguardo al controllo degli ingressi e dei muri che circondano la villa, è praticamente impossibile introdursi di nascosto nella casa senza farsi vedere dalla servitù ed avvicinarsi alla mia camera che si trova all’interno.  Ho paura, Shundei è un uomo capace delle più malefiche azioni

SAMUKAWA
A dire il vero non penso debba preoccuparsi così tanto. Stiamo parlando soltanto di uno scrittore di gialli. Tutt’al può giungere a terrorizzarla per mezzo di queste lettere e delle sue tipiche frasi, ma sono convinto che non sia in grado di andare oltre con le sue macchinazioni.

SHIZUKO
Forse ha ragione lei, ma io vivo nel terrore.

SAMUKAWA
Si tranquillizzi, ho un amico che è redattore esterno della casa editrice Hakubunkan e che per un certo periodo ha avuto il compito di tenere i contatti con Shundei. Gli telefonerò, vedrà che riuscirò a scoprire dove abita Ōe Shundei e lo costringerò a smetterla di importunarla. Per il momento le consiglio di non parlarne assolutamente a suo marito. Quello che stiamo facendo è cosa certamente meno grave che lo svelare il suo segreto.

 Parte il brano dei Go!Go! 7188. Vediamo Shizuko che si alza e Samukawa che la accompagna alla porta.

Stacco.

SCENA 7 – Interno. Casa di Samukawa.

Samukawa parla al telefono.

Stacco.

SCENA 8 – Interno. Metropolitana di Tokyo.

L’uomo seduto in metropolitana.

Stacco.

SCENA 9 – Interno. Casa di Honda.

Samukawa bussa ad una porta. Un uomo (Tatsuya Nakadai) gli apre, lo saluta con fare amichevole e lo invita ad entrare.

HONDA (Tatsuya Nakadai)
Ōe Shundei? Quel dannato! Proprio tu vieni a chiedermi di lui? Se non sbaglio lo hai trovato sempre odioso.

SAMUKAWA
Nei suoi romanzi ripete sempre le stesse cose, eppure è applaudito ed esaltato da lettori fanatici. È questo che mi irrita. Del resto noto come entrambi disprezziamo le opere dell’altro.

HONDA
Devi ammettere però che sei tu quello che denigra maggiormente quanto lui scrive. È raro che Shundei confuti le tue argomentazioni, di solito mantiene un silenzio distaccato.

SAMUKAWA
A dire la verità, ogni volta che una sua opera viene applaudita non posso fare a meno di provare un’indescrivibile gelosia. Nutro verso di lui un’ostilità puerile. E in fondo al cuore mi rode incessante il desiderio di superarlo, in un modo o nell’altro. 

HONDA
Ma pur tenendo in dispregio la sua opera, non puoi fare a meno di essere attratto da una sorta di richiamo aberrante che si cela nei suoi romanzi vero? Hanno una passione oscura e nascosta che li infuoca. Un’indefinibile fascinazione che cattura il lettore. Dopo aver letto i suoi libri si prova un misterioso ossessionante raccapriccio. Le sue pagine grondano di crudeltà, segreti e sospetti.

SAMUKAWA
È cosa nota a tutti che Shundei viva una sorta di immaginaria vita delittuosa. Prova le medesime sensazioni e la stessa profonda emozione dell’assassino mentre uccide: nelle sue pagine conduce una vita da efferato criminale. Ho paura che in questo suo perseguitare la signora Oyamada, Ōe Shundei abbia spinto alla realizzazione pratica quella sua immaginazione sino ad ora riversata nella costruzione delle trame dei suoi romanzi.

HONDA
O forse ne è stato solo l’inevitabile risultato.

SAMUKAWA
È possibile. Ricordo un suo racconto che conteneva una frase minacciosa…

 Dissolvenza incrociata dal primo piano di Samukawa a quello di Hirata Ichirō. Ha lo sguardo fisso. Sentiamo la sua voce.

ICHIRŌ
A lungo andare viene il momento in cui egli non si accontenta più di semplici racconti. Stanco e tediato dalla mediocrità del mondo, prova piacere ad esprimere, almeno sulla carta, le proprie sfrenate e deliranti fantasie. Questo è il motivo per cui ha iniziato a scrivere. Ma si è stancato anche dei romanzi. E ora che le cose sono arrivate a questo punto dove cercherà altri stimoli? Il crimine, ecco: resta soltanto il crimine. Di fronte a lui, che ha ormai visto e provato tutto, al mondo rimane soltanto il dolce brivido del delitto.

Stacco.

Samukawa è seduto di fronte ad Honda.

SAMUKAWA
È innegabile che conduca una vita piuttosto eccentrica. La sua misantropia e la sua passione per la segretezza sono note tra noi colleghi ed i giornalisti che invano cercano da anni di intervistarlo. Tu sei forse l’unico che lo ha incontrato e l’unico che può aiutarmi a rintracciarlo.

HONDA
Conosci bene anche tu la storia di Shundei e sai che rintracciarlo non è quasi impossibile. Proprio come dice nelle lettere, qualche anno fa ha fatto la sua comparsa tra gli scrittori di romanzi polizieschi uscito chissà da dove. Alla pubblicazione della sua prima opera i lettori salutarono la novità con grande interesse ed in breve di colpo si è trasformato nel beniamino del pubblico pubblicando uno dopo l’altro vari racconti su giornali e riviste.

SAMUKAWA
Tutti lugubri, truculenti, ripugnanti, pervasi di nefandezze a tal punto da fare venire la pelle d’oca dopo appena poche pagine.

HONDA
Proprio per questo, perché hanno questo fascino morboso, la sua popolarità non declinava. Ma circa un anno fa, ha d’improvviso smesso di scrivere e si è eclissato facendo perdere le proprie tracce. La sue popolarità però non è diminuita ed alcuni giornalisti hanno cercato con accanimento di scoprire dove fosse finito ma, chissà per quale motivo, è letteralmente scomparso. Ma anche prima della sua scomparsa si potevano contare i visitatori ammessi nel suo studio. Venivano tutti messi indifferentemente alla porta, fossero pure anziani personaggi degni di grande rispetto. Cambiava spesso indirizzo e col pretesto di continue malattie non compariva mai, neppure in occasione di qualche convegno letterario.

La MDP inquadra Samukawa mentre l’ambiente cambia ed ora l’uomo si trova in una vecchia e buia stanza arredata alla giapponese fiocamente illuminata da una lampadina. In un angolo nella penombra si nota una figura indistinta.

SAMUKAWA
Corre voce che vivesse giorno e notte sdraiato su un letto sfatto dove mangiava, scriveva e si dedicava ad ogni altra attività. Anche durante il giorno voleva chiusi gli amado, teneva la luce accesa di proposito soltanto una lampadina da pochi watt e, rintanato in quella stanza semibuia, scriveva le solite folli, lugubri storie.

Stacco.

Ci troviamo di nuovo a casa di Honda che è inquadrato.

HONDA
Quando Shundei cominciò a scrivere romanzi viveva in una casetta presa in affitto a Ikebukuro; divenuto famoso ed aumentate le entrate cambiò spesso abitazione affittando case sempre più spaziose. Ricordo almeno sei o sette luoghi nei quali traslocò in soli due anni: Kikuichō, Negishi, Hatsunechō, Kanasugi, eccetera. La sua popolarità coincise con il trasferimento a Negishi ed i redattori delle riviste letterarie cominciarono ad affollarsi alla sua porta. Per misantropia chiuse l’ingresso principale e lui e sua moglie cominciarono ad usare la porta posteriore. Anche se lo si andava a visitare non concedeva a nessuno di parlargli, fingeva di non essere in casa e poi inviava lettere di scuse sul tipo “Sono un orso, pertanto se avete qualche cosa da dirmi fatelo per iscritto”.

SAMUKAWA
Sua moglie invece pare sia una donna saggia e che più volte abbia fatto da tramite.

HONDA
Sì, ma anche incontrare la moglie era una faccenda complicata; non solo perché l’ingresso principale era sbarrato, ma vi erano spesso appesi messaggi dal tono inflessibile: “Sono ammalato. Non disturbare.”, o “In viaggio”, oppure “Ai signori editori. Prego inoltrare richieste di manoscritti solo per posta. Non si accettano visite” e così via. Più volte fui costretto ad andarmene senza aver combinato nulla così come facevano quasi tutti.

SAMUKAWA
Tu sei forse l’unico, tra tutti i collaboratori delle riviste o gli editori, ad avere parlato con lui e ad aver potuto scambiare qualche battuta con la moglie. Dalle fotografie Shundei sembra un bell’uomo, lo è anche di persona?

HONDA
Ah, sì, in quei ritratti lo è davvero. Lui dice che risalgono a quando era ancora un ragazzo, ma in ogni modo a me pare piuttosto strano: Shundei è abbastanza grasso, di certo perché è sempre a letto e non  fa mai moto, la pelle del viso è flaccida, è inespressivo; gli occhi sono torbidi e spenti. Per di più ha difficoltà ad esprimersi e parla pochissimo. C’è perfino da chiedersi come un essere simile possa scrivere dei romanzi così avvincenti. L’ho incontrato solo due o tre volte, e mi ha sempre parlato stando coricato.

SAMUKAWA
Eppure c’è qualcosa di strano. Circola la voce che quest’uomo che odia l’umanità e vive perennemente in posizione orizzontale a volte si travesta per gironzolare nei quartieri del vizio. Per giunta sempre e solo di notte. Come un ladro o un pipistrello.

HONDA
Pensa, Samukawa, solo poco tempo fa mi sono imbattuto in questo introvabile Ōe Shundei. La situazione fu talmente insolita che non l’ho neppure salutato, ma sono certo che fosse proprio lui.

SAMUKAWA
Dove, dove?

 Primo piano di Honda che sorride grattandosi la testa.

HONDA
Al parco di Asakusa. Ad essere sincero tornavo a casa di mattina e forse non avevo ancora smaltito del tutto la sbornia…sai dov’è il ristorante cinese Rairaiten?

Dissolvenza incrociata.

SCENA 10 – Esterno. Parco di Asakusa.

Mentre sentiamo la sua voce fuori campo vediamo Honda camminare attraverso il parco. È quasi deserto. Sulla sinistra dello schermo si nota da lontano la figura colorata di un clown con un cappello rosso a cono ed il viso completamente truccato.

HONDA
Stavo attraversando il parco quando mi sono imbattuto in un grassone fermo, in piedi, con un cappello rosso a cono, vestito da clown, che distribuiva volantini pubblicitari.

La MDP inquadra la figura intera di Honda che cammina pensieroso nel parco. Volge lo sguardo verso sinistra poi si ferma di colpo.

HONDA
Sembra che io racconti un sogno, ma era Ōe Shundei! Mi fermai di colpo ma mentre meditavo se rivolgermi o meno la parola evidentemente anche lui si accorse di me.

Primo piano di Honda che gira la testa verso sinistra poi inquadratura del clown che ora è poco distante da lui e girato di spalle si allontana velocemente.

HONDA
Mi voltò le spalle e in gran fretta si allontanò. Ebbi l’impulso di rincorrerlo ma, rendendomi conto che sarebbe stato piuttosto strano salutarlo mentre era conciato in quel modo, me ne tornai a casa.

SCENA 11 – Interno. Casa di Honda.

L’immagine torna all’interno della casa di Honda.

HONDA
Certo, è difficile capire se ci sia qualche relazione tra tutto questo e le lettere inviate alla signora Oyamada.

Samukawa porge le lettere ad Honda.

SAMUKAWA
Tu che conosci bene Ōe Shundei, potresti affermare con assoluta certezza che queste lettere sono state scritte da lui?

Honda guarda con attenzione le buste ne apre una e legge qualche riga.

HONDA
Senza ombra di dubbio sono state scritte da Shundei. La scrittura la conosco molto bene e questa è identica, ma è inimitabile soprattutto per il modo nel quale usa gli aggettivi e per l’ortografia. Una volta provai a scrivere un racconto copiandone lo stile, ma mi resi conto che non è possibile imitare quelle sue frasi così torbide ed involute.

SAMUKAWA
Voglio assolutamente chiarire questa storia, ti puoi interessare al giornale e vedere di scoprire qualcosa di più su Ōe Shundei ?

HONDA
Certo, lascia fare a me.

Parte il brano dei Go!Go! 7188.

Stacco.

SCENA 12 – Interno. Metropolitana di Tokyo.

Samukawa seduto all’interno della metropolitana

Sulla parte sinistra dello schermo appare Shizuko che compone un numero di telefono. Sulla parte destra sentiamo il suono di un cellulare e vediamo che Samukawa risponde al telefono.

SAMUKAWA
Pronto?

SHIZUKO
Pronto, signor Samukawa?

SAMUKAWA
Sì, sono io, chi parla?

 SHIZUKO
Sono la signora Oyamada.

Il volto di Samukawa assume un’espressione preoccupata.

SAMUKAWA
Signora Oyamada. Cosa è successo?

SHIZUKO
È accaduta una cosa gravissima. Per favore venga subito a casa mia.

SAMUKAWA
Adesso?

SHIZUKO
Sì, subito, la prego.

SAMUKAWA
D’accordo, sarò lì tra venti minuti

Riprende la musica dei Go!Go! 7188. Vediamo Samukawa scendere dal vagone della metropolitana ed uscire all’aperto.

SCENA 13 – Esterno. Casa Oyamada.

Samukawa cammina lungo una strada con negozi su ambo i lati. Ad un certo punto tra un negozio e l’altro vediamo un edificio di architettura giapponese. Una costruzione occidentale a due piani si erge dietro l’edificio, chiaramente un’aggiunta alla costruzione originale. Questa è quasi completamente circondata da un muro in cemento sopra il quale sono sparsi frammenti di vetro.

Stacco.

SCENA 14 – Interno. Casa Oyamada.

Samukawa entra un una stanza arredata in stile occidentale. All’interno c’è Shizuko che lo sta aspettando e gli va incontro.

SHIZUKO
Mi scusi signor Samukawa, mi scusi se l’ho fatta venire con questa urgenza.

SAMUKAWA
Non si preoccupi, mi dica, che è successo che l’ha spaventata così tanto?

 Shizuko gli si avvicina parlando a voce bassa e porgendogli una lettera.

SHIZUKO
Prima di tutto legga questa.

Samukawa prende la lettera e comincia a leggerla. Sullo schermo susseguirsi di controcampi tra il viso dell’uomo che legge e quello di Shizuko.

SAMUKAWA
Shizuko, mi sto godendo il tuo tormento. So bene che, di nascosto da tuo marito, stai cercando disperatamente di scoprire il mio indirizzo. Ma è inutile, ti conviene lasciar perdere. L’organizzazione della mia vendetta passa ora al secondo stadio. Ormai sarai riuscita ad immaginare come io possa conoscere in modo così esatto le azioni che compi ogni notte. Dopo averti ritrovata continuo a seguire le tue mosse come un’ombra. Tu non mi puoi vedere in alcun modo, ma io ti vedo, ti guardo, ti controllo quando sei in casa, quando esci, senza mai cessare un istante. Sono diventato la tua ombra. Anche ora, in questo preciso momento, mentre tremi nel leggere questa lettera, io che sono la tua ombra forse ti sto fissando da qualche angolo. Come già ben sai, nell’osservare ciò che fai ogni sera è stato inevitabile assistere alle intime manifestazioni di affetto tra te e tuo marito. È naturale che non abbia potuto fare a meno di provare una feroce gelosia. All’inizio, quando avevo progettato la mia vendetta, i miei calcoli non avevano previsto la gelosia che mi ha fatto apportare alcune lievi modifiche che saranno per me ancora più gustose. Secondo il mio piano iniziale volevo lentamente toglierti la vita dopo averti tormentata, perseguitata e terrorizzata in ogni modo possibile, ma dal momento in cui ho assistito alle vostre effusioni ho pensato che fosse molto più efficace, prima di uccidere te, prendermi la vita di questo tuo amato marito, e farlo davanti ai tuoi occhi. Solo dopo aver ben bene assaporato la tua disperazione, soltanto allora sarà il tuo turno. Ma non c’è fretta. Io non sono mai stato precipitoso. 16 Marzo, a notte fonda. Dal demone vendicatore, a Shizuko.

Samukawa è visibilmente scosso ma cerca di mantenere un atteggiamento di indifferenza.

SAMUKAWA
Come le ho già detto si tratta solo delle parole scritte dalla mente malata di uno scrittore, ma non sarebbe capace di farle alcun male.

Shizuko gli si avvicina facendogli segno di fare silenzio. La sua voce è solo un bisbiglio.

SHIZUKO
La prego, parli a voce più bassa.

Samukawa abbassa istintivamente il tono della voce.

SAMUKAWA
È successo qualcosa?

SHIZUKO
Hirata è qui, in questa casa.

SAMUKAWA
Dove?

Shizuko gli fa cenno di seguirla. Camminando cercando di fare il minimo rumore possibile, i due percorrono un corto corridoio ed arrivano all’ingresso di un soggiorno in stile giapponese. Shizuko apre gli scorrevoli lentamente, con timore.

SAMUKAWA
Mi pare strano che quell’uomo si sia introdotto e nascosto qui, nella sua casa, durante il giorno, non si sarà ingannata?

Shizuko immediatamente lo zittisce con un gesto, lo prende per mano e lo conduce in un angolo della stanza. Alza gli occhi al soffitto e gli fa cenno di ascoltare, in silenzio. I due rimangono in silenzio qualche secondo ma non sembra sentirsi nulla.

SHIZUKO
Non sente il tic-tac di un orologio?

SAMUKAWA
Un orologio? No, dov’è?

SHIZUKO
Non si ode più, torniamo nell’altra stanza.

Tornati nella stanza in stile occidentale Shizuko comincia a parlare più tranquillamente ed a voce normale. Sullo schermo scorrono le immagini che seguono il suo racconto.

SHIZUKO
Mi trovavo nel soggiorno intenta ad un lavoro di cucito quando la cameriera mi ha portato quella lettera. L’ho subito riconosciuta dalla busta. Leggendo che il problema ormai riguardava anche mio marito mi sono alzata in preda all’affanno e sono andata in un angolo della stanza. Fermandomi di fronte al cassettone ho avuto l’impressione di udire un suono, molto lontano, sopra il capo, come il leggero rumore di due oggetti metallici che si toccassero, come di un ticchettio. Sopra il soffitto in legno doveva nascondersi un uomo il cui orologio scandiva i secondi, non v’era altra spiegazione perché nella stanza non ci sono orologi. Mi sono ricordata la frase scritta nella lettera, che lui è come un’ombra e che mi fissa in ogni momento e proprio in quel momento la mia attenzione è stata attirata da una fessura apertasi tra due tavole del soffitto. Al di là della fenditura, nel fondo buio, ho visto brillare gli occhi di Ōe Shundei, erano come gli occhi di una belva nell’ombra, che immersa nell’oscurità scruta la sua preda. Presa dal panico sono fuggita e le ho telefonato.

Le immagini tornano ad inquadrare i due.

SAMUKAWA
É incredibile, se quello che dice è vero quel demone sta trasferendo pari pari nella realtà la trama di un suo romanzo! Un terrificante racconto intitolato Il gioco della soffitta. La cosa migliore da fare per togliersi ogni dubbio è quella di salire in soffitta.

SHIZUKO
No, non faccia una cosa del genere…

 Samukawa si rivolge sorridendo alla donna cercando di riprendere il controllo della situazione.

SAMUKAWA
Non c’è nulla da temere, al massimo tornerò con qualche ragnatela.

SHIZUKO
No, non troverà ragnatele perché i sottotetti sono stati smontati e lavati durante le grandi pulizie di fine d’anno, ma se Ōe Shundei fosse ancora nascosto lì?

SAMUKAWA
Stia tranquilla non credo ci sia e fatico a credere che ci sia mai stato. Le dimostrerò che si è trattato solo della sua immaginazione.

Samukawa torna nel soggiorno e dopo aver spostato un paio di travi del soffitto si infila con una torcia attraverso il vano aperto. Parte il brano “Call & Response” dei “The Elephant Kashimashi” che accompagna tutta la scena. Le travi in legno sono coperte di polvere ma non appaiono eccessivamente sporche e solo qualche isolata ragnatela pende qua e là. L’uomo facendosi luce con la torcia avanza appoggiandosi ad una trave. Dal basso filtra qualche tenue raggio di luce bianca. Improvvisamente Samukawa nota delle tracce lasciate sulla polvere dal passaggio di una persona che evidentemente ha camminato carponi aiutandosi con le mani. Segue le tracce fino ad un punto nel quale nel quale c’è una gran confusione di orme, come se qualcuno vi si fosse fermato per molto tempo. Samukawa guarda in basso attraverso una fessura più grande delle altre che si trova al centro della confusione di orme. Proprio sotto i suoi occhi vede la figura di Shizuko, con la testa china. Le immagini dall’alto si soffermano sulla donna, sulla sua nuca dalla pelle candida. Dall’attaccatura dei capelli scendono verso il basso, lungo la schiena, i segni rossi come graffi che Samukawa aveva visto al museo. Shizuko alza gli occhi verso il soffitto ed i loro sguardi si incontrano. L’uomo si rialza in ginocchio e nota poco distante un piccolo oggetto grigio, rotondo. Lo raccoglie e vede che è una specie di bottone in metallo opaco, semisferico e vuoto, sul quale sono incise le lettere R.K.BROS.CO. Poi seguendo le tracce disordinate rimaste sulla polvere, le segue fino ad un punto dove improvvisamente finiscono. Prova a sollevare alcune assi dal sottotetto e queste si tolgono senza difficoltà. Usando come appoggio alcune vecchie sedie impilate, scende in una stanza che sembra un ripostiglio. Prova ad aprire una porta e questa, priva di serratura, si apre all’istante. Subito fuori vi è il muro di cemento, alto circa due metri.

 

FINE PRIMO TEMPO

 

FINE PRIMO TEMPO

Secondo Tempo >>>


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